Canto – Lucia Rubedo

cover lucia rubedo cantoAA.VV.
Canto – Lucia Rubedo (2023)
Candle Studio
11 brani – Durata: 43’30”



Cantante d’opera, soprano, la giovanissima e super talentuosa Lucia Rubedo incontra uno dei nostri più acuti e preparati compositori di musica per immagini, il plurinominato ai David di Donatello Fabrizio Campanelli - Solo un padre, per il quale ottiene la nomination anche ai Nastri d’Argento, per la migliore canzone originale “Per fare a meno di te”, interpretata da Giorgia e Come diventare grandi nonostante i genitori per la miglior canzone originale “I Can See the Stars” interpretata da Leonardo Cecchi, Eleonora Gaggero e Beatrice Vendramin -, facendo nascere un album dal titolo istantaneamente evocativo e sognante, “Canto”.

Campanelli produce le undici canzoni provenienti dal repertorio della musica per film, musical e tv, che la Rubedo, con la sua vocalità che incanta e addolcisce ogni melodia, interpreta con il cuore in mano e l’anima nell’ugola – d’altronde per la soprano “Il canto è emozione, è energia, è sogno” – accompagnata in punta di fioretto dal bravissimo pianista Andrea Napoleoni, mai ingombrante pur rilevante e sottolineante con gran virtuosismo ogni leitmotiv, il quale ha pure curato gli eccellenti arrangiamenti, sotto la supervisione dello stesso Maestro Campanelli. Un album che, oltre alle dieci tracce cover, possiede come fiore all’occhiello il brano originale “Canto”, scritto proprio da Fabrizio Campanelli con testo di Chiara Dubey: una canzone che tocca le corde emotive più profonde, con archi e fiati in controcanto (la pregevole Budapest Symphony Orchestra diretta da Enrico Goldoni) e piano, una profondissima ode all’amore per la forma canora che è anche una dichiarazione passionale e sincera della sua interprete al dono ricevuto in vita della candida vocalità emozionale. Una di quelle song che non si vorrebbe mai finire di ascoltare, lasciandosi trasportare verso mondi e pensieri che non possono far altro che bene allo spirito. “Never Enough” da The Greatest Showman, il bellissimo musical scritto da Benji Pasek & Justin Paul con Hugh Jackman: la canzone in originale interpretata da Loren Allred in maniera scintillante e unica, qui viene equiparata se non addirittura superata da quella sottile e toccante dolcezza performativa della Rubedo, che sa come far tremare le ginocchia. “Caruso” è una delle canzoni caposaldo di Lucio Dalla, divenuta una delle melodie portanti per la miniserie televisiva del 1988 Mamma Lucia, per la regia di Stuart Cooper con Sophia Loren e John Turturro, su sceneggiatura di Mario Puzo (Il Padrino, Superman 1 & 2, Il Siciliano) interpretata da Luciano Pavarotti, con musiche del cantautore bolognese co-composte con Mauro Malavasi: la Rubedo la canta con compostezza rapita e quella rispettosità leale che si deve ad uno dei più grandi autori della storia della musica leggera, e non soltanto di casa nostra. “Somewhere” da West Side Story, musical cult di Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, possiede una performance morbidamente acuta e intrisa d’emozione ad ogni passaggio vocale, anche perché parliamo di una delle canzoni d’amore e d’addio più belle della Storia del Musical. “Ai giochi addio”, il tema d’amore dalla magnificenza armonica di Nino Rota per il Romeo e Giulietta del 1968 diretto da Franco Zeffirelli, nell’interpretazione aerea e soave della Rubedo contiene un respiro fin d’ora solo sfiorato in altre cover sopranili o canore. L’altra meravigliosa canzone da musical per eccellenza è “Pure Imagination” di Leslie Bricusse & Anthony Newley dal Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (Willy Wonka & the Chocolate Factory) film del 1971 diretto da Mel Stuart e interpretato da Gene Wilder: questa versione è un saliscendi delicatamente onirico e magico che fa trasalire l’ascoltatore. “Sorridi amore vai”, dal premio Oscar Nicola Piovani per La vita è bella di Roberto Benigni del 1997, vede la soprano baloccarsi bucolicamente tra le note e le parole che sono un inno di gioia imperitura alla vita pur nelle sue tragedie disumane perpetrate da inutili guerre: gioiosamente gentile e amabilmente gradevole. “Musica per noi” da un altro dei grandi musical dell’umanità, quel Il fantasma dell’Opera del 1986 di Andrew Lloyd Webber, qui sospiratamente e innamoratamente cantata con l’amore nelle corde vocali che lo gridano con grazia struggente al mondo. “Over the Rainbow”, grande intramontabile classico del Cinema fantasy, tratta da Il mago di Oz del 1939 di Victor Fleming, musica di Harold Arlen e parole di E.Y. Harburg, interpretata dalla protagonista Judy Garland, si presenta in una versione imbevuta di una certa severità liturgica seppur al contempo liberatoria e spassionata. “Se (Cinema Paradiso)”, il tema d’amore di Andrea Morricone, dal celebre film Premio Oscar e Golden Globe di Tornatore Nuovo Cinema Paradiso del 1988, trova nella performance della Rubedo un tocco elegantemente ancora più nostalgico e fasciante rispetto alle tante cover in circolazione da molti anni a questa parte. Ultima canzone dell’album, “Mi mancherai” da Il postino del 1994, diretto da Michael Radford con il compianto Massimo Troisi, musiche da Oscar di Luis Bacalov, Sergio Endrigo, Riccardo Del Turco e Paolo Margheri: qui l’espressività canora altamente addolcente e sospirante della soprano sa commuovere e suscitare amore anche nel cuore più incrollabile.
“Canto” di Lucia Rubedo è da ascoltare perché rincuora totalmente riavvicinandoci al vero significato della parola Musica, immersi come siamo in tanta spazzatura musicale che ci assale e circonda ogni giorno senza il nostro consenso, imbruttendoci l’anima.       

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