30 Giu2014
Niente rose per OSS 117
Piero Piccioni
Niente rose per OSS 117 (1968)
Beat Records BCM 9522
30 brani – durata: 77’00”
Continua il periodo buono per le ristampe di colonne sonore in ambito Eurospy: la Beat ha, infatti, aggiunto al proprio catalogo l'eccellente lavoro di Piero Piccioni sullo score del film Niente rose per OSS 117.
Si tratta del quinto e conclusivo capitolo della saga cinematografica dedicata a OSS 117, l'agente segreto americano di origine francese, nato nel 1949 dalla penna di Jean Bruce (prima ancora del James Bond di Fleming!) e portato sullo schermo diverse volte, in particolare in produzioni francesi e co-produzioni franco-italiane, da OSS 117 se dechaine (1963), Banco a Bangkok pour OSS 117 (1964), Furia a Bahia pour OSS 117 (1965) - per la regia o la produzione di Andrè Hunebelle – fino a Atout coeur a Tokyo pour OSS 117 (1966) e – appunto - al conclusivo Pas des roses pour OSS 117 (1968), prodotto da Hunebelle, ma diretto in tandem dal francese Jean Pierre Desagnat e dall'italianissimo Renzo Cerrato. Anche il ruolo di protagonista ha subito cambiamenti in questo capitolo finale: a Fred Stafford si sostituisce infatti John Gavin, in compagnia di un cast tipico delle produzioni Eurospy, che include Luciana Paluzzi, Curd Jurgens, Margaret Lee e Rosalba Neri.
E se dei primi quattro episodi (1963-1966) si è occupato, in maniera eccezionale, il compositore francese Michel Magnè (cercate la collezione “Des Films De Andre Hunebelle” edita in CD da Emarcy nel 2004), è invece il nostro Piero Piccioni a sonorizzare – in modo altrettanto eccellente – questo capitolo conclusivo. Ma veniamo ai contenuti.
L'edizione rimasterizzata contiene ben 30 tracce (ovvero la totalità della musica incisa per il film), nominate solo con il numero della sequenza, perciò è facile imbattersi in numerose alternative takes in cui gli stessi temi vengono registrati con variazioni di organico e di posizionamento dei microfoni.
Piccioni ha lavorato sostanzialmente su 2 temi che si ripresentano, appunto, in diversi arrangiamenti per tutto il corso del film, sottolineandone atmosfere, location e narrazione.
“Seq.1” introduce il main theme per small combo (batteria, basso, chitarra, organo e piano): si tratta di un brano eseguito da I Marc 4 e lo stesso Piccioni, swingante in 5/4, dal tiro simile ad altri lavori del Piccioni dello stesso periodo (penso ad esempio alla colonna sonora per I giovani tigri, diretto nello stesso anno da Antonio Leonviola).
In “Seq.2” il main theme è ripreso con la sezione fiati in stile big band: irrompe un set di percussioni e marimba che sposta l'ambientazione esotica a Tunisi, con ricami degli ottoni e organetti misteriosi di contrappunto, per poi tornare quasi in chiave di scherzo allegretto (si tratta di un tipico brano di sincronizzazione, nel quale i musicisti suonano e incidono in studio mentre scorrono le immagini del film; la tecnica era particolarmente usata nelle scene di suspance e mistero). “Seq.3” si caratterizza come brano d'atmosfera, basato su percussioni esotiche, andatura cha cha cha, eleganti fiati lounge e vibrafono e marimba (in uno stile che richiama l'Henry Mancini di Mr. Lucky), per poi riprendere il tema principale con sfumature diverse di arrangiamento e strumentazione. La “Seq.4” introduce il secondo tema, per orchestra d'archi, caratterizzato dal “pizzicato” dei violini. Le successive tracce sono in pratica delle variazioni di questi due temi principali: “Seq.5” è una ripresa del main theme con il pianoforte di Piccioni in evidenza, mentre “Seq.6” è una breve ripresa del tema due in chiave lounge e slow bossa con l'organo di Antonello Vannucchi, insieme a percussioni, chitarra e dissonanze della marimba.
“Seq.7” è la tipica traccia di suspance, con spettrali note d'organo, archi tesi, arpa, chitarra elettrica e basso, con ripresa del tema lounge con fraseggio bluesy dell'organo Hammond, alternato nuovamente alla suspance (altro tipico brano di sincronizzazione, con “tagli” insistiti).
Stesso discorso per le sequenze “8” (il tema lounge arrangiato in chiave bossanova con Hammond e pianoforte), “9” (traccia sospesa con percussioni, organetto, flauti, marimba, tra accenni etnici e atmosfera di suspance) e “10” (ancora una ripresa “sognante” del tema 2 con orchestra d'archi, senza ritmica), mentre la “Seq.11” riprende il main theme con pianoforte in evidenza (alt take), la “Seq.12” è un brano jazz bluesy con solo di Hammond accompagnato da small combo e la “Seq.13” una variazione del tema 2 con orchestra d'archi, senza ritmica, ma con arpa in evidenza (Anna Palomba?).
