03 Dic2014
La Musica per Immagini è la Musica dell’immagine
La Musica per Immagini è la Musica dell’immagine: Intervista esclusiva alla pianista e compositrice Rossella Spinosa
Abbiamo avuto l’immenso piacere di chiacchierare amichevolmente di Musica con la bella, simpatica ed eccelsa compositrice e pianista Rossella Spinosa, da anni dedita alla composizione di musica originale per film muti di celebri registi internazionali e Direttrice del prestigioso Festival del Cinema Muto di Milano.
http://www.rossellaspinosa.it/biografia.htm
Colonne Sonore: Raccontaci come nasce la tua passione per la musica che ti ha portato a diventare una rinomata pianista, clavicembalista e compositrice di musica applicata?
Rossella Spinosa: La mia passione per la musica nasce in maniera estemporanea, improvvisa...a sei anni circa, ascoltando la versione per orchestra di Musorgskij “Quadri di un’esposizione”. Dopo l’ascolto ho chiesto alla persona che mi aveva proposto l’opera se esistesse o meno uno strumento in grado di riprodurre tutto ciò che avevo ascoltato. Tornata a casa ho detto a mia madre, con estrema serietà, che nella vita sarei stata una pianista. Avevo deciso! Strano si trattasse comunque proprio di un lavoro in qualche modo legato all’immagine...
CS: Parlaci della tua esperienza come Direttrice dell’importante Festival del Cinema Muto di Milano?
RS: Il Gran Festival del Cinema Muto di Milano nasce dopo diversi anni di lavoro di ricerca, studio e analisi della cinematografia muta nonchè della musica ad esso collegata. Una passione condivisa con Alessandro Calcagnile, bacchetta esperta del mondo della musica e, nel caso in questione, della musica applicata al cinema muto, che divide l’onere della direzione artistica di questa manifestazione con me. Dopo anni di sonorizzazioni e di sperimentazioni, nel 2010 abbiamo dato vita alla Prima Edizione del Festival, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, dedicandola a Charlie Chaplin, sotto l’egida dell’Associazione Chaplin. Poi, abbiamo proseguito alternando edizioni tematiche a edizioni monografiche dedicate a singoli registi.
Le collaborazione con enti del mondo cinematografico son diventate sempre più importanti e l’ultima edizione, la quinta, appunto, del 2014, dedicata alla produzione muta poco nota di Alfred Hitchcock mi ha regalato - come compositrice - emozioni e gratificazioni davvero importanti.
CS: Quali sono nella musica classica e per film i compositori che maggiormente ispirano il tuo lavoro di compositrice?
RS: E’ una domanda veramente difficile. Credo che sia per la composizione di musica non applicata, sia per quella applicata, veramente importante avere un bagaglio di conoscenza musicale il più ampio e profondo possibile. Ciascun compositore che svolga con serietà il proprio mestiere ha una curiosità innata, una volontà di conoscere e scoprire che si snoda in modo ininterrotto. Ciascun ascolto diventa “tassello” del proprio gusto e del proprio non-gusto e aiuta poi nella dipanazione del proprio pensiero-intreccio interiore nel momento in cui decide di esternarsi. Io provengo da una formazione classica, ma ho sempre ascoltato tutti i generi musicali, senza distinzione di sorta. Ho amato intensamente la musica antica, al punto tale da seguire l’intero percorso di formazione clavicembalistica, ma al contempo son diventata interprete di innumerevoli opere contemporanee di pregiati colleghi compositori, sia come solista, sia in ensemble e in molte occasioni anche dedicataria di loro lavori.
Può sembrare molto generalista, ma ogni suono e anche ogni non-suono influenza il mio lavoro compositivo; così come hanno una enorme influenza le mie letture di psicologia della musica, di filosofia della musica, di estetica e tanto altro ancora...
CS: Quale è il tuo metodo di approccio nel comporre musica originale per i film muti: parti da una sensazione che ti stimola la trama della pellicola o guardi direttamente il girato e poi ti metti al pianoforte a scrivere?
RS: Guardo il girato...tante volte...poi inizio a lavorare al pianoforte, senza più avere l’immagine davanti, ma cercando di creare il mio percorso musicale, poi torno a lavorare nel dettaglio sull’immagine...è un lavoro lungo, continuo, in cui ricerca del suono significa ricerca del pensiero di chi occupa la scena, in cui non ci si può limitare a sottolineare (se non nei casi in cui ciò appaia realmente necessario) ma occorre commentare, ovvero interpretare...almeno per me...
CS: Quando scrivi pensi principalmente in maniera orchestrale o solistica?
RS: Penso il dialogo musicale, ricerco l’idea...trovata questa, la tipologia della commissione (per pianoforte solo, per ensemble, per orchestra) integra e plasma l’idea...
