Volubile

cover volubilePiero Piccioni
Volubile (1961)
Camille 3000 LP-C3K-001-VOL - UK LP 2021
15 brani – Durata: 44’00”

Nuova pubblicazione della Camille 3000, l’etichetta con base londinese, fondata e gestita da Jason Piccioni, figlio del Maestro: per questa quarta uscita la scelta ricade sul formato vinile 180 grammi, perfetto per farci ascoltare una perla nascosta del repertorio televisivo di Piero Piccioni, ovvero le canzoni e la musica composta, orchestrata, diretta ed eseguita al pianoforte dal Maestro per il varietà televisivo RAI Volubile del 1961, restaurata da Giulio Radiciotti grazie ai nastri Ampex originali di proprietà di Piccioni. Volubile era un varietà musicale, scritto da Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa, per la regia di Stefano De Stefani, andato in onda in 6 puntate tra luglio e agosto del 1961, con le coreografie di Gino Landi e un corpo di ballo di oltre 20 ballerini guidati dalla coppia formata dalla ventunenne Gloria Paul (cantante e attrice inglese, che avrebbe successivamente sposato il Maestro Piccioni) e da Jody Excell, con i testi di Festa e Franciosa, la direzione musicale di Piero Piccioni (coadiuvato in sede di arrangiamento da Roberto Nicolosi e Luis Enriquez Bacalov) ed un cast fisso di cantanti e attori tra i quali spiccavano - oltre alla prima ballerina Gloria Paul - Bruno Martino, Jimmy Fontana, Lydia MacDonald, Alida Chelli (che fungeva anche da conduttrice-narratrice) e persino un giovanissimo Little Tony, che muoveva i suoi primi passi nella musica italiana.
Registrato integralmente negli studi RAI di Roma, lo show si presentava assolutamente nuovo per la televisione italiana del tempo e molto curato da ogni punto di vista, ricorda il giornalista Franco Moccagatta: “era un programma all’avanguardia, totalmente registrato su nastri AMPEX (che avevano una resa audio e d’immagine decisamente superiore agli standard di allora), con un  budget di quasi 30 milioni di Lire (!) impiegato per scenografie, costumi e tonnellate di ‘tulle’, 53 tecnici tra sala e regia, 4 telecamere che  lavoravano contemporaneamente, 5 truccatori, 2 stilisti e 3 sarti a disposizione sul set!” - e questa – insieme a quelle poche di altri protagonisti e ad alcune foto del Radio Corriere - rimane l’unica testimonianza di questo varietà che fu definito fin troppo sofisticato per il pubblico televisivo italiano, poiché di taglio “troppo americano”.
Volubile raccontava, infatti, la storia dei sogni proibiti ed inconfessati di una giovane donna (Alida Chelli, allora diciasettenne), le cui fantasie – ora d’amore, ora di paura, ora di sconforto – venivano ‘materializzate’ attraverso canzoni interpretate in un’atmosfera fumosa ed elegante, tra sogno e realtà; la RAI era, allora, saldamente in mano alla DC, con il direttore generale Ettore Bernabei e soprattutto con Filiberto Guala - censore di parole, abiti e balletti - alla cui forbice non sfuggì nemmeno lo show in questione, come ricorda Gloria Paul nelle appassionate note di copertina dell’album.
E questo LP è anche più prezioso poiché rimane l’unica testimonianza di questo varietà, dato che gli Ampex originali conservati negli archivi RAI andarono distrutti in un grosso incendio: la copia personale dei soli nastri audio della Famiglia Piccioni ha reso possibile riscoprire almeno la musica e le splendide canzoni che costituivano l’ossatura dello spettacolo.
Nelle 15 tracce che compongono le due facciate del disco possiamo ascoltare un unico brano strumentale – “Couplets” – nel quale il Maestro suona splendidamente il piano e dirige una grande orchestra di oltre 60 elementi - tra archi, legni, ottoni e sezione ritmica – che spinge sul pedale di un frenetico e danzabile Latin Jazz, mentre tutti gli altri brani sono canzoni, composte da Piero Piccioni, con i testi di Festa e Franciosa.
Proprio nelle canzoni possiamo apprezzare - oltre all’elegante lavoro di direzione musicale della grande orchestra di Piccioni – le doti canore ed interpretative degli artisti, i cantanti e attori che costituivano il cast fisso del programma: il crooner e pianista Bruno Martino (collaboratore di Piccioni fin dagli anni ‘40, ai tempi dell’Orchestra 013) che canta una delle versioni di “Dolce Melodia” (brano che faceva da sigla di apertura e chiusura dello show), la swingante “Tu non pensi che all’amore” (con Alida Chelli, Jimmy Fontana e il cast), la pulsante e grottesca “Fumetti”, lo slow “Tu, un riflesso della sera” (insieme a Lydia MacDonald), “Niente di niente” (degna della colonna sonora di un film noir) e “New Ninna”, pacata ed elegante nel suo incedere Hot Jazz; Lydia MacDonald (alias Lydia Di Domenico, cantante italo-scozzese, già collaboratrice di Piccioni in orchestra e poi al servizio anche di altri compositori per il cinema in tantissime colonne sonore) canta un’altra versione di “Dolce Melodia” e la sofisticata “Samba Do Brasil”, mentre Alida Chelli è interprete dei brani più ‘giocosi’ - memori dello stile della Mina di canzoni come “Tintarella di luna” o “Una zebra a pois” - come “La noia” e “Giovanotto”, nei quali è coadiuvata anche dal cast di attori come Lia Zoppelli, Renato Di Carmine, Giustino Durano e Carlo Croccolo, mentre in “A Parigi” duetta con Jimmy Fontana.
Completano il cast artistico lo stesso Jimmy Fontana – che interpreta la swingante e divertente “Tic” e che quello stesso anno parteciperà a Sanremo con un brano scritto da Armando Trovajoli e Dino Verde - insieme al quasi esordiente Little Tony – che canta il Rocking Jazz di “Striscioline” - e a Gloria Paul, che intona “Do You Cha Cha Cha?” (decisamente il brano più riuscito dell’album a parere di chi scrive), con voce sensuale, sostenuta da una fantasia ritmica e armonica della grande orchestra diretta da Piccioni - tra big band jazz, mambo e cha cha cha - che rimanda al lavoro coevo oltre Oceano di compositori e direttori d’orchestra come, ad esempio, Xavier Cugat, Esquivel!, Henry Mancini, Lalo Schifrin, Johnny Williams ed Elmer Bernstein, anche loro – come i nostri Piccioni, Morricone, Umiliani, Trovajoli, De Masi, Ferrio, etc. etc. - impegnati tra dischi, concerti e musica per cinema e televisione.
Uno spaccato inedito e decisamente intrigante del lavoro di uno dei più grandi compositori e musicisti italiani, capace in questo disco di operare un’elegante sintesi tra le istanze dello stile traditional jazz ed hot jazz delle prime orchestre, con le nuove pulsazioni ritmiche provenienti dal Sud America e dai Caraibi e con un approccio armonico e melodico ed un ‘sound da big band’ inconfondibile: una raccolta di canzoni, sketch e stacchi musicali, capace di riportarci indietro a quella Età dell’Oro del Cinema e della Musica Italiana che sembra oggi un ricordo sempre più sbiadito...

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