Pillole di Note: Focus sull’etichetta La-La Land Records

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Pillole di Note: Focus sull’etichetta La-La Land Records

Ritorna la rubrica ‘Pillole di Note’, ovvero mini recensioni di un certo qual numero di colonne sonore che differenziano dalle solite nostre classiche recensioni di lunghezza più o meno variabile.
E questo mese rianalizziamo l’etichetta americana La-La Land Records (https://lalalandrecords.com/):

cover lost in space 50 anniversario box

John Williams, Hans J. Salter, Herman Stein, Richard LaSalle, Frank Comstock, Fred Steiner, Jeff Alexander, Warren Barker, Leith Stevens, Alexander Courage, Robert Drasnin, Cyril J. Mockridge, Gerald Fried, Pete Rugolo e Joseph Mullendore
Lost in Space – 50th Anniversary Soundtrack Collection (Id. – 1965 - 1968)  
La-La Land Records LLLCD 1366

Lost in Space – Season 1
CD 1: 28 brani – Durata: 75’41”
CD 2: 33 brani – Durata: 76’13”
CD 3: 35 brani – Durata: 74’15”

Lost in Space – Season 2
CD 4: 33 brani – Durata: 70’58”
CD 5: 24 brani – Durata: 66’51”
CD 6: 25 brani – Durata: 66’14”
CD 7: 28 brani – Durata: 72’49”
CD 8: 22 brani – Durata: 64’13”

Lost in Space – Season 3
CD 9: 41 brani – Durata: 76’15”
CD 10: 37 brani – Durata: 78’30”
CD 11: 38 brani – Durata: 77’31”
CD 12: 33 brani – Durata: 75’27”



