Ci ha lasciati il Maestro Franco Battiato
Addio Franco Battiato
Saluto con grande costernazione il mio conterraneo, il siciliano Franco Battiato, nato a Riposto (Catania) il 23 marzo 1945, che ci ha lasciati a 76 anni il 18 maggio 2021 nella sua casa di Milo, un comune del Parco dell’Etna in provincia di Catania. Da tempo ammalato, il compositore, cantautore – in sporadici casi anche in veste di attore –, pittore (con lo pseudonimo di Süphan Barzani), filosofo e regista, uno degli anticipatori della sperimentazione avanguardistica elettronica nella musica leggera italiana – in Lui hanno confluito differenti stili e generi sonori (Brian Eno, Tangerine Dream, John Cale, Karlheinz Stockhausen e non solo), sempre con edificata maestria e ingegno compositivo autoriale, passando con spigliatezza dal prog al rock, dal pop all’etnica, dal punk alla new wave, dalla musica orchestrale al folk e così via –, è stato anche impegnato nelle colonne sonore, all’interno di una carriera costellata di enormi successi (canzoni eterne, taglienti e contro il consumismo dilagante del suo tempo, quali, tra le tante, “Come un cammello in una grondaia”, “Fisiognomica”, “Giubbe rosse”, “Povera patria” e “Le sacre sinfonie del tempo”) e moltissime e celebratissime collaborazioni illustri – in primis il suo più grande sostenitore e amico della prima ora, Giorgio Gaber, e poi la da poco scomparsa Milva (il 23 aprile scorso), Giuni Russo, Alice, Manlio Sgalambro, Giusto Pio, Patty Pravo, i Bluvertigo, Angelo Branduardi, Francesco De Gregori, Tony Esposito, Adriano Celentano, etc. etc. etc.
Proprio nell’ambito a cui siamo maggiormente legati in questa testata, Battiato ha scritto una ventina di commenti cine-musicali tra film corti e documentari. Giustappunto il documentario è stato il suo trampolino di lancio nel mondo della musica applicata alle immagini – Ermanno Comuzio nel suo dizionario “Musicisti per lo schermo, in riferimento al docu televisivo targato RAI Brunelleschi (1978), afferma che lo stesso Battiato disse di essere rimasto sconvolto nello scoprire come il suono potesse cambiare il senso dell’immagine; peccato che la prima puntata di questo documentario, intitolata Filippo Brunelleschi fiorentino, nella quale dovevano esserci le musiche di Franco Battiato, vennero sostituite da musica sacra antica di repertorio, perché le sue composizioni non ritenute idonee al girato; del medesimo furono usati solo due estratti relativamente agli album Pollution e Sulle corde di Aries -.
A venire le collaborazioni con Giacomo Battiato (nessuna parentela) per il film TV del 1990 Una vita scellerata – Benvenuto Cellini, con il corregionale Pasquale Scimeca nel 1993 per la pellicola Il giorno di San Sebastiano, con Elisabetta Sgarbi regista di Colpa di comunismo (2015) e con Giada Colagrande, anche nel ruolo di attore, sul film Padre (2016) con Willem Dafoe. Molti brani o cover di altri da parte di Battiato stesso sono stati utilizzati nel cinema di Nanni Moretti in Bianca (1983, il brano “Scalo a Grado”), La messa è finita (1985, il brano “I treni di Tozeur”) e Palombella rossa (1989, il brano “E ti vengo a cercare”), di Alfonso Cuarón in I figli degli uomini (Children of Men, 2006, la canzone “Ruby Tuesday” dei Rolling Stones nella versione promossa dal cantautore siculo per la colonna sonora del film), di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome (2017, il brano “Radio Varsavia”), di Carlo Verdone Benedetta follia (2018, il brano “La stagione dell’amore”), etc. etc.
Nel 2003 Battiato diventa regista per il suo film d’esordio Perdutoamor nel quale sono presenti canzoni anni sessanta e citazioni colte di musica classica, con il quale ottiene il Nastro d’argento come miglior regista esordiente. Al film partecipano molti suoi amici e colleghi, tra i quali Alberto Radius, Morgan, Francesco De Gregori e Giovanni Lindo Ferretti. Nel 2005 porta alla 62ª Mostra del Cinema di Venezia il suo secondo film da regista, Musikanten: storia basata sugli ultimi quattro anni di vita di Ludwig van Beethoven, interpretato da Alejandro Jodorowsky. Ha composto due opere nel 1987, Genesi, e nel 1991, Gilgamesh.