Ci ha lasciati la regista Lina Wertmüller
Addio Lina Wertmüller
A cura di Massimo Privitera
A 93 anni ci ha lasciati la straordinaria, travolgente, artisticamente, musicalmente e visivamente unica e speciale, destinataria di una genialità infinita (come i suoi titoli lungamente complessi, sarcastici e veraci dei film che ha girato) Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich (ora comprendiamo il perché dei lunghi titoli di cui sopra), abitualmente conosciuta come Lina Wertmüller (Roma, 14 agosto 1928 – Roma, 9 dicembre 2021), regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana.
Fu la prima donna nella storia della Settima Arte ad essere nominata all’Academy Awards come migliore regista per la pellicola di lingua straniera Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia degli Oscar del 1977. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario. In carriera ha realizzato 23 film e 8 TV Movie e serie (vedi filmografia in coda all’articolo), collaborando con diversi prestigiosi compositori di musica applicata alle immagini (tra cui i premi Oscar Ennio Morricone, Nino Rota, Luis Bacalov e non ultimo il sodale Piero Piccioni). Ha scritto 7 sceneggiature per film di registi quali Sergio Sollima, Pasquale Festa Campanile, Franco Zeffirelli ed altri. La sua Visione filmica è stata non solo attoriale, narrativa, registica e scenografica ma anche e in particolar modo musicale, perché i commenti composti dai suoi tanti prediletti autori di note hanno reso ancor più indimenticabili e veri capolavori del Cinema i suoi film – uno su tutti quel gioiello cine-musicale di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto del 1974 del caro e compianto Piero Piccioni.
La vogliamo omaggiare attraverso un commovente, simpatico e autorevole ricordo dell'amico Pietro Paluello, editore musicale della Heristal Entertainment Srl (http://heristalsrl.it/) che ha collaborato con la regista romana
Mannaggia alla miseria!!! – In ricordo di Lina Wertmüller
Quando grazie a Lilly Greco fui di fatto introdotto nella schiera di frequentatori di casa Wertmuller (Lina), la casa di Roma sopra a Piazza del Popolo, per me che non ero ancora ventenne e ragazzo di provincia, che ero rimasto folgorato ma direi incantato da Pasqualino settebellezze, fu come toccare il cielo con un dito. Ci fu una giornata in particolare in cui le chiesi un’infinità di cose rispetto a quel film, scoprendo così che, per lei, fu in fondo importante ma fino a un certo punto e che in fondo amava certamente molto di più ben altre delle pellicole che aveva realizzato. E quando lavorammo con lei, con Lilly Greco e con Lucio Gregoretti, alla colonna sonora dell’ultima sua fiction televisiva Mannaggia alla miseria, mi resi anche meglio conto del rapporto di stima infinita e profonda che correva tra Lina e Lilly… direi di complicità, malgrado tutto e malgrado, come avrebbe scritto Lina stessa in suo libro, “quel nome da ballerinetta”… di Italo Greco, appunto detto “Lilly”. E non era facile lavorarci, proprio su e per la musica. Lei che aveva iniziato il cinema con I basilischi e le musiche di Ennio Morricone, e che poi era passata per il Giamburrasca televisivo realizzato con le musiche di Nino Rota (Ninetto, come diceva lei), ma anche, in quel caso, con la collaborazione di Luis Enriquez Bacalov. Qualsiasi cosa gli facevi ascoltare non andava mai bene... poi, all’improvviso, se ne usciva fuori con fortissima perentorietà… e come “una ducetta” imponeva lo stop della mano sulla testiera quasi urlando “ecco… quella nota lì… quella lì che hai fatto prima. Ecco… prendi quella nota lì e vai avanti…”. Ma se quella nota che seguiva (una), non gli piaceva, ecco che ti redarguiva… “pensa a quella nota di prima!!! Torna lì.” E si rimaneva per un po’ a fare sempre quella nota… per un po’…
Quante discussioni e quante ore in quella casa che suo marito Enrico Job aveva così scenograficamente e sapientemente arredato tra vere colonne e statue antiche e stupende lampade in stile liberty e... “pranzi” a base di pezzi di pizza dura (chissà di quando?) scaldati in forno.
