27 Giu2013
Viaggio sola
Gabriele Roberto
Viaggio sola (2013)
Emergency Music EM 2013-04
19 brani – durata: 31’08”
Gabriele Roberto è un talentuoso compositore italiano, che ha seguito un percorso di formazione classico tra il nostro Paese e la Gran Bretagna (il Royal College of Music di Londra), trovando, prima che in Italia, in Giappone fortuna e gloria (ha vinto il Japan Academy Prize 2007 per lo score del film Memories of Matsuko), scrivendo le musiche per manga e pellicole di vario genere. Nel Bel Paese è ritornato (ancora si divide tra Asia ed Europa per vivere e lavorare) per scrivere le colonne sonore di La vita facile, E’ nata una Star?, Padroni di casa con uno stile musicale tra la scrittura neoclassica europea e il sinfonismo occidentale-hollywoodiano.
Il suo approccio allo scoring di un film è molto moderno e diretto con un uso dell’orchestra accurato e tendente all’utilizzo di ogni singolo strumento nel modo più appropriato e giusto per la pellicola da commentare. Pur avendo realizzato le musiche per film italici di diverso genere, dalla commedia al comico e drammatico, le sue partiture profumano di musicalità internazionali, sono esportabili perché non legate a stilemi tipici della nostra tradizione popolare, ma come un Morricone, un Piersanti, un Buonvino e pochi altri compositori italiani, la sua musica è globale, aperta ad ogni interpretazione e utilizzo. Non è da meno la bellissima e intensa OST di Viaggio Sola di Maria Sole Tognazzi con Stefano Accorsi e Margherita Buy (Miglior attrice protagonista ai David di Donatello 2013), in cui quest’ ultima interpreta il ruolo di un’ispettrice alberghiera che valuta e giudica le prestazioni di hotel di lusso. Rigorosa e zelante, viaggia da sola con il suo kit da lavoro tra una città e l’altra, non riuscendo a mettere radici. Nel mondo vero, non a cinque stelle come gli alberghi che giudica e frequenta, l’attendono Andrea, ex fidanzato ed eterno amico, e Silvia, sorella con marito e prole, che sogna di vederla mettere la testa a posto. Un tragico accadimento le sconvolgerà la vita per sempre. Roberto scrive una soundtrack tra il classico e il moderno con suoni rarefatti e pieni al contempo, a sottolineare la completezza e il vuoto esistenziale nel medesimo istante che pervadono Irene (Buy) nei suoi lunghi soggiorni e viaggi solitari. Peccato per la brevità dell’album che recensiamo (durata sui 30 minuti circa), perché ogni brano è un tesoro compositivo da ascoltare e riascoltare più volte: si incomincia con “Hotel de Crillon” per pizzicati d’archi dal sapore neoclassico, quasi vivaldiano, con i fiati a schizzare un temino irriverente e gaudioso che culmina in un pieno orchestrale (l’ottima Czech National Symphony Orchestra diretta da Marek Stilec). Il classicismo più puro, mozartiano, nel successivo “Gstaad Palace” (notevoli le orchestrazioni curate dallo stesso compositore). Con “Notturno romano” si cambia registro, a dimostrazione dell’eclettismo di Roberto, immergendoci in un brano jazzistico dai toni drammaturgici. In “San Casciano” un jazz dalle influenze classiche bachiane per uno scherzo orchestrale davvero eccellente. “Marrakech” espone un iniziale tema sentimentale per piano, intriso di sofferenza, e accenti arabeggianti sul finire che respirano di spazi aperti e solari. “Curiosando” riespone il tema portante (il leitmotiv della protagonista femminile Irene) sovrapponendolo al motivo cosiddetto del viaggio e del lavoro, in maniera frivola. “Giocando a Savelletri” è un ostinato allegro in cui tutta l’orchestra gioca a rincorrersi in piena libertà espressiva e gioiosa (un brano che sembra uscito dalle commedie alla Jim Carrey o Steve Carrell dal sinfonismo americano). Un’arpa dolente e delicata da il la alla traccia “Lontano da casa” dove un tappeto d’archi sospensivo e un piano desolato accompagnano i ricordi di una Buy tristemente pensierosa. “Magari la musica” è un ballabile tra Ortolani e Morricone degli anni ’70. “Arrivo a Berlino” ci accompagna con il suo ostinato per archi e fiati mentre “Intimità” ci rasserena con una melodia avvolgente e amabilmente calda per piano e archi in cui il tema di Irene si ammanta di sensualità. Un piano da saloon rallegra lo spirito in “The Farm” (pezzo adatto ad una comica di Stanlio e Ollio) e con “Le parole di Kate” veniamo immersi in suoni sintetici nei quali fa capolino un tema malinconico per piano. “Disorientata”, tra synth ambientali e archi trattenuti, con un piano cerca di apparire e tematizzare l’emozione di un attimo disarmante (un brano intimista alla Thomas Newman) per dare sfogo all’orchestra nella sua conclusione. “Il bacio di Andrea” tratteggia un leitmotiv per piano solo dal forte romanticismo. “Viaggio sola” su ritmiche cardiache ci fa ascoltare il tema di Irene per l’ultima volta, in maniera quasi astratta per chiudere l’album con il lungo pezzo folk-ambient “Hypersomnia” di M. Kurella, interpretato da Masha Qrella.
