01 Dic2013
Superfantozzi
Fred Bongusto
Superfantozzi (1986)
Digitmovies CDDM233
28 brani - Durata: 52' 28''
Ormai personaggio cult di una tragica comicità e simbolo stesso di una società agitata e animata da un senso di riscatto e di evasione, nel Natale del 1986 Fantozzi tornò sul grande schermo con il quinto capitolo della sua lunga saga iniziata nel 1975 con il primo episodio con protagonista il travet ragionier Ugo Fantozzi, ideato e interpretato da Paolo Villaggio. I primi due episodi (Fantozzi e Il secondo tragico Fantozzi, considerato dalla critica il migliore di tutta la serie) furono diretti da Luciano Salce. A partire dal terzo episodio, Fantozzi contro tutti, del 1980, la cinepresa passò nelle mani del regista fiorentino Neri Parenti, che ha poi diretto altri sei film della serie, tranne l'ultimo del 1999, diretto invece da Domenico Saverni.
Il quinto episodio della saga è il primo a non essere tratto dai romanzi di Paolo Villaggio, s'intitola Superfantozzi ed è ormai un perfetto prodotto di consumo massivo che però non raggiunge più i livelli di comicità e di regia che hanno caratterizzato i primi film, di taglio più letterario. Al soggetto e sceneggiatura troviamo un cervello a più teste che comprende le firme di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni, il regista Neri Parenti e naturalmente Paolo Villaggio. Parenti privilegia le gag iperboliche e fracassone, ripetute praticamente identiche in tutti i film, con un ricorso inevitabile alle trovate proprie della slapstick comedy. Originale l'idea di far attraversare la storia dell'umanità al personaggio di Fantozzi che, ovviamente, subirà costantemente in ogni epoca soprusi e ingiustizie, confermandosi il “povero Cristo” che avevamo conosciuto nei precedenti quattro film. Superfantozzi segna anche un ritorno alla collaborazione tra il regista Parenti e il cantautore molisano Fred Bongusto. Bongusto aveva precedentemente musicato Fantozzi contro tutti (con il celebre tema ragtime pianistico dei titoli di testa, che è rimasto nella memoria popolare almeno quanto quelli di Fabio Frizzi e di Bruno Zambrini) e poi un epigono fantozziano, Fracchia la belva umana del 1981. Pur essendo noto al grande pubblico come crooner e cantante confidenziale “à la manière de” Frank Sinatra, Bongusto fu coinvolto nella musica per film fin dal 1965 - due anni dopo la consacrazione del suo successo con la canzone “Una rotonda sul mare” - quando interpretò la canzone “A Man... a Story” di Giovanni Locatelli, utilizzata per i titoli di coda del film Un dollaro bucato di Giorgio Ferroni (con protagonista il compianto Giuliano Gemma). Questa canzone è più nota, con testo italiano di Mogol e Pallavicini, col titolo “Se tu non fossi bella come sei”, sempre cantata da Bongusto. Tarantino ha ripreso la versione strumentale di questa canzone (curata dal compianto compositore Gianni Ferrio) per la colonna sonora del suo capolavoro Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds) del 2009. Nello stesso 1965 Bongusto lavorò ancora per il “cinema Spaghetto” scrivendo il testo e interpretando la canzone “Gringo” musicata da Benedetto Ghiglia per il Main Title del film Adiós Gringo diretto da Giorgio Stegani. Sempre per il cinema western nostrano, Bongusto scese in campo anche in veste di compositore firmando, nel 1968, insieme a Berto Pisano, la colonna sonora del film Uno dopo l'altro di Nick Nostro e interpretando anche qui una canzone dal titolo “May Be One May Be Nine”. Da segnalare anche la partecipazione di Bongusto, in veste di attore, a due film musicali nella prima metà degli anni Sessanta (Obiettivo ragazze e Questi pazzi, pazzi italiani). Tra il 1967 e il 1991, Fred Bongusto confezionò dunque le colonne sonore di 26 film, tra cui Il tigre di Dino Risi del 1967 (suo esordio come soundtracker), il celebre campione d'incassi Malizia di Salvatore Samperi del 1973 (che lanciò l'icona erotica Laura Antonelli), fino a La cicala di Alberto Lattuada (1980) e Kamikazen – Ultima notte a Milano di Gabriele Salvatores (1987).
Quest'anno Digitmovies, su licenza Cinevox Record, ha pubblicato la colonna sonora integrale di Superfantozzi, comprendente 28 tracce.
