The Princess and The Frog

cover_principessa_ranocchio.jpgRandy Newman
La Principessa e il Ranocchio (The Princess and The Frog, 2009)
Disney 05008714921
17 brani (7 di commento + 10 canzoni) – Durata: 55’ 40”

 

Riacquistando finalmente il coraggio di impugnare le matite, gli artisti Disney regalano a bambini, adulti, appassionati e nostalgici, un nuovo musical d'animazione, sostanzialmente in linea, per qualità e caratteri distintivi delle scelte stilistiche, con buona parte delle produzioni anni '90, tanto che si fatica a comprendere una volta di più cosa abbia determinato la titubanza e la conseguente lunga attesa inflitta ai fan.

Certo, opere come La bella e la bestia e Il re leone restano inarrivabili per grazia e potenza, ma La principessa e il ranocchio si riallaccia con entusiasmo e senza strappi al lavoro intrapreso tra il '97 e il 2000, a partire dalla scrittura di musiche e canzoni che si affacciano su territori inconsueti, e se per Hercules era il gospel e per Tarzan il rock di Phil Collins, per il Ranocchio ecco il jazz, il blues e lo zydeco.
Scelta non ovvia e nemmeno facile, soprattutto se si vuole far giungere tali note anche all'orecchio di spettatori piccoli e piccolissimi.
Il creatore della partitura e delle canzoni è Randy Newman (ma l'autore di “Never Knew I Needed” è il musicista R&B Ne-Yo); Anika Noni Rose (vista e ascoltata in Dreamgirls) è la voce di Tiana, Keith David quella del malvagio Facilier, mentre dietro la tromba dell'alligatore Louis si cela Terence Blanchard, già prestato al cinema svariate volte come autore di colonne sonore e collaboratore di Spike Lee. Jim Cummings, infine, doppiatore abituale di film d'animazione - in massima parte disneyani - è la lucciola Ray (nella versione italiana i doppiatori e interpreti delle canzoni sono Karima, Pino Insegno, Luca Laurenti e Luca Ward, tra gli altri).

Il ranocchio ci porta a New Orleans (già protagonista, lo scorso anno, di Benjamin Button) e si diverte a riflettere sulle fiabe, sul loro gioioso potere affabulatorio ma anche su una certa pericolosità ingannevole e mistificatrice – si veda il personaggio, peraltro delizioso, dell'esagitata Charlotte.
La protagonista Tiana è, di contro, una prosaica e serissima ragazza che si divide tra due lavori per raggranellare il denaro necessario ad aprire un ristorante, aspirazione ereditata dal papà. Elemento di rottura con la tradizione delle storiche principesse Disney? Può darsi, ma non va dimenticato come anche Mulan non sospirasse certo dietro ad un principe azzurro, come Pocahontas non vivesse in un castello e come Esmeralda cantasse addirittura per rivendicare davanti a Dio i diritti degli outcasts.
Insomma, voler vedere Tiana solo in opposizione a Biancaneve e Cenerentola, rischia di non rendere giustizia alle molteplici sfaccettature dei percorsi disneyani, soprattutto di quelli più recenti ai quali questo Ranocchio si lega in maniera più immediata.
Tiana non cerca l'amore né la libertà né l'avventura: il suo è un sogno concreto di soddisfazione personale, affermazione professionale ed economica e di rivalsa sociale per risarcire la propria famiglia - in primis l'amatissimo padre - da una vita faticosa e materialmente troppo misera: “Almost There” è la “I want” song di Tiana, la canzone in cui - secondo la più classica struttura del musical – il personaggio principale comunica al pubblico chi è e cosa vuole (“Mama... I don't have time for dancing!” […] “But I know exactly where I'm going and getting closer, closer, every day” […] “So I work real hard each and every day”).

A distogliere la ragazza dal suo materialismo fin troppo pragmatico sarà l'incontro con la spiritualità magica di New Orleans, incarnata nel suo volto più oscuro dal pericoloso e avido Dr. Facilier, e in quello più positivo dalla bizzarra Mama Odie che, con i trascinanti cori gospel di “Dig a Little Deeper”, le permetterà di comprendere la differenza tra “what you want” e “what you need”.
Atmosfere musicali più raccolte invece per la dolcezza elementare, eppure disarmante, di “Ma Belle Evangeline”, dichiarazione d'amore impossibile (e perciò perfetta ed eterna) di Ray alla sua luminosa anima gemella.

Fa da cornice all'intera storia “Down in New Orleans”, interpretata, oltre che da Tiana, da Dr. John, e che in italiano si avvale della voce di Sergio Cammariere; completano infine il cerchio sette brani di score strumentale che, dalla lieve “Fairy Tale / Going Home” alla trionfante “This is Gonna be Good”, allentano i toni jazz per abbracciare un più classico stile melodico disneyano che, certo, non suonerà nuovo ma scalda il cuore dei vecchi innamorati di zio Walt.


 

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