Viaggio sola (2013)
Emergency Music EM 2013-04
19 brani – durata: 31’08”
Gabriele Roberto è un talentuoso compositore italiano, che ha seguito un percorso di formazione classico tra il nostro Paese e la Gran Bretagna (il Royal College of Music di Londra), trovando, prima che in Italia, in Giappone fortuna e gloria (ha vinto il Japan Academy Prize 2007 per lo score del film Memories of Matsuko), scrivendo le musiche per manga e pellicole di vario genere. Nel Bel Paese è ritornato (ancora si divide tra Asia ed Europa per vivere e lavorare) per scrivere le colonne sonore di La vita facile, E’ nata una Star?, Padroni di casa con uno stile musicale tra la scrittura neoclassica europea e il sinfonismo occidentale-hollywoodiano.
Il suo approccio allo scoring di un film è molto moderno e diretto con un uso dell’orchestra accurato e tendente all’utilizzo di ogni singolo strumento nel modo più appropriato e giusto per la pellicola da commentare. Pur avendo realizzato le musiche per film italici di diverso genere, dalla commedia al comico e drammatico, le sue partiture profumano di musicalità internazionali, sono esportabili perché non legate a stilemi tipici della nostra tradizione popolare, ma come un Morricone, un Piersanti, un Buonvino e pochi altri compositori italiani, la sua musica è globale, aperta ad ogni interpretazione e utilizzo. Non è da meno la bellissima e intensa OST di Viaggio Sola di Maria Sole Tognazzi con Stefano Accorsi e Margherita Buy (Miglior attrice protagonista ai David di Donatello 2013), in cui quest’ ultima interpreta il ruolo di un’ispettrice alberghiera che valuta e giudica le prestazioni di hotel di lusso. Rigorosa e zelante, viaggia da sola con il suo kit da lavoro tra una città e l’altra, non riuscendo a mettere radici. Nel mondo vero, non a cinque stelle come gli alberghi che giudica e frequenta, l’attendono Andrea, ex fidanzato ed eterno amico, e Silvia, sorella con marito e prole, che sogna di vederla mettere la testa a posto. Un tragico accadimento le sconvolgerà la vita per sempre. Roberto scrive una soundtrack tra il classico e il moderno con suoni rarefatti e pieni al contempo, a sottolineare la completezza e il vuoto esistenziale nel medesimo istante che pervadono Irene (Buy) nei suoi lunghi soggiorni e viaggi solitari. Peccato per la brevità dell’album che recensiamo (durata sui 30 minuti circa), perché ogni brano è un tesoro compositivo da ascoltare e riascoltare più volte: si incomincia con “Hotel de Crillon” per pizzicati d’archi dal sapore neoclassico, quasi vivaldiano, con i fiati a schizzare un temino irriverente e gaudioso che culmina in un pieno orchestrale (l’ottima Czech National Symphony Orchestra diretta da Marek Stilec). Il classicismo più puro, mozartiano, nel successivo “Gstaad Palace” (notevoli le orchestrazioni curate dallo stesso compositore). Con “Notturno romano” si cambia registro, a dimostrazione dell’eclettismo di Roberto, immergendoci in un brano jazzistico dai toni drammaturgici. In “San Casciano” un jazz dalle influenze classiche bachiane per uno scherzo orchestrale davvero eccellente. “Marrakech” espone un iniziale tema sentimentale per piano, intriso di sofferenza, e accenti arabeggianti sul finire che respirano di spazi aperti e solari. “Curiosando” riespone il tema portante (il leitmotiv della protagonista femminile Irene) sovrapponendolo al motivo cosiddetto del viaggio e del lavoro, in maniera frivola. “Giocando a Savelletri” è un ostinato allegro in cui tutta l’orchestra gioca a rincorrersi in piena libertà espressiva e gioiosa (un brano che sembra uscito dalle commedie alla Jim Carrey o Steve Carrell dal sinfonismo americano). Un’arpa dolente e delicata da il la alla traccia “Lontano da casa” dove un tappeto d’archi sospensivo e un piano desolato accompagnano i ricordi di una Buy tristemente pensierosa. “Magari la musica” è un ballabile tra Ortolani e Morricone degli anni ’70. “Arrivo a Berlino” ci accompagna con il suo ostinato per archi e fiati mentre “Intimità” ci rasserena con una melodia avvolgente e amabilmente calda per piano e archi in cui il tema di Irene si ammanta di sensualità. Un piano da saloon rallegra lo spirito in “The Farm” (pezzo adatto ad una comica di Stanlio e Ollio) e con “Le parole di Kate” veniamo immersi in suoni sintetici nei quali fa capolino un tema malinconico per piano. “Disorientata”, tra synth ambientali e archi trattenuti, con un piano cerca di apparire e tematizzare l’emozione di un attimo disarmante (un brano intimista alla Thomas Newman) per dare sfogo all’orchestra nella sua conclusione. “Il bacio di Andrea” tratteggia un leitmotiv per piano solo dal forte romanticismo. “Viaggio sola” su ritmiche cardiache ci fa ascoltare il tema di Irene per l’ultima volta, in maniera quasi astratta per chiudere l’album con il lungo pezzo folk-ambient “Hypersomnia” di M. Kurella, interpretato da Masha Qrella.