Il brano principale della compilation è “Super maratona”, un pezzo molto funzionale e piacevole con ritmi dance e uso del sintetizzatore – che fa il verso in maniera beffarda al Rocky di Bill Conti - montato sui titoli di testa del film e ripreso poi nella scena in cui Fantozzi viene incaricato di andare ad Atene a piedi per annunciare la vittoria della battaglia di Maratona.
La serie delle tracce denominata “Fantozzo antico” comprende “Eden”, un brano figlio del suo tempo, con soffusi ritmi di congas e percussioni cromatiche, sorta di erotic-lounge e un riff reiterato che, nello sviluppo, richiama il tema dei titoli; “Sequenza mela” con il ricorso agli archi elettronici nella scena in cui Fantozzi coglie il frutto proibito per la bella Eva facendo scattare l'antifurto; “Scoperta del fuoco e sotto dinosauro”, nel quale la vocazione jazzistica di Bongusto si manifesta nel breve e cadenzato inserto melodico del clarinetto elettronico, ripreso poi con varianti nel successivo “Nella merda di dinosauro”. Lo spirito beffardo dei titoli delle tracce prosegue con “Super tributi romani”, con il gioco di trombe elettroniche all'arrivo dei soldati a casa Fantozzi, ora divenuto un piccolo coltivatore ebreo (nipote nientemeno che di Lazzaro) che tenta di sopravvivere vessato dalla tasse romane e speranzoso di un riscatto. Ma l'arrivo di Gesù di Nazareth che cammina sulle acque – con un brano synth d'atmosfera - si rivelerà disastroso perché i bambini, per corrergli incontro, calpesteranno l'orto di Fantozzi... Nel brano “Sequenza Lazzaro”, il riff beffardo già ascoltato viene ripreso dal fagotto sintetico e poi un anonimo tappeto sonoro commenta la scena della risurrezione dello zio Lazzaro. L'uso dei cori elettronici - nel “Tema d'amore Excalibur (Ritorno dalla crociata)” pseudo-liturgico e nei similari “Spada Excalibur” e “Incontro con la principessa”, nel quale cambia la timbrica e il metalinguismo del motivo, orientato sul sentimentalismo e non più sul misticismo – ci porta alla fase medievale del grottesco viaggio. Il brevissimo fiato di trombe (sempre sintetiche) della traccia “Super torneo (Fanfara)” è un primo semplice esempio di funzione intradiegetica della musica composta da Bongusto per questo film. Sempre nella sequenza del “Super torneo” troviamo il valzerino “Fantozzi esce dalla tenda” (ripreso poi uguale in “Scontro”), mentre in “Finale torneo” viene ripreso il motivo d'atmosfera di Excalibur. Le note trombettistiche dell'incipit della Marsigliese seguite dalla cellula pseudo-clarinettistica commentano la sequenza ambientata durante la Rivoluzione Francese, quando Fantozzi finisce con l'evirarsi con la ghigliottina. Ritroviamo dunque il nostro nell'età risorgimentale che riesce finalmente a metter su casa ma lo fa – bizzarria degli autori – proprio a Porta Pia il giorno dell'ingresso dei bersaglieri attraverso la famosa breccia. Un gioco di campane digitali condite dal motivetto ricorrente caratterizzano la traccia “Passeggiata Porta Pia”. Nella “Super regata” imposta dal nuovo capoufficio di Fantozzi, Modestino Balabam, ascoltiamo “Gara di canottaggio”, con il pianoforte stile saloon e il ritorno a ritmi più rigidi e coreici dei successivi “Gara fino a mezzogiorno” e “Tentato suicidio” (che riprendono il valzer già ascoltato nella sequenza del Medioevo). L'arrivo degli anni Venti del Novecento e l'America del proibizionismo ispirano Bongusto per lo scatenato charleston “Super Jazz Club” e l'identico “Super Shimmy” (forse il brano più bello – e più “strumentalmente vero” - di tutta la compilation, montato infatti anche sui titoli di coda). Durante la Seconda Guerra Mondiale, Fantozzi, o meglio Tozzi Fan, finisce tra i kamikaze dell'aviazione giapponese (traccia “Bombardiere giapponese”) e poi, nel contemporaneo 1986, durante la partita di calcio Italia-Scozia, si ritrova nelle “trincee” nemiche dopo un piratesco e pittoresco scontro tra i pullman delle due tifoserie rivali. I suoni futuristici di “Super spazio” ci introducono alla scena ambientata in un improbabile futuro, con Fantozzi che, il giorno del suo compleanno, viene obbligato dall'eterno capoufficio ad abbandonare la casa nella quale si era sistemato per festeggiare con le eterne Pina e Mariangela all'aperto; ma un meteorite lo travolge e se lo porta via, mentre il film si conclude sulle note jazz del già citato brano “Super Shimmy”.
