L’Additional Composer, quello sconosciuto!
L’Additional Composer, quello sconosciuto! – Intervista esclusiva al compositore Antonio Di Iorio
Per approfondire una figura professionale alquanto discussa e nella maggioranza dei casi poco nota se non agli addetti ai lavori, ovvero l’Additional Composer, abbiamo deciso di intervistare un compositore, arrangiatore, orchestratore, direttore d’orchestra e pianista tutto italiano ma trasferitosi da tempo oltreoceano, precisamente a Los Angeles per cercare meritatamente ‘fortuna e gloria’, il molisano Antonio Di Iorio (sito ufficiale: http://www.antoniodiiorio.com/italiano/home.html) con il quale avevamo già chiacchierato a suo tempo (leggi nostra intervista).
Questo talentuoso compositore ha ricoperto vari ruoli in blockbuster americani, soprattutto con la qualifica di ‘Additional Composer’ (compositore addizionale) per l’autore Tom Holkenborg (meglio noto come Junkie XL), nelle sue colonne sonore per film come The Dark Tower, Tomb Raider, Macchine mortali e Alita angelo della battaglia. Chi meglio di lui, un nostro connazionale di cui essere orgogliosi, può spiegarci cosa si cela dietro quello ‘sconosciuto’ dell’Additional Composer che vediamo da molto tempo a questa parte essere accreditato, sempre più spesso e giustamente, nei libretti dei CD e nei titoli di coda dei film.
Colonne Sonore: Spiegaci la figura del ‘compositore addizionale’ o meglio noto in inglese come 'Additional Composer'.
Antonio Di Iorio: La figura dell’Additional Composer nella musica da film è molto semplice da spiegare: è un vero e proprio compositore che affianca il compositore principale (Leader Composer) ingaggiato per il film in questione. L’Additional Composer compone di proprio pugno dei cue (brani musicali o track) per il film in cui si sta lavorando. Il numero dei cue in cui viene coinvolto varia in base alle scelte e al modus operandi del leader composer. A volte può scrivere pochi brani, dai 2 ai 3 in totale, altre volte invece può prendere sotto la propria responsabilità una buona parte dei brani del film. Per quanto riguarda il suo ruolo, posso parlarne descrivendolo in base alla mia esperienza diretta, in base a come viene svolto da me in prima persona e da altri del settore che conosco. L’additional composer innanzitutto vede il film dall’inizio alla fine, e nel momento in cui va ad “attaccare” un cue, lo mappa da principio a fine, decidendo il chaptering (i vari momenti salienti), poi attraverso i markers segna tutti gli hit points (punti principali), i cambi di tempo, cambi metrici e via dicendo. A volte si può creare una mappa musicale vera e propria abbozzando una parte di pianoforte primordiale chiamato sketch musicale, che potrebbe fungere da linea guida per l’arrangiamento e la composizione completa che ne seguirà (questo è a discrezione di ogni persona, ci sono varie metodologie). Quando questo processo è concluso si inizia a scrivere da zero il cue in base alla mappa che si è appena creata. Importantissimo è sottolineare il fatto che non solo viene richiesta un’alta qualità compositiva e professionale, non solo bisogna realizzare dei mock-up (esemplari audio dei brani realizzati con le librerie musicali) di altissimo livello come se fossero eseguiti da una orchestra vera (con elettronica e via dicendo se richiesta), ma si deve avere uno standard di tempistiche di consegna assai elevato. Nel mondo normale quando qualche compositore (soprattutto esordiente) prepara il proprio mock-up da 4 minuti può impiegarci anche settimane o un mese intero per renderlo il più veritiero e professionale possibile. Ebbene, nel mondo di Hollywood si hanno massimo 2-3 giorni per realizzare 4 minuti di musica finiti. Se 4 minuti di musica tengono già impegnati per una settimana o oltre, c’è il rischio che il brano venga dato a qualcun altro del team.
E’ inoltre molto ma molto importante mettere da parte atteggiamenti deleteri dettati dall’ego e dal senso di protezione verso la propria musica. Il compositore come il compositore addizionale lavorano in funzione del film e di ciò che viene richiesto da regista e produttori. Certo, possono e devono sostenere le proprie ipotesi e dare consigli, ma alla fine saranno i filmmakers che avranno l’ultima parola. Se un additional composer inizia a rimuginare e a difendere il proprio brano più volte rigettato, tentando di aggiustarlo invece di scrivere tutt’altra cosa da zero come richiesto, andrà incontro a problemi seri, con due conseguenze inevitabili: la scelta da parte del leader composer di sottrargli tale brano su cui stava lavorando e darlo a qualcun altro del team, oppure l’ipotesi peggiore è che il cue venga tagliato via dal regista stesso in fase di montaggio, e la reputazione del leader composer (che supervisiona i suoi additional composers) è assai a rischio. L’ego è il nemico numero uno in questo ambiente. Velocità, qualità e disponibilità sono la chiave.