CS: Ti piacerebbe comporre la musica originale di un film che non sia legato al periodo muto della Settima Arte?
RS: Sì, sicuramente...ho completato da poco la collaborazione per un film dedicato agli immigrati della seconda generazione di un regista asiatico...è molto diverso, naturalmente. Nel cinema muto il musicista è “apparentemente” libero...esistono in verità comunque i vincoli nelle tecniche consolidate di sonorizzazione, nel rispetto delle scelte e delle volontà dei grandi registi con cui tratti...la serietà comunque dello studio compiuto e l’esperienza in questo settore, si avverte in modo istantaneo e chi è del settore comprende subito se ci si “sta improvvisando” nel compiere l’operazione o meno...ora il muto è di grande “appeal”...sembra che improvvisamente sia balzato all’attenzione di tanti. Spero si continui a lavorare con serietà, evitando di creare un fenomeno di marketing commerciale che potrebbe soltanto danneggiare l’insorgente interesse per questa forma d’arte...Ti assicuro che vedere il Teatro Dal Verme pieno di gente e ascoltare gli applausi calorosi e lunghissimi sia per La Corazzata Potemkin nel 2013 sia per L’Isola del Peccato di Hitchcock nel 2014, mi ha regalato non solo un’emozione realmente profonda ma è stato anche indicatore che il percorso, intrapreso tanti anni fa ormai, è quello giusto...
CS: Hai studiato con il Maestro Premio Oscar Luis Bacalov che molteplici colonne sonore ci ha regalato. Quali sono stati i suoi insegnamenti riguardo la musica applicata alle immagini?
RS: Luis è stato il mio insegnante in Chigiana a Siena; quando mi ha assegnato il Diploma di Merito al primo anno insieme anche alla borsa di studio Emma Contestabile, è stata per me una sorpresa incredibile...All’ascolto della musica da me composta sulla sequenza assegnatami, estratta da Shining di Kubrick, Luis ha commentato: “E’ completamente folle!”. Non ho immediatamente apprezzato il commento, ma Luis mi ha sempre dato prova di grande rispetto della mia personalità musicale, senza limitarmi o indirizzarmi in alcun modo, fiducioso che avrei trovato la mia strada. Oggi siamo partner musicali in duo pianistico; abbiamo suonato insieme per la prima volta nel 2009 e dal 2015 partirà un nuovo programma da concerto con musiche di Luis, mie, di alcuni autori esperti di tanghi appositamente trascritti da noi per due pianoforti, affiancati alla Valse di Ravel...son felice di questa nuova produzione e mi auguro possa essere ascoltata da tanti.
CS: Hai composto musiche nuove per storici film muti di Alfred Hitchcock, di Fritz Lang, di Charlie Chaplin, etc. Cosa ha comportato per te porti musicalmente dinnanzi questi mostri sacri del Cinema e dare nuova linfa sonora alle loro immagini?
RS: Gioia, gioia e ancora gioia...cosa può esserci di più bello del lavorare con i migliori? Capire come loro rappresentano le emozioni e raccontare a tuo modo le stesse emozioni in musica...
CS: Ci racconti in cosa consistono i workshop musicali per opere multimediali che curi?
RS: Ne ho appena concluso uno molto interessante con studenti dell’Università e compositori a Messina, presso il Teatro Vittorio Emanuele dove è andata in scena la prima delle mie nuove musiche su tre corti di Charlot che ho scritto su commissione del Teatro per la Settimana del Cinema Muto dedicata ai 100 anni di Charlot.
Ho affrontato sia naturalmente la tematica della metodologia compositiva sul muto, esaminando diversi esempi di mia musica (considera che al momento ho all’attivo oltre 60 titoli di pellicole mute da me musicate...), ma anche di altri autori storici come Mascagni, come Mancinelli, come Meisel e tanti altri ancora...
CS: Una nostra domanda classica: cosa è per te la Musica per Immagini?
RS: Per me è la musica dell’immagine; voglio dire che quando avverto, riguardando il film, che quello è il suono “a fuoco” vuol dire che posso riuscire a non dire più “questa musica è giusta per questa immagine” perchè quella è diventata la musica dell’immagine...è una sfida...
CS: I tuoi progetti in cantiere?
RS: Ho un progetto cui tengo davvero molto, con un amico di vecchia data, col quale spesso non ho bisogno di lunghe conversazioni per esser compresa, con cui riesco a creare un dialogo fatto di poche parole ma chiare...ci stiamo lavorando insieme e spero davvero di riuscire a portarlo in scena nel 2015...è anche questo un lavoro di musica applicata ma non all’immagine, se non quella del vissuto e del nostro sentire...non voglio dire di più poichè abbiamo ancora ambedue le dita incrociate, sia io che questo “poeta” che mi accompagnerà nel tracciare un nuovo sentiero...