Ancora alternative takes e variazioni acrobatiche: “Seq.14” riprende il main theme (alt take) con la chitarra di Carlo Pes in à solo, la “Seq.15” crea nuovamente un'atmosfera di suspance, tra percussioni, organo, marimba, rumori della radio e voci della Casbah (tipica traccia di source music o ambiente sonoro) mentre la “Seq.16” si caratterizza come ripresa del tema 2, in atmosfera sognante, con orchestra d'archi, arpa e vibrafono in evidenza.
“Seq.17” è una traccia di musica etnica, che si affida alle sole percussioni per poi riprendere brevemente il main theme, mentre “Seq.18” riprende il tema 2 per piano e organo, in andamento alternato tra slow e fast bossa; “Seq.19” riprende il main theme (alt take) con interruzioni e break tesi, mentre “Seq.20” è un'altra traccia distesa con organo, flauto, chitarra, Hapsichord e gong.
Le sequenze “21” e “23” consistono in riprese del main theme (alt take) con variazioni all'Hammond e arrangiamento da big band, con diversi “tagli” sulla banda sonora, la “Seq.26” e la “Seq.27” invece mettono in evidenza l'à solo di Piccioni al piano e un arrangiamento in chiave “exotica” con marimba e organo; ancora due alt. takes alle “Seq.28” (traccia di suspance con ripresa del main theme con percussioni) e alla conclusiva “Seq.30” (con esplosivo arrangiamento per big band).
Le sequenze “22” (ripresa del tema 2 in chiave lounge-easy listening, con à solo all'unisono di pianoforte e organo, diversi break e cambi di tempo e atmosfera), “24” (ripresa del tema 2 con orchestra d'archi, arpa e organo in slow jazz), “25” (ripresa del tema 2 in chiave “exotica” con marimba, organo spettrale e atmosfera di suspance) e “29” (ripresa del tema 2 per sola orchestra d'archi e pianoforte) chiudono il ventaglio di proposte musicali che Piccioni ha composto per questo film.
La ricchezza e la straboccante quantità di musica contenuta nel CD rendono l'esperienza d'ascolto di questa colonna sonora intrigante e coinvolgente: il Maestro Piccioni dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, di essere uno dei Numeri Uno assoluti del mondo della Musica per il Cinema, anche (o soprattutto?) quando aveva a che fare con produzioni minori, sotto-generi e budget non particolarmente alti. Le soluzioni alternate tra l'utilizzo del piccolo combo (I Marc 4 coadiuvati esclusivamente dal Piccioni stesso al piano), l'orchestra d'archi e la big band, aumentano la capacità narrativa della storia, e garantiscono piacere anche nei momenti non proprio riusciti del film.
Niente rose per OSS 117 (1968)
Beat Records BCM 9522
30 brani – durata: 77’00”
Continua il periodo buono per le ristampe di colonne sonore in ambito Eurospy: la Beat ha, infatti, aggiunto al proprio catalogo l'eccellente lavoro di Piero Piccioni sullo score del film Niente rose per OSS 117.
Si tratta del quinto e conclusivo capitolo della saga cinematografica dedicata a OSS 117, l'agente segreto americano di origine francese, nato nel 1949 dalla penna di Jean Bruce (prima ancora del James Bond di Fleming!) e portato sullo schermo diverse volte, in particolare in produzioni francesi e co-produzioni franco-italiane, da OSS 117 se dechaine (1963), Banco a Bangkok pour OSS 117 (1964), Furia a Bahia pour OSS 117 (1965) - per la regia o la produzione di Andrè Hunebelle – fino a Atout coeur a Tokyo pour OSS 117 (1966) e – appunto - al conclusivo Pas des roses pour OSS 117 (1968), prodotto da Hunebelle, ma diretto in tandem dal francese Jean Pierre Desagnat e dall'italianissimo Renzo Cerrato. Anche il ruolo di protagonista ha subito cambiamenti in questo capitolo finale: a Fred Stafford si sostituisce infatti John Gavin, in compagnia di un cast tipico delle produzioni Eurospy, che include Luciana Paluzzi, Curd Jurgens, Margaret Lee e Rosalba Neri.
E se dei primi quattro episodi (1963-1966) si è occupato, in maniera eccezionale, il compositore francese Michel Magnè (cercate la collezione “Des Films De Andre Hunebelle” edita in CD da Emarcy nel 2004), è invece il nostro Piero Piccioni a sonorizzare – in modo altrettanto eccellente – questo capitolo conclusivo. Ma veniamo ai contenuti.
L'edizione rimasterizzata contiene ben 30 tracce (ovvero la totalità della musica incisa per il film), nominate solo con il numero della sequenza, perciò è facile imbattersi in numerose alternative takes in cui gli stessi temi vengono registrati con variazioni di organico e di posizionamento dei microfoni.
Piccioni ha lavorato sostanzialmente su 2 temi che si ripresentano, appunto, in diversi arrangiamenti per tutto il corso del film, sottolineandone atmosfere, location e narrazione.
“Seq.1” introduce il main theme per small combo (batteria, basso, chitarra, organo e piano): si tratta di un brano eseguito da I Marc 4 e lo stesso Piccioni, swingante in 5/4, dal tiro simile ad altri lavori del Piccioni dello stesso periodo (penso ad esempio alla colonna sonora per I giovani tigri, diretto nello stesso anno da Antonio Leonviola).
