Squadra antimafia

cover squadra antimafia girodivite goblinGoblin
Squadra antimafia (1978)
Musica rieseguita dai Girodivite
Beat Records DDJ31DLX
14 brani – Durata: 40’08”



C’era una volta l’uso ignominioso di riutilizzare le bobine dei master incisi per effettuare nuove registrazioni di colonne sonore.

C’erano una volta i Goblin però nella nuova formazione comprendente Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli, Agostino Marangolo e Carlo Pennisi che sostituì l’uscente Massimo Morante.

C’era una volta il quarto film della serie delle Squadre con il maresciallo Nico Giraldi, ovvero Squadra antimafia.

C’era una volta la colonna sonora che andò perduta e grazie ai Girodivite finalmente oggi rieseguita.


Ascoltare una OST tanto agognata dai fan dei Goblin e di Tomas Milian alias Nico Giraldi, fatta straordinariamente resuscitare dall’oblio della memoria cine-musicale dal gruppo Girodivite, è un toccasana per l’udito. La band è formata da Marcello Bonetta alle tastiere – collaborazioni importanti con Biagio Antonacci, Ron, Simple Minds, Zucchero e Paul Young, autore di varie sigle per la RAI –, da Diego Vergari alla batteria e percussioni – allievo del grande Horacio ‘El Negro’ Hernandez, ha seguito diverse masterclass di Agostino Marangolo ed è in grado di replicarne il drumming con la massima precisione –, da Giorgio Giuseppe Tonazzo al basso e da Antonio Micheli alla chitarra – ha lavorato con Dionne Warwick, Michael Bolton, Laura Pausini, nonché ideato e diretto musical e spettacoli di fama nazionale (Jesus Christ Superstar, The Wall) –.
Il progetto nasce dal suo ideatore e produttore Fabio Capuzzo, autore, neanche a farlo apposta, dei libri “Goblin sette note in rosso” (2011), pubblicato in versione inglese nel 2017 dall’editore americano Ajna Bound, e di “Suspiria grandi vele di irrazionale e di delirio”, tradotto in inglese e giapponese, cooperatore delle etichette discografiche AMS, Cinevox, Death Waltz, GDM, Cadabra, Lunaris, Cineploit, nella realizzazione di molte nuove edizioni di mitizzate colonne sonore composte, oltre che dai Goblin, da Ennio Morricone, Stelvio Cipriani, Riz Ortolani, Luis Bacalov, Piero Umiliani, Piero Piccioni, i fratelli De Angelis e Manuel De Sica.
Squadra antimafia è il quarto episodio con il maresciallo Nico Giraldi, che pur essendo interpretato da Tomas Milian non ha nulla a che vedere con l’altro iconico suo personaggio cinematografico soprannominato Er Monnezza, sempre doppiato dal mitico Ferruccio Amendola, col quale viene a volte confuso, nato dalla penna dello sceneggiatore Mario Amendola e del regista Bruno Corbucci. Giraldi, ex ladro poi redentosi e passato alla Polizia di Stato, facendo carriera da maresciallo a ispettore, è stato protagonista di ben undici pellicole tra il 1976 e il 1984, precisamente Squadra antiscippo (1976, score di Guido & Maurizio De Angelis), Squadra antifurto (1976, score di Guido & Maurizio De Angelis), Squadra antitruffa (1977, score di Guido & Maurizio De Angelis), Squadra antimafia (1978, partitura dei Goblin), Squadra antigangsters (1979, partitura dei Goblin), Assassinio sul Tevere (1979, musica di Carlo Rustichelli e Rocky Roberts), Delitto a Porta Romana (1980, score di Franco Micalizzi), Delitto al ristorante cinese (1981, score di Mariano Detto), Delitto sull’autostrada (1982, score di Franco Micalizzi), Delitto in Formula Uno (1983, musiche di Fabio Frizzi) e Delitto al Blue Gay (1984, musiche di Fabio Frizzi). Come avete ben letto, i nostri Goblin, reduci nel 1978 dal successo fragoroso della OST per il film dagli incassi stratosferici Zombi di George A. Romero, prodotto da Dario Argento, hanno musicato soltanto due pellicole della serie con Giraldi protagonista romanaccio dal turpiloquio più che eloquente, l’abbigliamento poco tradizional-poliziesco, ossia la celebre tuta blu da meccanico (sdoganata definitivamente in Squadra antimafia), fan sfegatato di Rocky e Serpico, suoi idoli filmici, difatti anche lui menando come se non ci fosse un domani e infiltrandosi tra le losche più losche della criminalità.