In principio vi fu il cofanetto della GNP Crescendo, pubblicato nel lontano 1996, oramai quasi introvabile, se non addirittura acquistabile a prezzi non proprio accessibili, tranne che per collezionisti completisti accesi e danarosi, dal titolo “The Fantasy Worlds of Irwin Allen – Original Television Soundtracks” - box di 6 CD comprendente “Lost in Space: Vol. One” (disco 1), “Lost in Space: Vol. Two” (disco 2), “Voyage To The Bottom of the Sea” (disco 3), “The Time Tunnel” (disco 4), “Land of Giants” (disco 5) e “Special Bonus Disc – The Fantasy Worlds of Irwin Allen – Original Main Themes, Cast Interviews, Sound Effect Library” (disco 6) (a parte fu stampato il CD “Lost in Space: Vol. 3”) – con musiche delle produzioni televisive fantasy/sci-fi, per l’appunto, del produttore Irwin Allen, composte da fior fior di nomi quali John Williams, Alexander Courage, Joseph Mullendore, Jerry Goldsmith, Paul Sawtell e George Duning. L’etichetta californiana, qui in esame, da tempo sta pubblicando le colonne sonore delle serie TV anni ’50 – ’60 di questo storico produttore, tutte in versione integrale definitiva e dividendole per serialità e anche, in taluni casi, per compositore – vedi le nostre precedenti recensioni, sempre all’interno della rubrica “Pillole di Note”, dei meravigliosi cofanetti di Kronos (The Time Tunnel, 1966 - 1967) – Volume 1 & 2 con score di John Williams, Leith Stevens, Joseph Mullendore, Paul Sawtell, Robert Drasnin, Lionel Newman, George Duning e Lyn Murray, di La terra dei giganti (Land of the Giants, 1968 – 1970) con partiture di John Williams, Leith Stevens, Joseph Mullendore, Paul Sawtell, Irving Gertz, Harry Geller, Richard LaSalle, Artie Kane, Alexander Courage e Robert Prince o di Viaggio in fondo al mare (Voyage to the Bottom of the Sea, 1961) con musiche di  Alexander Courage, Robert Drasnin, Jerry Goldsmith, Lennie Hayton, Joseph Mullendore, Nelson Riddle, Paul Sawtell, Herman Stein & Leith Stevens – così portando alla luce, e soprattutto alle orecchie, una quantità enorme di note superlative, inventive, funzionali e avanguardistiche, seppur datate ad un ascolto odierno, composte da grandissimi artigiani della colonna musicale e di nomi che di lì a qualche anno sarebbero assurti agli oneri della Film Music, ottenendo rilevanti riconoscimenti in tutto il globo, come John Williams e Jerry Goldsmith; si nota quanto ci vedesse realmente ‘lungo’ il caro Irwin Allen nel selezionare titolati compositori, con gavette ragguardevoli in curriculum o magari alle prime armi però intriganti nell’approccio, per le sue produzioni, dandogli una libertà di analisi e sperimentazione di scrittura per il Genere (in questo caso fantascientifico-avventuroso-fantastico) come solo la televisione sapeva dare in quell’epoca (invero ancora oggi la TV, con le sue innumerevoli serie di vario genere, è il luogo più ideale, sperimentativo e creativo per un compositore di musica applicata alle immagini). E’ un’esperienza unicamente musicologica e nostalgica ascoltare gli oltre 900 stimolanti minuti pentagrammati presenti in questi 12 album, integralmente riportati track by track episodica, appartenenti alle colonne sonore della serie di fantascienza Lost in Space, andata in onda dal 1965 al 1968 in 83 episodi da un’ora l’uno su tre stagioni, con un successo mondiale clamoroso (stranamente da noi è rimasta inedita, anche dopo l’uscita del film Lost in Space del 1998 con musiche di Bruce Broughton e l’avvento della serie remake omonima, anni Duemila, con score di Christopher Lennertz e Alexander Bornstein). Narrante di un 1997 – futuro per allora – in cui il genere umano è costretto a colonizzare lo spazio per sopravvivere, le musiche che pilotano le gesta della famiglia Robinson, prima a lasciare il Pianeta Terra per scoprire nuovi mondi, galassie, forme aliene e trovare il luogo ideale dove migrare tutti i popoli terrestri, sono state composte da John Williams – autore della sigla principale –, Hans J. Salter, Herman Stein, Richard LaSalle, Frank Comstock, Fred Steiner, Jeff Alexander, Warren Barker, Leith Stevens, Alexander Courage, Robert Drasnin, Cyril J. Mockridge, Gerald Fried, Pete Rugolo e Joseph Mullendore. Saltano all’uditore attento, riferendoci puramente alle composizioni williamsiane, come molte delle pagine degli episodi, composte in solitaria, riportino elementi stilistici e peculiari delle successive e memorabili scritture per opere celeberrime quali Star Wars, Indiana Jones ed E.T. (per un vero fan di Williams una prova d’ascolto obbligatoria). Come sempre il libretto (librone direi) che accompagna il voluminoso box è uno straordinario vaso di pandora di informazioni, aneddoti, analisi brano per brano e iconografia originale da far appassionare anche il cinefilo o seriofilo più sbadato. Plausi e standing ovation.

cover the accused big

Brad Fiedel
Sotto accusa (The Accused, 1988)
La-La Land Records LLLCD 1451
18 brani – Durata: 42’43”



Jodie Foster vinse l’Oscar, il Golden Globe, il David di Donatello e altri premi come miglior attrice protagonista in questo dramma poliziesco di Jonathan Kaplan, che creò molto clamore all’epoca dell’uscita in sala per l’argomento trattato; difatti la Foster interpreta una giovane donna che subisce un brutale stupro di gruppo in un bar di notte, la quale, aiutata da un’ostinata procuratrice (Kelly McGillis), riesce ad assicurare i colpevoli alla giustizia, compresi quelli che hanno incoraggiato e applaudito l’atto selvaggio e ignominioso. Le musiche sono composte e orchestrate da Brad Fiedel (Terminator, True Lies), dirette da Shirley Walker, ruotanti intorno al tema pop-synth anni Ottanta alla Prince, ancor di più palese nella versione cantata da Vanessa Anderson (“I’m Talking Love”), che si ascolta più apertamente nel lungo “I’m Talking Love/Rape”. La partitura è un giusto mix anni ’80 di elettronica tensivamente drammatica e sconfortante (“Main Title”) e musica synth-orchestrale più meditativa (“Sarah on Phone/Frat House”, “Sarah in Hospital”).

