Addio Katyna Ranieri
Addio Katyna Ranieri
Ho incontrato Katyna Ranieri, che ci ha lasciato alla veneranda età di 93 anni, due volte, e sempre sullo sfondo del Teatro La Fenice di Venezia. La prima nel 1983, quando in una serata indimenticabile, degna di una cerimonia degli Oscar, si celebrò il Tributo a Ingrid Bergman ad un anno dalla scomparsa dell'attrice, e il marito Riz Ortolani fu chiamato a dirigere l'orchestra lagunare in un grandioso concerto di musiche tratte dai film interpretati dalla star di Casablanca. La seconda molti anni dopo, nel 2007, quando sempre sul palcoscenico della Fenice si tenne la prima mondiale dell'opera di Ortolani Il principe della gioventù, dedicata alla figura di Giuliano de' Medici.
In quegli incontri constatai che Katyna Ranieri e Riz Ortolani vivevano – musicalmente e privatamente – l'uno per l'altra, sin da quel lontano 1956 in cui si erano sposati a Città del Messico. Katyna, cantante e attrice che aveva già calcato Sanremo e lavorato in cinema e TV, era subito divenuta la vocalist prediletta per i grandi ariosi, le lunghe melodie, i fluenti fraseggi cantabili di Ortolani. Il tutto sfociò nel '62 nella leggendaria “More”, per il film Mondo cane di Jacopetti, Cavara e Prosperi, canzone candidata all'Oscar e di cui la Ranieri inciderà anche una cover italiana intitolata “Ti guarderò nel cuore”. Brano epocale per distensione lirica e ampiezza di respiro, che portò Katyna ad essere, nel '64, l'unica cantante italiana che a tutt'oggi si sia esibita ad una cerimonia degli Oscar. Ma la sua voce estesissima, calda e passionale, capace di spaziare da vibrazioni profonde a registri acutissimi, la porterà a collaborare anche con Nino Rota per i film di Fellini e, tra le altre cose, a registrare un'indimenticabile versione della ballata di Johnny Guitar, scritta nel '54 da Victor Young.
E chi volesse ancora oggi provare i brividi assoluti che suscitano le sue interpretazioni non ha che da riascoltare un altro gioiello della produzione di Ortolani, la struggente “Oh my love” scritta nel '71 per un altro “mondo-movie” del duo Jacopetti & Prosperi, Addio zio Tom, riutilizzata drammaticamente sia nel soundtrack di Drive (2011) di Nicolas Winding Refn che in quello di Gli ultimi saranno gli ultimi (2015) di Massimiliano Bruno. A riprova delle emozioni vertiginose e del pathos che la voce e la musica di questa straordinaria coppia di artisti possono ancora suscitare.