Non solo colonne sonore!
Intervista a Silvia Masciulli, titolare del sito Onlyscore.com
Contrariamente a quanto potrebbe far pensare l’espressione anglofona, Onlyscore.com non è un sito che si occupa esclusivamente della vendita di colonne sonore italiane e straniere in CD o LP. Nel nutritissimo catalogo on line si trovano infatti anche riviste di settore, libri sul cinema e sulla musica, dischi di stili musicali in voga negli anni Sessanta e Settanta, come il funky, il beat, il jazz. Molto prima di addentrarsi professionalmente nelle complesse dinamiche del mercato musicale, Silvia Masciulli, fondatrice e titolare del sito, ha sviluppato una passione viscerale per l’Ottava Arte.Di origini pescaresi, gestisce ora le vendite da Roma, dove si è da tempo trasferita. Gli intenditori avranno già rilevato in questo una curiosa corrispondenza: è risaputo che le maggiori case discografiche italiane specializzate in colonne sonore hanno le loro sedi proprio tra la provincia di Pescara (Digitmovies) e la Capitale (Beat Records, CAM, Cinevox, GDM Music). Che fosse un segno del destino? Comunque sia, Silvia - che tra l’altro si dichiara un’affezionata lettrice di Colonne Sonore fin dai tempi dell’edizione cartacea - ci ha gentilmente concesso una breve chiacchierata telefonica, da cui sono emerse alcune interessanti riflessioni sugli aspetti e i problemi del mercato discografico odierno e sulla risonanza nel mondo della musica italiana da film.
ColonneSonore: Signora Masciulli, può dirci come è nata la sua passione per la musica da film?
Silvia Masciulli: È nata molto precocemente: fin da piccola mia madre mi comprava i 45 giri delle colonne sonore – che disgraziatamente non ho conservato - dei film di Sergio Leone o degli sceneggiati della RAI, come ad esempio Ho incontrato un’ombra di Berto Pisano. All’origine di tutto c’è però una grande passione per il cinema. In realtà il commento musicale in un film ha sempre attratto la mia attenzione, al punto da ritenerlo importante tanto quanto la recitazione, la sceneggiatura etc. Mi è capitato di apprezzare un film solo per la qualità della sua colonna sonora. La passione si è protratta nel tempo e nel 2007, con l’apertura del sito Onlyscore.com, è finalmente diventata una professione.
CS: Dunque Onlyscore.com è stato per lei il coronamento di un sogno comune a molti: trasformare il proprio hobby in un lavoro. L’apertura di un sito commerciale prevede un iter complicato?
SM: Per quanto mi riguarda, no. Infatti avevo già la partita IVA, visto che già da molti anni svolgevo un’attività commerciale: mi occupavo della vendita di vini, quindi non è stato molto difficile operare questo cambiamento. Era però molto dispendioso costruire un sito web e quindi mi sono dovuta documentare per agire il più possibile in autonomia. Ho fatto tutto da sola con grande soddisfazione e in generale mi è comunque servita l’esperienza accumulata nel settore delle vendite. L’aspetto che non avevo considerato è che si tratta di un lavoro faticoso.
CS: Quali sono le incombenze quotidiane da sbrigare nella gestione di Onlyscore.com?
SM: Ogni giorno bisogna rispondere alle numerosissime e-mail che arrivano; evadere gli ordini, cioè preparare i pacchi e spedirli o chiamare il corriere per farglieli ritirare; tenere i rapporti con i fornitori che devono essere contattati praticamente tutti i giorni; aggiornare il sito togliendo i CD esauriti ed aggiungendo le novità. Prima di cominciare non pensavo fosse un lavoro così impegnativo e soprattutto senza orari: fino a pochi minuti fa, ad esempio, ero ancora in piena attività! (l’intervista si è svolta in tarda serata, nda).
CS: Commercia di più con l’estero o con l’Italia?
SM: All’inizio – sono ormai oltre tre anni che ho iniziato l’attività – prevalentemente con l’estero e solo più tardi anche con l’Italia. A mio avviso gli italiani solo molto restii ad effettuare acquisti on line per un’istintiva diffidenza nel pagare per articoli che non possono né vedere né toccare. Molti infatti mi telefonano prima di procedere all’invio dell’ordine chiedendo informazioni assurde e quasi fastidiose, ad esempio se il CD in questione è originale o masterizzato. Inoltre c’è anche il timore che il pacco venga smarrito: per maggiore sicurezza io spedisco sempre ricorrendo alla raccomandata tracciabile e in caso di mancato recapito, provvedo al rimborso dell’intera cifra. Ultimamente però la situazione generale sta cambiando; infatti numericamente i clienti italiani sono alla pari degli stranieri, anche se questi ultimi di solito inoltrano ordini più consistenti. Il mio obiettivo è comunque quello di incrementare il più possibile il mercato italiano, anche se ciò non è per niente facile.
CS: A questo proposito, secondo lei il fatto che la musica da film italiana sia relativamente poco conosciuta ed apprezzata nel Bel Paese dipende dalla mancanza di informazione?
SM: Penso proprio di sì. Voglio dire che l’amore che dimostrano all’estero per il nostro cinema degli anni Sessanta e Settanta in Italia non esiste, ancor meno la conoscenza. Il fatto che una rivista di settore come Cine70, oltretutto in lingua italiana, sia richiesta quasi esclusivamente dalla clientela straniera è indicativo; anche il collezionismo per autore o per etichetta discografica è poco diffuso nella Penisola. Inoltre ho come clienti dei registi stranieri che sono anche grandi collezionisti e comprano tutto quello che esce. Bisognerebbe valorizzare maggiormente la musica italiana in Italia. Lo ripeto, mancano passione e conoscenza. Sembra incredibile ma l’età media di coloro che acquistano da me è superiore ai quarant’anni. I giovani e i giovanissimi evidentemente non conoscono, e quindi non possono apprezzare, il valore del cinema di un tempo.