cover sky captain and the world of tomorrow big

Edward Shearmur
Sky Captain and the World of Tomorrow (Id. - 2004)
La-La Land Records LLLCD 1335
CD 1: 17 brani – Durata: 53’25”
CD 2: 17 brani – Durata: 60’16”

Il pluripremiato e nominato film fantasi-bellico avventuroso, dal tono vintage quasi cartoonesco in bianco e nero, Sky Captain and the World of Tomorrow, con stupefacenti effetti speciali visivi per il periodo (il 2004), interpretato dai bellissimi divi Jude Law, Gwyneth Paltrow e Angelina Jolie, fece meritatamente aggiudicare al compositore Edward Shearmur l’International Film Music Critics Association (IFMCA) nella categoria “Best Original Score for a Fantasy/Science Fiction Film”. La sua score per questa pellicola steampunk, ambientata nel 1939 in una realtà retrofuturistica, con una trama a tratti confusionaria e colma di elementi fantascientifici e da film di guerra patriottico nazionalistico tipicamente reaganiano (anche se l’epoca di ambientazione è quella tra la Prima e Seconda Guerra Mondiale), ha il suo punto di forza nel dirompente tema araldico (“Calling Sky Captain”) e nel tema sentimentale (“Meet Polly”), oltre ad un sottotema dalle nuance mediorientali (“After Robots/Meet Dex”). Il britannico Shearmur, assistente storico del compianto Michael Kamen, con all’attivo partiture pregevoli quali Reign of Fire, Johnny English (score più bondiana delle ultime colonne sonore bondiane) e i due Charlie’s Angels del 2000 e 2003, confeziona una OST sinfonicamente solenne, epica e gagliarda (eseguita fantasticamente dalla London Metropolitan Orchestra), omaggiante le grandi partiture della Golden Age Hollywoodiana – vedi Alfred Newman, Max Steiner ed anche il John Williams anni ’80 dell’universo avventuroso archeologico del Dottor Indiana Jones (“The Flying Wings Attack/Wiggly Robots”) –, ivi presentata in una smagliante e ricca versione estesa su doppio CD.

cover waterworld big

James Newton Howard
Waterworld (Id. - 1995)
La-La Land Records LLLCD 1426
CD 1: 21 brani – Durata: 63’09”
CD 2: 23 brani – Durata: 68’08”



Flop mastodontico nella carriera di Kevin Costner, un kolossal distopico che gli procurò non pochi problemi, tra cui la rottura con l’amico regista Kevin Reynolds che gli lasciò il comando della regia, questo fantascientifico Waterworld – sorta di Mad Max ambientato in mare aperto, visto che la Terra, come la conosciamo, è un unico oceano con sparuti atolli piratescamente contesi – nella memoria cinefila doc è legato, in special modo per i fan e collezionisti della Film Music, alla colonna sonora strapotente ed epicizzante di un James Newton Howard ai massimi livelli compositivi. Il quale nobilitò il film che gli fece da ulteriore trampolino di lancio, ancora più impattante, in carriera – dopo già le notevoli partiture per Alive, Il fuggitivo, Wyatt Earp e Virus letale –, aggiudicandosi un ASCAP Film and Television Music Awards per il miglior score. Abbiamo già recensito l’album uscito all’epoca del film in sala (vi invitiamo a leggere la recensione per meglio addentrarvi nella score) ma questa versione in doppio CD contiene tutto lo scibile creato da Howard, compresa una lunga sequela di bonus tracks alternativi e demo, per godere totalmente di una delle partiture più maestose, dinamiche e rigogliose della filmografia del compositore statunitense – basta l’ascolto dei brani “Recycled/Smokers Sighted/Battle/The Balloon” di 7’12”, di “Helen Frees the Mariner” e “Opening the Gates” per capire di cosa stiamo parlando: adrenalina allo stato puro in note, con un tema eroico sinfo-corale da capogiro reiterativo – che oggi farebbe rabbrividire tutte le inutilmente pompose e finto epiche soundtracks moderne che non posseggono neanche un pizzico di originalità e vigoria di Waterworld. Una OST da possedere assolutamente nella propria collezione di colonne sonore.