CS: In che modo sei arrivato a ricoprire questo ruolo così importante in USA e trampolino di lancio per diventare un compositore in solitaria di colonne sonore?
ADI: Il mio percorso è partito dalla Polonia, dove partecipai al prestigioso e famoso concorso di composizione FMF Film Music Festival Young Talent Award 2013 di Cracovia. Fui selezionato su circa 700-800 submissions e arrivai in finale, in cui ottenni il secondo posto sui tre finalisti. La commissione di giuria era formata da personaggi illustri del panorama della musica da film hollywoodiana, uno dei quali era Michael Todd (Senior Director of ASCAP Film & TV Program), il quale mi rivelò di aver votato per me e mi invitò ad andare a trovarlo a Los Angeles qualora ci fossi mai capitato. Il novembre successivo fui selezionato come finalista per gli Hollywood Music In Media Awards e quindi intrapresi il mio primo viaggio a Los Angeles. Facendo un riassunto, ho iniziato a viaggiare moltissimo tra Italia e Los Angeles, iniziando un percorso di contatti e conoscenze di due anni (non facile il tutto).
Nel 2014 fui selezionato come uno dei 12 compositori da tutto il mondo a poter partecipare all’ambito ASCAP Film & TV Workshop, con registrazione finale della mia musica negli studi FOX di Los Angeles.
E poi nel 2015 partecipai di nuovo al FMF Film Music Festival Young Talent Award 2015 e lo vinsi.
Poco dopo tornai a Los Angeles definitivamente con il mio visto artistico O-1 nuovo di zecca.
Tra le varie figure professionali incontrai (sin dai miei primi viaggi nel 2013) una persona chiave molto influente nella musica da film hollywoodiana e non solo, la quale mi disse che meritavo una chance di farmi conoscere perché era convinto che avrei lavorato molto bene. Quindi, dopo avermi spronato ad ottenere il visto O-1 e in seguito a numerosi incontri con lui durati un paio d’anni, grazie alla sua fiducia nel 2016 mi presentò a Tom Holkenborg (Junkie XL), uno dei suoi clienti, che era alla ricerca di un nuovo assistente. Incontrai Tom subito dopo, e quel meeting fu a dir poco straordinario. Tom apparve subito come una persona solare, stupenda e assai amichevole. La sua prima affermazione mi spiazzò e mi fece capire tante cose, cioè quanto fosse umile e desideroso di apprendere cose nuove. In pratica mi confidò che era nervoso di incontrarmi perché le mie conoscenze e abilità nello scrivere cose “complesse” ma efficaci con l’orchestra erano mind-blowing, sbalorditive per lui. Lui era alla ricerca proprio di una nuova figura professionale che conoscesse l’orchestra e che desse una mano nel cambiare il suo linguaggio musicale. Da lì a poco iniziai subito a scrivere i miei cue per The Dark Tower e Distance Between Dreams, e poco dopo Tomb Raider, Mortal Engines e Alita Battle Angel. A suo dire, la mia velocità e qualità mi portarono sempre più a scrivere la maggior parte delle tracce che fanno parte della score del film, finendo a comporre per oltre il 50% del film stesso, e spesso e volentieri anche il 60%. E da lì a poco, nel 2017, soprattutto in seguito al fatto che il suo precedente senior assistant aveva deciso di tornare in patria in Germania, diventai io il Senior assistant e additional composer di Tom. Ruolo fondamentale non solo per quanto riguarda la composizione stessa, ma mi veniva (e tuttora viene) richiesto di supervisionare gli altri assistenti, dado consigli, aggiustando i loro lavori, insomma, assumendo grandi responsabilità, che nello stesso tempo significa prepararmi a mia volta a diventare, un giorno, io il leader composer con un mio team da gestire a dovere. Da aggiungere che io vengo coinvolto anche nello scrivere le suite iniziali del film, che servono come demo e campionario di tempi e situazioni varie da sottoporre ai filmmakers che ingaggiano Tom.
CS: L'Additional Composer si rapporta col regista o ha solo a che fare con il compositore prescelto per realizzare la score originale?