In questo cover album stampato dalla storica etichetta nostrana Beat Records, come summenzionato, i Goblin, nella formazione Antonio Marangolo, Fabio Pignatelli e Claudio Simonetti, autori dello score originale, suonato da Carlo Pennisi alle chitarre al posto di Morante che per il film scrisse solo un brano, che si ode sullo sfondo della sequenza della pizzeria Santa Lucia di New York, con la canzone dei titoli di testa, con liriche di Mario Amendola e Corbucci, “E lassame perde”, in originale cantata in romanesco da Aldo Donati della Schola Cantorum, qui recuperata da un demo in mono donato da Donati stesso e aggiunta magnificamente alla nuova incisione, il gruppo Girodivite (nome tributante l’omonimo racconto di Henry James ed il film di Jack Clayton dal medesimo titolo) esegue con smagliante e reverente passionalità tutta la partitura, che all’epoca dello strepitoso successo al botteghino del film (oltre due miliardi di incasso) non apparve nei negozi di dischi, nemmeno in formato 45 giri come era prassi per le OST di pellicole dalla grande notorietà in sala, lasciata nell’oblio sino, per fortuna, alla fine dell’anno appena passato.
L’album consta di 14 tracce, tutte ricostruite in maniera certosina dalla band e dal produttore semplicemente (anzi complicatamente direi) rivedendo la pellicola più e più volte, tirando giù i temi e i brani ad orecchio, che custodiscono sonorità tra il funky, la fusion, la disco e qualche elemento prog tanto caro ai Goblin, con qualche passaggio ritmicamente più ‘comedy’ alla Zombi; comunque andiamo per ordine di brano: la soundtrack mostra tutto il suo sound Blaxpolitation con “New York Funk”, pezzo d’apertura, che svela alcune reminiscenze melodiche alla Piero Piccioni e Armando Trovajoli d’annata per commedie e polizieschi, anche un basso, tastiera e percussioni che giocherellano allegramente simil sigle televisive americane alla ChiPs o Starsky & Hutch. “Rome Chase” parte tensivo per divenire quasi subito tribale nelle ritmiche e funky nell’anima, con il basso in primo piano che strimpella godurioso. “Don Girolamo” – il grandissimo attore Eli Wallach (I magnifici sette, Il buono, il brutto, il cattivo, Il Padrino – Parte II) – è un pezzo funky quietamente soft. “Nico in Las Vegas” nella ritmica dai tempi dispari ricorda l’incipit dell’inciso ritmico dello score di Zombi, tramutandosi immediatamente in un brano disco-dance dal loop delle tastiere a dir poco insinuante eroismo strafottente. Leggero, soavemente lounge il brano “Notte di luna calante”, dal temino parecchio disco music Settanta. La versione strumentale di “E lassame perde” è come quella canora (seppur urlata), struggentemente popolaresca romana, sbiascicante e molle come l’andatura irriguardosa di Giraldi per tutto ciò che non è Roma e non è Giusto o che la giustizia non sa gestire come si deve, lui che è stato un furfante prima di passare dalla parte della Legge. “Disco Nico” respira e si muove a suon di disco music alla John Travolta in La febbre del sabato sera, come lo imita nella camminata danzante lo stesso Giraldi nel film nei marciapiedi newyorkesi. Dopo il reprise di “Nico in Las Vegas” ancora più movimentato, si passa alla tensione sospesa funky disco di “Night Investigation”, con tastiera e basso che giocano a rimpiattino, e sullo sfondo le spazzole della batteria che fanno il verso ai due strumenti, il tutto progressivamente in levare. “Desert Chase” è una sarabanda disco-funky-prog al fulmicotone che soltanto una band coi cosiddetti può eseguire e far propria in questo modo così sublime. Incessantemente martellante e tensivamente epica, tipo spaghetti western in salsa prog-spaziale, la traccia “In the Gas Chamber”. “Amo non amo”, riportata nel CD come “Ghost Link”, è un omaggio dei Girodivite ai Goblin, estrapolando di fatto un loro tema liturgicamente drammatico iniziale che nel loop reiterativo alla Suspiria, in modalità funky-prog-rock psichedelico in tutta la seconda parte, fa sobbalzare sulla poltrona chi ascolta, tratto, per l’appunto, dal film Amo non amo del 1979 di Armenia Balducci, con Jacqueline Bisset, Maximilian Schell, Terence Stamp, Monica Guerritore e Pietro Biondi. Chiude il CD in maniera più che mai gasata il pezzo “New York Funk ’70 Mix”, che dimostra quanto questo lavoro di recupero cine-musicale è stato più che mai prezioso e indispensabile. Non solo per i fan dei Goblin.

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