Superfantozzi (1986)
Digitmovies CDDM233
28 brani - Durata: 52' 28''
Ormai personaggio cult di una tragica comicità e simbolo stesso di una società agitata e animata da un senso di riscatto e di evasione, nel Natale del 1986 Fantozzi tornò sul grande schermo con il quinto capitolo della sua lunga saga iniziata nel 1975 con il primo episodio con protagonista il travet ragionier Ugo Fantozzi, ideato e interpretato da Paolo Villaggio. I primi due episodi (Fantozzi e Il secondo tragico Fantozzi, considerato dalla critica il migliore di tutta la serie) furono diretti da Luciano Salce. A partire dal terzo episodio, Fantozzi contro tutti, del 1980, la cinepresa passò nelle mani del regista fiorentino Neri Parenti, che ha poi diretto altri sei film della serie, tranne l'ultimo del 1999, diretto invece da Domenico Saverni.
Il quinto episodio della saga è il primo a non essere tratto dai romanzi di Paolo Villaggio, s'intitola Superfantozzi ed è ormai un perfetto prodotto di consumo massivo che però non raggiunge più i livelli di comicità e di regia che hanno caratterizzato i primi film, di taglio più letterario. Al soggetto e sceneggiatura troviamo un cervello a più teste che comprende le firme di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni, il regista Neri Parenti e naturalmente Paolo Villaggio. Parenti privilegia le gag iperboliche e fracassone, ripetute praticamente identiche in tutti i film, con un ricorso inevitabile alle trovate proprie della slapstick comedy. Originale l'idea di far attraversare la storia dell'umanità al personaggio di Fantozzi che, ovviamente, subirà costantemente in ogni epoca soprusi e ingiustizie, confermandosi il “povero Cristo” che avevamo conosciuto nei precedenti quattro film. Superfantozzi segna anche un ritorno alla collaborazione tra il regista Parenti e il cantautore molisano Fred Bongusto. Bongusto aveva precedentemente musicato Fantozzi contro tutti (con il celebre tema ragtime pianistico dei titoli di testa, che è rimasto nella memoria popolare almeno quanto quelli di Fabio Frizzi e di Bruno Zambrini) e poi un epigono fantozziano, Fracchia la belva umana del 1981. Pur essendo noto al grande pubblico come crooner e cantante confidenziale “à la manière de” Frank Sinatra, Bongusto fu coinvolto nella musica per film fin dal 1965 - due anni dopo la consacrazione del suo successo con la canzone “Una rotonda sul mare” - quando interpretò la canzone “A Man... a Story” di Giovanni Locatelli, utilizzata per i titoli di coda del film Un dollaro bucato di Giorgio Ferroni (con protagonista il compianto Giuliano Gemma). Questa canzone è più nota, con testo italiano di Mogol e Pallavicini, col titolo “Se tu non fossi bella come sei”, sempre cantata da Bongusto. Tarantino ha ripreso la versione strumentale di questa canzone (curata dal compianto compositore Gianni Ferrio) per la colonna sonora del suo capolavoro Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds) del 2009. Nello stesso 1965 Bongusto lavorò ancora per il “cinema Spaghetto” scrivendo il testo e interpretando la canzone “Gringo” musicata da Benedetto Ghiglia per il Main Title del film Adiós Gringo diretto da Giorgio Stegani. Sempre per il cinema western nostrano, Bongusto scese in campo anche in veste di compositore firmando, nel 1968, insieme a Berto Pisano, la colonna sonora del film Uno dopo l'altro di Nick Nostro e interpretando anche qui una canzone dal titolo “May Be One May Be Nine”. Da segnalare anche la partecipazione di Bongusto, in veste di attore, a due film musicali nella prima metà degli anni Sessanta (Obiettivo ragazze e Questi pazzi, pazzi italiani). Tra il 1967 e il 1991, Fred Bongusto confezionò dunque le colonne sonore di 26 film, tra cui Il tigre di Dino Risi del 1967 (suo esordio come soundtracker), il celebre campione d'incassi Malizia di Salvatore Samperi del 1973 (che lanciò l'icona erotica Laura Antonelli), fino a La cicala di Alberto Lattuada (1980) e Kamikazen – Ultima notte a Milano di Gabriele Salvatores (1987).
Quest'anno Digitmovies, su licenza Cinevox Record, ha pubblicato la colonna sonora integrale di Superfantozzi, comprendente 28 tracce.
