24 Set2014
Quel maledetto ponte sull’Elba
Michele Lacerenza
Quel maledetto ponte sull’Elba (1969)
Kronos Records KRONGOLD 002
29 brani – durata: 56’ 35’’
Il cinema popolare italiano ha conosciuto una stagione dorata tra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei ’70, durante la quale ha esercitato quella funzione di intrattenimento facile e generalista che successivamente sarebbe appartenuta alla televisione. I generi più frequentati - storico-mitologico, spionistico, western, musicale, thriller, poliziesco, horror, erotico – tutti rigorosamente riqualificati secondo un criterio rispondente alla formula «all’italiana» (espressione dal valore semantico ambivalente potendo indicare sia sciatteria che genialità), ottennero alterni riscontri di pubblico, passando con disinvoltura da colossali stroncature a successi anche clamorosi ed imprevisti.
Assai meno prolifico di quelli elencati il filone bellico, spregiativamente ribattezzato dagli americani «macaroni combat movie» e prevalentemente incentrato su episodi della Seconda guerra mondiale reali o di fantasia. Ne è un esempio Quel maledetto ponte sull’Elba, coproduzione italo-spagnola diretta dall’argentino León Klimovski, molto attivo in Spagna nel periodo considerato. Il film racconta le gesta di uno sparuto gruppo di soldati americani incaricati, a pochi giorni dalla resa della Germania, di far saltare in aria un ponte sul fiume Elba per impedire ai sovietici provenienti da est di dilagare a occidente (una strategia prodromica dell’imminente Guerra fredda).
Al pugliese Michele Lacerenza, compositore e talentuoso trombettista noto per le sue collaborazioni con Ennio Morricone, spetta il compito di scrivere il commento musicale, coadiuvato nella direzione dell’orchestra da Roberto Pregadio. L’imperativo categorico per una colonna sonora d’ambientazione militare sono normalmente le marce e i silenzi per tromba. I due aspetti convergono in “Opening credits” e poi vengono ripresi, anche singolarmente, in tutta l’opera: il brano esordisce con ritmiche muscolari, prosegue con un agitato per archi e si conclude in un lento per tromba e coro. É qui che Lacerenza fa valere le sua dote migliore, vivificare cioè lo spartito ricreandolo ogni volta con uno stile unico, ricco di chiaroscuri ed emotivamente coinvolgente. L’assolo in questione, splendido, si può apprezzare nella sua integrità ne “Il silenzio del fucile (main title)”. “Allies’ base” e “Air raid” sono altre due marce: allegra la prima (ribadita in “Cuck and march” e “The march of no return”), tesissima la seconda. Data la contestualizzazione altamente drammatica, abbondano poi i temi di suspense dai quali sboccia come un fiore nel deserto l’orchestrale “Erika”, l’unico tema romantico di tutta la partitura, dedicato alla giovane prigioniera polacca grazie al cui sacrificio la missione avrà buon esito. “Soldiers sing – source music”, infine, è un canto tradizionale tedesco riproposto anche in forma strumentale dall’armonica di Franco De Gemini (“Placing the explosives – part I”).
Il CD dell’etichetta maltese Kronos Records presenta un’ampia sezione bonus track con versioni alternative, sequenze non utilizzate nel film e una suite di oltre sette minuti ricavata dall’unione dei vari segmenti tematici della colonna sonora.
Quel maledetto ponte sull’Elba (1969)
Kronos Records KRONGOLD 002
29 brani – durata: 56’ 35’’
Il cinema popolare italiano ha conosciuto una stagione dorata tra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei ’70, durante la quale ha esercitato quella funzione di intrattenimento facile e generalista che successivamente sarebbe appartenuta alla televisione. I generi più frequentati - storico-mitologico, spionistico, western, musicale, thriller, poliziesco, horror, erotico – tutti rigorosamente riqualificati secondo un criterio rispondente alla formula «all’italiana» (espressione dal valore semantico ambivalente potendo indicare sia sciatteria che genialità), ottennero alterni riscontri di pubblico, passando con disinvoltura da colossali stroncature a successi anche clamorosi ed imprevisti.
Assai meno prolifico di quelli elencati il filone bellico, spregiativamente ribattezzato dagli americani «macaroni combat movie» e prevalentemente incentrato su episodi della Seconda guerra mondiale reali o di fantasia. Ne è un esempio Quel maledetto ponte sull’Elba, coproduzione italo-spagnola diretta dall’argentino León Klimovski, molto attivo in Spagna nel periodo considerato. Il film racconta le gesta di uno sparuto gruppo di soldati americani incaricati, a pochi giorni dalla resa della Germania, di far saltare in aria un ponte sul fiume Elba per impedire ai sovietici provenienti da est di dilagare a occidente (una strategia prodromica dell’imminente Guerra fredda).
Al pugliese Michele Lacerenza, compositore e talentuoso trombettista noto per le sue collaborazioni con Ennio Morricone, spetta il compito di scrivere il commento musicale, coadiuvato nella direzione dell’orchestra da Roberto Pregadio. L’imperativo categorico per una colonna sonora d’ambientazione militare sono normalmente le marce e i silenzi per tromba. I due aspetti convergono in “Opening credits” e poi vengono ripresi, anche singolarmente, in tutta l’opera: il brano esordisce con ritmiche muscolari, prosegue con un agitato per archi e si conclude in un lento per tromba e coro. É qui che Lacerenza fa valere le sua dote migliore, vivificare cioè lo spartito ricreandolo ogni volta con uno stile unico, ricco di chiaroscuri ed emotivamente coinvolgente. L’assolo in questione, splendido, si può apprezzare nella sua integrità ne “Il silenzio del fucile (main title)”. “Allies’ base” e “Air raid” sono altre due marce: allegra la prima (ribadita in “Cuck and march” e “The march of no return”), tesissima la seconda. Data la contestualizzazione altamente drammatica, abbondano poi i temi di suspense dai quali sboccia come un fiore nel deserto l’orchestrale “Erika”, l’unico tema romantico di tutta la partitura, dedicato alla giovane prigioniera polacca grazie al cui sacrificio la missione avrà buon esito. “Soldiers sing – source music”, infine, è un canto tradizionale tedesco riproposto anche in forma strumentale dall’armonica di Franco De Gemini (“Placing the explosives – part I”).
Il CD dell’etichetta maltese Kronos Records presenta un’ampia sezione bonus track con versioni alternative, sequenze non utilizzate nel film e una suite di oltre sette minuti ricavata dall’unione dei vari segmenti tematici della colonna sonora.