In “Seq.2” il main theme è ripreso con la sezione fiati in stile big band: irrompe un set di percussioni e marimba che sposta l'ambientazione esotica a Tunisi, con ricami degli ottoni e organetti misteriosi di contrappunto, per poi tornare quasi in chiave di scherzo allegretto (si tratta di un tipico brano di sincronizzazione, nel quale i musicisti suonano e incidono in studio mentre scorrono le immagini del film; la tecnica era particolarmente usata nelle scene di suspance e mistero). “Seq.3” si caratterizza come brano d'atmosfera, basato su percussioni esotiche, andatura cha cha cha, eleganti fiati lounge e vibrafono e marimba (in uno stile che richiama l'Henry Mancini di Mr. Lucky), per poi riprendere il tema principale con sfumature diverse di arrangiamento e strumentazione. La “Seq.4” introduce il secondo tema, per orchestra d'archi, caratterizzato dal “pizzicato” dei violini. Le successive tracce sono in pratica delle variazioni di questi due temi principali: “Seq.5” è una ripresa del main theme con il pianoforte di Piccioni in evidenza, mentre “Seq.6” è una breve ripresa del tema due in chiave lounge e slow bossa con l'organo di Antonello Vannucchi, insieme a percussioni, chitarra e dissonanze della marimba.
“Seq.7” è la tipica traccia di suspance, con spettrali note d'organo, archi tesi, arpa, chitarra elettrica e basso, con ripresa del tema lounge con fraseggio bluesy dell'organo Hammond, alternato nuovamente alla suspance (altro tipico brano di sincronizzazione, con “tagli” insistiti).
Stesso discorso per le sequenze “8” (il tema lounge arrangiato in chiave bossanova con Hammond e pianoforte), “9” (traccia sospesa con percussioni, organetto, flauti, marimba, tra accenni etnici e atmosfera di suspance) e “10” (ancora una ripresa “sognante” del tema 2 con orchestra d'archi, senza ritmica), mentre la “Seq.11” riprende il main theme con pianoforte in evidenza (alt take), la “Seq.12” è un brano jazz bluesy con solo di Hammond accompagnato da small combo e la “Seq.13” una variazione del tema 2 con orchestra d'archi, senza ritmica, ma con arpa in evidenza (Anna Palomba?).
Ancora alternative takes e variazioni acrobatiche: “Seq.14” riprende il main theme (alt take) con la chitarra di Carlo Pes in à solo, la “Seq.15” crea nuovamente un'atmosfera di suspance, tra percussioni, organo, marimba, rumori della radio e voci della Casbah (tipica traccia di source music o ambiente sonoro) mentre la “Seq.16” si caratterizza come ripresa del tema 2, in atmosfera sognante, con orchestra d'archi, arpa e vibrafono in evidenza.
“Seq.17” è una traccia di musica etnica, che si affida alle sole percussioni per poi riprendere brevemente il main theme, mentre “Seq.18” riprende il tema 2 per piano e organo, in andamento alternato tra slow e fast bossa; “Seq.19” riprende il main theme (alt take) con interruzioni e break tesi, mentre “Seq.20” è un'altra traccia distesa con organo, flauto, chitarra, Hapsichord e gong.
Le sequenze “21” e “23” consistono in riprese del main theme (alt take) con variazioni all'Hammond e arrangiamento da big band, con diversi “tagli” sulla banda sonora, la “Seq.26” e la “Seq.27” invece mettono in evidenza l'à solo di Piccioni al piano e un arrangiamento in chiave “exotica” con marimba e organo; ancora due alt. takes alle “Seq.28” (traccia di suspance con ripresa del main theme con percussioni) e alla conclusiva “Seq.30” (con esplosivo arrangiamento per big band).
Le sequenze “22” (ripresa del tema 2 in chiave lounge-easy listening, con à solo all'unisono di pianoforte e organo, diversi break e cambi di tempo e atmosfera), “24” (ripresa del tema 2 con orchestra d'archi, arpa e organo in slow jazz), “25” (ripresa del tema 2 in chiave “exotica” con marimba, organo spettrale e atmosfera di suspance) e “29” (ripresa del tema 2 per sola orchestra d'archi e pianoforte) chiudono il ventaglio di proposte musicali che Piccioni ha composto per questo film.
La ricchezza e la straboccante quantità di musica contenuta nel CD rendono l'esperienza d'ascolto di questa colonna sonora intrigante e coinvolgente: il Maestro Piccioni dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, di essere uno dei Numeri Uno assoluti del mondo della Musica per il Cinema, anche (o soprattutto?) quando aveva a che fare con produzioni minori, sotto-generi e budget non particolarmente alti. Le soluzioni alternate tra l'utilizzo del piccolo combo (I Marc 4 coadiuvati esclusivamente dal Piccioni stesso al piano), l'orchestra d'archi e la big band, aumentano la capacità narrativa della storia, e garantiscono piacere anche nei momenti non proprio riusciti del film.