Il brano principale della compilation è “Super maratona”, un pezzo molto funzionale e piacevole con ritmi dance e uso del sintetizzatore – che fa il verso in maniera beffarda al Rocky di Bill Conti - montato sui titoli di testa del film e ripreso poi nella scena in cui Fantozzi viene incaricato di andare ad Atene a piedi per annunciare la vittoria della battaglia di Maratona.
La serie delle tracce denominata “Fantozzo antico” comprende “Eden”, un brano figlio del suo tempo, con soffusi ritmi di congas e percussioni cromatiche, sorta di erotic-lounge e un riff reiterato che, nello sviluppo, richiama il tema dei titoli; “Sequenza mela” con il ricorso agli archi elettronici nella scena in cui Fantozzi coglie il frutto proibito per la bella Eva facendo scattare l'antifurto; “Scoperta del fuoco e sotto dinosauro”, nel quale la vocazione jazzistica di Bongusto si manifesta nel breve e cadenzato inserto melodico del clarinetto elettronico, ripreso poi con varianti nel successivo “Nella merda di dinosauro”. Lo spirito beffardo dei titoli delle tracce prosegue con “Super tributi romani”, con il gioco di trombe elettroniche all'arrivo dei soldati a casa Fantozzi, ora divenuto un piccolo coltivatore ebreo (nipote nientemeno che di Lazzaro) che tenta di sopravvivere vessato dalla tasse romane e speranzoso di un riscatto. Ma l'arrivo di Gesù di Nazareth che cammina sulle acque – con un brano synth d'atmosfera - si rivelerà disastroso perché i bambini, per corrergli incontro, calpesteranno l'orto di Fantozzi... Nel brano “Sequenza Lazzaro”, il riff beffardo già ascoltato viene ripreso dal fagotto sintetico e poi un anonimo tappeto sonoro commenta la scena della risurrezione dello zio Lazzaro. L'uso dei cori elettronici - nel “Tema d'amore Excalibur (Ritorno dalla crociata)” pseudo-liturgico e nei similari “Spada Excalibur” e “Incontro con la principessa”, nel quale cambia la timbrica e il metalinguismo del motivo, orientato sul sentimentalismo e non più sul misticismo – ci porta alla fase medievale del grottesco viaggio. Il brevissimo fiato di trombe (sempre sintetiche) della traccia “Super torneo (Fanfara)” è un primo semplice esempio di funzione intradiegetica della musica composta da Bongusto per questo film. Sempre nella sequenza del “Super torneo” troviamo il valzerino “Fantozzi esce dalla tenda” (ripreso poi uguale in “Scontro”), mentre in “Finale torneo” viene ripreso il motivo d'atmosfera di Excalibur. Le note trombettistiche dell'incipit della Marsigliese seguite dalla cellula pseudo-clarinettistica commentano la sequenza ambientata durante la Rivoluzione Francese, quando Fantozzi finisce con l'evirarsi con la ghigliottina. Ritroviamo dunque il nostro nell'età risorgimentale che riesce finalmente a metter su casa ma lo fa – bizzarria degli autori – proprio a Porta Pia il giorno dell'ingresso dei bersaglieri attraverso la famosa breccia. Un gioco di campane digitali condite dal motivetto ricorrente caratterizzano la traccia “Passeggiata Porta Pia”. Nella “Super regata” imposta dal nuovo capoufficio di Fantozzi, Modestino Balabam, ascoltiamo “Gara di canottaggio”, con il pianoforte stile saloon e il ritorno a ritmi più rigidi e coreici dei successivi “Gara fino a mezzogiorno” e “Tentato suicidio” (che riprendono il valzer già ascoltato nella sequenza del Medioevo). L'arrivo degli anni Venti del Novecento e l'America del proibizionismo ispirano Bongusto per lo scatenato charleston “Super Jazz Club” e l'identico “Super Shimmy” (forse il brano più bello – e più “strumentalmente vero” - di tutta la compilation, montato infatti anche sui titoli di coda). Durante la Seconda Guerra Mondiale, Fantozzi, o meglio Tozzi Fan, finisce tra i kamikaze dell'aviazione giapponese (traccia “Bombardiere giapponese”) e poi, nel contemporaneo 1986, durante la partita di calcio Italia-Scozia, si ritrova nelle “trincee” nemiche dopo un piratesco e pittoresco scontro tra i pullman delle due tifoserie rivali. I suoni futuristici di “Super spazio” ci introducono alla scena ambientata in un improbabile futuro, con Fantozzi che, il giorno del suo compleanno, viene obbligato dall'eterno capoufficio ad abbandonare la casa nella quale si era sistemato per festeggiare con le eterne Pina e Mariangela all'aperto; ma un meteorite lo travolge e se lo porta via, mentre il film si conclude sulle note jazz del già citato brano “Super Shimmy”.