Non dimenticherò mai il volto di Lina quando ci ritrovammo nella camera mortuaria dell’ospedale di Grottaferrata proprio davanti a Lilly che se ne era appena andato e quell’espressione stupefatta in volto mentre ripeteva “E’ impossibile… non ci credo… e adesso?” E mi guardava come se io potessi fare qualcosa. Era da un po’ che non ci sentivamo. Lilly… non c’è più… non scrive più musica per lei. Lei, al di là dei tanti e innumerevoli progetti che sempre aveva in mente, a parte ricevere non molto tempo fa, l’Oscar alla carriera (a compensare appunto quello che non gli assegnarono per Pasqualino…), oramai anche segnata dall’età, non ha realizzato più altre cose. Rimane quel Mannaggia alla miseria che, tra l’altro, riuscimmo a far cantare anche a lei registrando alcune tracce in studio di registrazione e che ho voluto e potuto inserire nel disco della omonima colonna sonora. Perché Lina cantava e sapeva cantare, benissimo, con magia e con trasporto e con incommensurabile forza interpretativa. E a modo suo sapeva, sotto quella “scorza” che stava appena dietro quegli occhiali bianchi, essere più umana di quanto si potesse non immaginare. Senza stare a dire adesso dove si fosse e perché, ma eravamo in un contesto pubblico… quando stavamo per andare via ed io mi avvicinai per aiutarla ad alzarsi dalla seggiola e porgerle il braccio, mi guardò con quegli occhi fulminanti che aveva e a me che, sin da ragazzo, ho sempre avuto un pessimo rapporto con il dentista al punto da non avere quello che si può definire “una bella bocca”, mi disse: “Mi devi fare una promessa… perché alla fine sei anche un bell’uomo… però promettimi… che ti metti a posto i denti!!!”. In parte ho seguito il suo consiglio ma so di aver fatto anche io qualcosa per lei… e spero che benevolmente, oramai dall’aldilà, se ne ricordi ancora. A me resta quel particolare pensiero scritto sulla prima pagina bianca di quel libro dedicato a lei e al suo cinema da Adriano Pintaldi… dove mi scrisse: “A Pietro con grande gratitudine. Lui sa perché!” (Lina Job Wertmuller).
Filmografia con compositori
CINEMA
I basilischi (1963) con Ennio Morricone
Questa volta parliamo di uomini (1965) con Luis Bacalov
Rita la zanzara (1966) con Bruno Canfora
Non stuzzicate la zanzara (1967) con Bruno Canfora
Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) con Piero Piccioni
Film d’amore e d’anarchia - Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza...” (1973) con Nino Rota e Carlo Savina
Tutto a posto e niente in ordine (1974) con Piero Piccioni
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974) con Piero Piccioni
Pasqualino Settebellezze (1975) con Nando de Luca e Enzo Jannacci
La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) con Renato De Simone
Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978) con Pino D’Angiò e Nando de Luca
Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983) con Paolo Conte
Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione (1984) con Paolo Conte
Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1986) con Tony Esposito
Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986) con Pino D'Angiò e Lilli Greco
In una notte di chiaro di luna (1989) con gli Avion Travel
Sabato, domenica e lunedì (1990) con Pino D'Angiò, Antonio Sinagra, Nuova Compagnia di Canto Popolare
Io speriamo che me la cavo (1992) con Carlo D'Angiò
Ninfa plebea (1996) con Ennio Morricone
Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (1996) con Pino D'Angiò
Ferdinando e Carolina (1999) con Italo Greco, Paolo Raffone, Marcello Vitale
Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004) con Lilli Greco e Lucio Gregoretti
TV
Il giornalino di Gian Burrasca (miniserie televisiva) (1964) con Nino Rota
Francesca e Nunziata (film) (2002) con Italo Greco, Lucio Gregoretti
Mannaggia alla miseria (2010) con Italo Greco, Lucio Gregoretti