ADI: Dipende da progetto a progetto. Di solito e nella stragrande maggioranza dei casi il compositore leader si relaziona col regista, ma, almeno parlando del mio caso specifico, come additional composer io faccio parte di tutti i meeting e playback con registi e spesso produttori in modo tale da recepire in prima persona il loro feedback e riscontro. Non è mancato un caso in cui durante The Dark Tower nacque un bel rapporto col regista stesso durante i numerosissimi incontri soprattutto nella fase finale prima di registrare con l’orchestra. Ne parlerò in seguito. Quindi, dipende dai casi. Se l’additional composer lavora in house (nello studio del leader composer) è facile che prenda parte agli incontri. Ci sono, comunque, molti additional composer che lavorano da casa propria, quindi mandano i brani finiti al leader composer senza mai incontrare i filmmakers. Le dinamiche di lavoro sono varie.
CS: Quando, come accade spesso nelle produzioni blockbusters statunitensi, vi sono impiegati più di un 'Additional Composer' in supporto all'autore principale delle musiche, come si suddividono i ruoli?
ADI: Più il compositore è grande, più top titles film e dal grosso budget prende, più assistenti ha. Questo discorso non vale per i compositori della vecchia guardia come John Williams, Ennio Morricone, i quali è risaputo che svolgono tutto da soli. John Williams si avvale solo di una società di copisti per trasportare sui software di notazione (Finale e Sibelius) i suoi manoscritti, e di programmatori per realizzare i mock-up demo delle sue musiche già complete in tutto e per tutto.
Per quanto riguarda la nuova era, ovviamente ogni compositore leader adotta il proprio metodo di lavoro con i suoi assistenti. Io so per certo che il leader composer fa affidamento al senior assistant additional composer come sua spalla principale, e poi entrambi suddividono il lavoro smistandolo agli altri assistenti e supervisionano minuziosamente il tutto. Molti compositori danno i brani più impegnativi ovviamente al proprio senior assistant e i brani “secondari” (sempre minori di numero) agli altri assistenti, e poi ci rimettono mano con il senior assistant. Non mancano casi in cui molti assistenti non scrivono affatto musica, ma si occupano di altre faccende come conformare i cue ai nuovi tagli del film, o altre mansioni. In questo caso non viene concesso loro il titolo di additional composer.
Da aggiungere che alcuni leader composer prima di iniziare a scrivere i cue per il film, realizzano delle suite generali contenenti i temi e non solo, per far capire lo stile della colona sonora in questione. Ebbene, di norma i senior assistant additional composer prendono parte anche alla scrittura di queste suite, per lo meno questo è il mio caso.
CS: Quali sono, se ve ne sono, gli aneddoti più simpatici e particolari che ti sono capitati di vivere da quando fai questo lavoro?
ADI: Su tutti, mi viene in mente la “gara” singolare che ho svolto col regista di The Dark Tower, Nikolaj Arcel, col quale ci sfidammo nel riconoscere il maggior numero possibile di brani di John Williams tratti dalle sue colonne sonore, ascoltando i primi secondi di cue casuali. Finì in un bel pareggio quattro a quattro.
Altri aneddoti sono inerenti i miei incontri con Conrad Pope (celeberrimo compositore, orchestratore e direttore d’orchestra, che vanta tra gli altri innumerevoli collaborazioni con John Williams), con cui abbiamo lavorato in Mortal Engines (Macchine Mortali) e Alita Battle Angel (Alita Angelo Della Battaglia). Ebbene il Maestro Pope mi ha raccontato numerosissimi aneddoti del mondo hollywoodiano, che ovviamente non posso rivelare ma che mi hanno aperto la mente a quella che è la vera realtà di questo mondo “pseudo fatato”, e non mi dilungo su questo aspetto.
Altro siparietto assai curioso e divertente è l’eterna e spassosa diatriba che sto avendo con Tom riguardo John Williams. Egli ammira JW in tutti i suoi aspetti ma ormai lo considera come “datato” e non a caso viene chiamato ormai solo da alcuni registi perché il mondo moderno vuole tutt’altro approccio alla colonna sonora. Quindi, quando si parla di determinate colonne sonore prodotte dal grande Maestro, spesso ci sono degli scambi di opinioni abbastanza “accesi” ma assolutamente spassosi tra me e Tom perché ognuno è convinto delle proprie opinioni.
CS: Tom Holkenborg, alias Junkie XL, è il compositore con il quale hai collaborato di più con la qualifica di compositore addizionale in score tra l’altro per film di richiamo, quali Tomb Raider e Macchine mortali. Com’è il rapporto lavorativo con lui?