CS: Come vede il futuro delle vendite online dei CD?
SM: A mio avviso il futuro non è così negativo, specialmente per i settori di nicchia come appunto quello delle colonne sonore dove entra in gioco anche la mania del collezionismo. Un collezionista non ama la musica scaricata ma è interessato ad un prodotto più definito ed appagante anche dal punto di vista estetico. Il vero problema che ha ridotto il respiro del mercato discografico è relativo ai costi di produzione e all’IVA troppo alta che provocano inevitabilmente un incremento del prezzo finale dei CD.
CS: Qual è il paese più interessato alla musica da film italiana?
SM: Sicuramente la Francia e subito dopo il Giappone, anche se il recente cospicuo incremento delle spese di spedizione ha determinato un’importante contrazione delle vendite nei paesi extraeuropei. L’interesse verte soprattutto sulle OST del passato; quelle più recenti, come le fiction che peraltro sono fortemente penalizzate da una circolazione limitata, vanno molto meno.
CS: Più precisamente quali sono i generi più venduti?
SM: Il genere più venduto in assoluto è sicuramente il western all’italiana, di cui c’è un gran culto proprio in Giappone. Anche in Italia però va per la maggiore: ho clienti che fanno ordini di centinaia di Euro ogni sette-otto mesi, acquistando tutto quello che è stato pubblicato in quell’arco di tempo. In seconda battuta troviamo la commedia e i peplum. Meno richieste sono le OST di film drammatici, di fantascienza o di guerra. Bisogna dire d’altro canto che alcuni comprano esclusivamente in base al compositore, altri, pochi per la verità, ordinano tutto quello che esce a prescindere dalla qualità e dal gradimento. Anche il vinile sta avendo un discreto successo in barba ai costi di spedizione, i quali tendono a lievitare perché l’imballaggio deve essere fatto con molta accuratezza: un pacco contenete un 33 giri arriva a pesare circa 1 kg. I più venduti sono quelli della Deja-vu, casa discografica specializzata in musica jazz. Ho notato che nel catalogo del sito ci sono diverse rarità.
CS: Presta una cura particolare nella ricerca dei CD fuori catalogo?
SM: Sì, sto molto attenta a rintracciare CD fuori catalogo. All’inizio ne avevo veramente tantissimi; ora li ho venduti quasi tutti. Di solito li trovo nei negozi che cessano l’attività, me li faccio fatturare e poi li inserisco nel catalogo.
CS: Anche i CD di produzione giapponese sono presenti in larga quantità nel catalogo di Onlyscore.com. Quali sono le case discografiche del Sol Levante che si occupano di musica italiana da film?
SM: La più importante di tutte è la Verita Note, che vanta una produzione dai ritmi industriali. Esce infatti regolarmente con uno o due titoli al mese. Come detto in Giappone c’è un grande interesse per le colonne sonore italiane del periodo d’oro. Gli autori che suscitano più ammirazione sono Armando Trovajoli, Piero Piccioni e Luis Bacalov.
CS: Con quale criterio acquista i prodotti giapponesi?
Il criterio è quello di disporre di un catalogo il più completo possibile. Quindi acquisto tutto quello che viene stampato, specie se riguarda autori italiani. La quantità di cui mi rifornisco varia secondo il genere cinematografico. In questo caso viene in soccorso l’esperienza accumulata: se si tratta di un western, faccio in modo di averne sempre diverse copie a disposizione perché come ho detto è il genere maggiormente richiesto. Il vero problema dei prodotti discografici giapponesi è il loro costo. Fino a qualche tempo fa riuscivo a venderli a 29 Euro l’uno, ma ora, a causa dell’aumento del valore dello Yen e per via delle tasse doganali, non me lo posso più permettere.
CS: Per concludere, veniamo alla sua collezione personale. Quanti CD possiede? Quali generi o autori predilige?
SM: Ho una collezione molto nutrita, il 90% della quale riguarda musicisti stranieri. In tutto possiedo circa 3500 CD e un numero imprecisato di LP. Relativamente ai film stranieri, colleziono CD in base ai compositori. Tra i miei preferiti c’è John Barry di cui sono riuscita a raccogliere quasi tutta la discografia; riguardo alle OST italiane sono invece più legata ai film, anche se amo particolarmente le partiture di Piero Piccioni. In linea di massima dunque se un film italiano mi è piaciuto, ne acquisto la colonna sonora. Ad esempio, proprio la Verita Note ha recentemente pubblicato la OST di Ieri, oggi, domani scritta da Armando Trovajoli: avendo amato molto il film, ne conserverò sicuramente una copia per me. Questa parte della mia collezione è custodita a Pescara, mia città d’origine. A Roma ho invece l’archivio dei CD che metto in vendita. Ai suddetti due patrimoni separati bisogna aggiungere anche svariate centinaia di dischi rimasti invenduti e poi quelli fuori catalogo, di cui metto sempre da parte per me una copia sigillata. Devo dire che questa “invasione” non mi dispiace affatto, perché raramente succede che io consideri una colonna sonora del tutto inascoltabile. Forse è la passione che mi rende indulgente nel giudizio.
Dunque, amici cinemusicofili, che cosa aspettate a collegarvi al sito di Silvia Masciulli (www.onlyscore.com)? Ci sono concrete possibilità che voi riusciate a trovare quello che state cercando o che vi imbattiate per caso in qualche rarità che credevate irrimediabilmente espunta da tutti i cataloghi. Buona ricerca!