Tiger Mask

Shunsuke Kikuchi
L’uomo Tigre (Tiger Mask, 1969 – 1971)
Tava Tava Rare/Too Daze TT-LP 03
Lato A: 4 brani
Lato B: 3 brani

Era il 1982, quello di E.T., Blade Runner, Rambo, Tron, Conan il barbaro al Cinema. E in televisione compariva un lottatore mascherato, orfano e difensore degli oppressi, che combatte strenuamente le ingiustizie: L’uomo Tigre. Accompagnato nella nostra TV a tubo catodico, per la prima volta in onda su Rete 4 a poco più di dieci anni di distanza dall’esordio in patria, dalla sigla di testa scritta da Riccardo Zara dei mitici cantori I Cavalieri del Re, con questo testo ivi riportato, che tutti i ragazzini dell’epoca rammentano a menadito, sapendolo canticchiare dall’inizio alla fine (come d’altronde tutte le storiche ed iconiche sigle dei cartoni animati del periodo):

tiger man
solitario nella notte va
se lo incontri gran paura fa
il suo volto ha la maschera
tigre
tiger man
tigre
tiger man
tigre
tiger man
misteriosa la sua identità
é un segreto che nessuno sa
chi nasconde quella maschera
tigre
tiger man
tigre
tiger man
tigre
tiger man
e l’uomo tigre che lotta contro il male
combatte solo la malvagità
non ha paura
si batte con furore
ed ogni incontro vincere lui sa
ma l’uomo tigre ha in fondo un grande cuore
combatte solo per la libertà
difende i buoni
sa cos’è l’amore
il nostro eroe mai si perderà
ha tanti amici e grande la bontà
ma col nemico non ha pie tiger man
tutti sanno che è invincibile
lui sul ring è formidabile
nella lotta é temibile
tigre
tiger man
tigre
tiger man
tigre
tiger man
nella tana delle tigri lui
di nascosto entra piano e…

Tra i settanta e gli ottanta tutti gli anime nipponici che giunsero sui nostri schermi televisivi ebbero la sigla di testa e di coda, che erano nella maggioranza dei casi uguali, riscritti da noti compositori e parolieri italici (vedi Vince Tempera, Luigi Albertelli, Guido & Maurizio De Angelis, Nico Fidenco, etc. etc.) per accattivarsi ancora di più il pigro pubblico nostrano che non era avvezzo – e tutt’oggi, purtroppo, lo è ancora – a vedere i prodotti stranieri con i sottotitoli bensì, all’epoca, doppiati benissimo e in taluni frangenti interpretati con migliori risultati rispetto alle versioni originali; figuratevi guardare e sentire cartoni giapponesi in una lingua che appare come aliena, quindi doppiaggio a go go e musiche rifatte, almeno le sigle iniziali e conclusive, perché in alcune circostanze intere colonne sonore rimaneggiate dai succitati compositori e colleghi vari ed eventuali. Nel caso de L’uomo Tigre, qui recensito in un’ottima edizione vinilica limitata da collezione, edita da Tava Tava Rare di Bologna, grazie all’appassionata investigazione archeologica di un cultore delle serie animate e film di quegli anni e relative scores originali, Gianluca Beccarisi aka Too Daze, etichetta a solo scopo culturale e divulgativo, abbiamo la possibilità di ascoltare la OST reale del cartone in una selezione di 7 tracce totali reperite dalla ‘Tiger Mask TV BGM Collection’. La Soundtrack è stata scritta, ed eseguita dalla Columbia Orchestra, da Shunsuke Kikuchi (Classe 1931), musicista e compositore giapponese, famoso in particolar modo per aver composto le colonne sonore di serie anime come Kyashan il ragazzo androide, UFO Robot Goldrake, Hurricane Polymar, Danguard, Dr. Slump e Arale, Doraemon, Dragon Ball e Dragon Ball Z, Kamen Rider.
Il 33 giri si apre con la sigla originaria con parole di Nashio Kitani e cantata da Hiroshi Nitta, “Go! Tiger Mask (TV Version)” – gli stessi che chiudono il Lato B del vinile con la canzone “Ballad About Children (TV Version)” – che non ha nulla a che fare con la sigla italica summenzionata: lo stile è quello volutamente ‘spaghetti western’ che strizza più di un occhio ai temi di Ennio Morricone e Francesco De Masi; una vera cavalcata orchestrale che ritorna in versione strumentale nel successivo “Tiger Variation”, traccia suddivisa in forma di suite di tre brani dai titoli: “Go Tiger Mask”, “Tiger Mask Goes Away” e “Ballad of Orphans”: la seconda per armonica e la terza per tromba soliste che presentano il tema portante in una resa malinconica come se non vi fosse un domani. Il brano “Action BGM” in 6 parti (“The Furtest Tiger Mask”, “Training in the Tiger Cave”, “Conflict”, “Time of Confrontation”, “Shadow of Evil Urges”, e “Attack of the Evil”), contiene sempre stilemi western italici con una prevalenza di sguardo e orecchie ben protese alle partiture di De Masi piuttosto che Morricone, ma anche gli indimenticati Gianni Ferrio e Stelvio Cipriani del medesimo genere gettonatissimo e straimitato musicalmente negli anni sessanta e settanta, soprattutto dai giapponesi, nostri grandi fans, anche odiernamente, in cui si affastellano pagine tensive, qualche suono percussivo e tema pseudo eroico alla ‘poliziottesco’ nostrano; quindi il nostro modo di comporre e creare sound unici e irripetibili per film di genere ha fatto grandissima breccia nel cuore compositivo di Shunsuke Kikuchi. Si cambia registro con la suite tra un temino lounge svenevole e fin troppo mieloso e lo stesso leitmotiv variato mestamente sconfortante o quasi spensierato, e tema bandistico alla Henry Mancini inneggiante future glorie, in “BGM Collection” che chiude il Lato A e che sembra provenire dalle musiche di commento per i cartoni animati strappalacrime Heidi o Remi.
Il Lato B del 33 giri esordisce con il medesimo titolo che chiude l’altro lato, “BGM Collection”, ed il successivo “[Tiger Mask] Unreleased TV BGM Music”, ennesime suite di pagine d’azione a commento di scene concitate e di tensione, con chitarra elettrica in primo piano e tromba gracchiante, come tutti i restanti ottoni in campo, e rimandi alle atmosfere degli EuroSpy o incessantemente i western di casa nostra. Con un’intromissione di due pezzi beat quasi fuori contesto così all’improvviso e un brano allegro e birichino da comica slapstick del muto. Una sequela di tracce delle più svariate che, dopo una cavalcata epica in pompa magna a piena orchestra da Far West, conducono alla canzone di chiusura del vinile e della OST, veramente datata nel sound ma pur sempre affascinante per contesto e tipologia di approccio stilistico agli anime di quegli anni, folgoranti di idee e citazioni per le produzioni nipponiche non soltanto televisive, ossia la succitata e breve “Ballad About Children (TV Version)”: tristissima ninnananna in pieno stile “Ci sarà un domani?” per chitarra acustica e armonica a bocca.

Stampa