ADI: Sì, con Tom Holknborg ho lavorato come additional composer finora in Distance Between Dreams, The Dark Tower di Ron Howard e diretto da Nikolaj Arcel, Tomb Raider diretto da Roar Uthaug, Macchine Mortali di Peter Jackson (Mortal Engines), Alita Battle Angel di James Cameron e diretto da Robert Rodriguez (Alita Angelo Della Battaglia), e stiamo lavorando tutt’ora a Sonic The Hedgehog ed altri due titoli importanti che non si possono rivelare.
Tom è così come si vede nei suoi video tutorial di YouTube: una persona solare, genuina, generosa, amicona ai massimi livelli. Infatti io lo considero come un fratello maggiore ancor prima di essere il mio “capo”. C’è rispetto e grandissimo smisurato affetto reciproco, fatto di grandi abbracci e innumerevoli momenti divertenti, ma è un rapporto caratterizzato anche da grande schiettezza se qualcosa non va a genio a l’uno o all’altro. Questo è lo spirito guida che rende il lavorare con lui una cosa unica, cioè non ci sono finzioni. Il tutto abbracciato da un’estrema professionalità e accuratezza nel lavoro. Poi la parte importante per me è che lui mi affida una grossissima fetta del lavoro da fare come additional composer, mi fa scrivere il 50-60% dei cue per conto mio da inizio a fine fidandosi ciecamente, e mi fa supervisionare gli altri assistenti. Questo grazie al fatto che c’è una fiducia reciproca inestinguibile. Un rapporto raro da trovare e assai prezioso. E’ anche vero che comunque io consegno dai 3 ai 5 minuti di musica finita, orchestrata (nel sequencer) a giorno, quindi questo ha fatto accrescere in lui il volermi dare grosse responsabilità. Piccolo aneddoto a riguardo: il culmine è stato per Mortal Engines dove in un giorno mi venne chiesto di scrivere un cue che durava circa 12 minuti. A fine giornata consegnai, ma devo dire che non fu affatto una passeggiata e a notte inoltrata collassai dalla stanchezza. Una cosa che mi ha reso sempre orgoglioso è il suo continuare a dire che mi vorrebbe clonare per avere altri come me. Un pensiero che non fa altro che far piacere. Questo fa capire molte cose della sua personalità.
CS: Agli inizi della tua carriera di assistente e autore di Film Music ti è successo, se puoi logicamente rispondere, di scrivere musica firmata da un nome già importante nel settore, ovvero fare il ghost writer?
ADI: Dunque, ghost writer significa che comunque tu componi musica per qualcun altro ed il tuo nome non compare mai in nessun luogo, non su IMDB (il database ufficiale del cinema), non nei crediti del film, eccetera. Per fortuna non è mai capitato questo scenario. Finora ho ottenuto i crediti giusti su ogni progetto in cui ho lavorato. E’ anche una questione di principio che ogni additional composer segue e dovrebbe seguire. Non avrei mai nemmeno accettato il contrario. Quindi ogni volta che il mio contributo come compositore addizionale è stato richiesto, ho ottenuto tale credito. Anche se in uno degli ultimi film ho dovuto leggermente lottare perché mi voleva essere negato nonostante avessi scritto le musiche di circa il 60% dell’intero film. Ma la questione è stata risolta nell’arco di poche ore in maniera pacifica e produttiva.
CS: Cosa ti auguri accada da ora in avanti nella tua esperienza americana di compositore per il Cinema?
ADI: Dopo sacrifici dal valore inestimabile, lotte, rinunce, viaggi, distacchi, nottate in bianco, crisi d’esaurimento per giornate lavorative da 48 ore di fila senza avere un giorno libero per tre mesi di seguito, mi auguro, come spesso comunque mi viene già detto, che il mio nome sia in circolazione nell’ambiente hollywoodiano (ho avuto già delle conferme ma per scaramanzia non ci si deve sbilanciare) e date queste premesse, e con il supporto dei miei affetti e di figure importanti come i miei mentori promotori della mia avventura americana, con il supporto di agenzie varie, mi auguro che quanto prima io riesca a mettermi in proprio, aprendo una mia società musicale qui, e riesca a vivere di musica, ma soprattutto vivere di musica in maniera sana, sempre con gioia e voglia di fare cose nuove, di suscitare emozioni positive nella gente, perché alla fine lo scopo del compositore è proprio questo: vedere un sorriso, un viso emozionato solcato da una lacrima nei volti della gente che ascolta un tuo lavoro. Non c’è nulla che appaga di più. Il tutto coronato dall’essere con i miei affetti, di cui sento una mancanza indicibile, e da colleghi affidabili che posso soprattutto definire amici.