cover thunder road the film music of jack marshall big

Jack Marshall
Thunder Road – The Film Music of Jack Marshall (2017)
Il contrabbandiere (Thunder Road, 1958) – brani 1 – 24
L’orma del gigante (Take a Giant Step, 1959) – brani 25 – 32
La trappola del coniglio (The Rabbit Trap, 1959) – brani 33 – 37
La-La Land Records LLLCD 1434
37 brani – Durata: 78’00”



Attore, chitarrista e compositore statunitense (1921 – 1973), Jack Marshall è uno di quegli autori di musica per film da riscoprire. E grazie alla La-La Land Records possiamo. Questo album contenente tre sue colonne sonore integrali di fine anni ’50 – il noir Il contrabbandiere (Thunder Road, 1958) con Robert Mitchum, il drammatico L’orma del gigante (Take a Giant Step, 1959) con Johnny Nash e il dramma La trappola del coniglio (The Rabbit Trap, 1959) con Ernest Borgnine – può essere una pregevole panoramica della sua scrittura per il grande schermo. Marshall è diventato famoso per lo score della nota serie televisiva I Mostri (The Munsters, 1964 – 1966), commedia fantasy concorrente de La famiglia Addams in quanto a personaggi e relative stramberie episodico narrative (da noi recensita). In queste tre partiture dimostra un carismatico talento compositivo spaziante tra jazz, swing, stile ‘Americana’ (molto Copland, ovviamente) e musica tex-mex – in questo la OST di Thunder Road è ammirevole e molto invitante (“Moonshine Run/Gangster Chase”, “Luke and Francie”, “The Whippoorwill”, Pursuit”) – con un sinfonismo possente – in Take a Giant Step il brano “Take a Giant Step – Main Title” – e interventi ballabili briosi – in The Rabbit Trap la traccia twist “The Rabbit Trap – Main Title” e il teneramente soffuso “The Silent Treatment/The Next Morning” –. 

cover colossus the forbin project big

Michel Colombier
Colossus: The Forbin Project (Id. - 1970)
La-La Land Records LLLCD 1453
23 brani – Durata: 47’15”

Thriller fantascientifico diretto da Joseph Sargent nel 1970 con Eric Braeden, Susan Clark e Gordon Pinsent, che presume che gli Stati Uniti, per impedire una guerra nucleare, diano in mano ad un super computer la gestione dei missili nucleari da lanciare in caso d’attacco. Mai decisione fu così malaugurante! A parte che tal trama avrà sicuramente inspirato il film cult anni ’80 Wargames – giochi di guerra con score di Arthur B. Rubinstein, le musiche originali composte e dirette dal francese Michel Colombier (1939 – 2004) (Due vite in gioco, Il sole a mezzanotte, Il bambino d’oro) si aggrovigliano sinfonicamente su una cellula tematica circolare e percussiva, ininterrottamente in levare per la sezione d'archi (“Main Title”, “Colossus To Guardian”), rafforzata di volta in volta dalle varie parti di una nutrita compagine energicamente virtuosistica (“Missile Launched”, molto herrmanniana), così sottolineando ancor di più quella sensazione perdurante di tragedia atomica imminente. Attimi di quiete con gli archi soavi e il sax di “Goodbye Kupri”, anche se sullo sfondo i pizzicati d’archi (violoncelli e contrabbassi in prima linea) tratteggiano il pericolo crescente. Una marcia patriottica sbilenca sbeffeggia la follia dilagante in “Nuclear Blackmail”. Stupefacente quanto il delicato leitmotiv per piano in “Mistress Arrives” ricordi il tema di Adriana di Bill Conti per Rocky composto sei anni più tardi. Gran partitura da riscoprire (anche il film logicamente). 

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