16 Ott2014
Una bella grinta
Piero Umiliani
Una bella grinta (1965)
Digitmovies CDDM240
27 brani – durata: 73’16”
Digitmovies, in collaborazione col Gruppo Sugar, pubblica su CD, in versione completa, la OST di Piero Umiliani per il film Una bella grinta (aka “The Reckless”), diretto nel 1965 da Giuliano Montaldo ed interpretato da Renato Salvatori, Norma Bengell, Antonio Segurini e lo stesso Giuliano Montaldo.
Originariamente la C.A.M pubblicò un 33 giri (CMS 30 -131) contenente tredici tracce in mono, mentre la canzone “Una bella grinta”, interpretata da Don Powell per i titoli di testa, apparve solamente su singolo della Ricordi (SRL 10-380). Nel 2009 la Cinedelic Records ha ristampato lo stesso materiale del 33 giri su CD per la prima volta assoluta, in edizione limitata di 500 copie. La musica contenuta in questa edizione estesa è tratta dai master tapes in mono della session originale, con quasi 30 minuti di contenuti inediti, compresa la rara versione vocale del singolo, il tutto restaurato e ri-masterizzato in digitale.
Ma veniamo ai contenuti dell'opera: cominciamo col dire che ci troviamo di fronte ad uno dei capolavori più puramente jazz, scritti dal Maestro fiorentino.
La qualità della composizione, dell'arrangiamento e dell'esecuzione è altissima, e questo per via di una particolarità della colonna sonora (invero, non rara nel cinema italiano di quei tempi, quando spesso si aveva a che fare con budget ridotti e tempistiche limitate): i due temi principali (“Una bella grinta” e “Ballata della Bassa Padana”) sono stati incisi, in diverse riprese, sia con organico orchestrale largo, che per piccolo combo (il quintetto capitanato da Gato Barbieri, sul quale torneremo a breve); questo comporta – oltre ad una eccezionale resa nell'utilizzo della musica all'interno del film - un'esperienza di ascolto indipendente dalle immagini e di altissimo valore.
Siamo di fronte ad un disco di puro jazz che, solo per la insistita ripetizione dei temi, pur in variazioni di arrangiamento e organico a rotta di collo, si configura anche come una colonna sonora.
Nella scrittura della musica per questo film Umiliani sembra aver unito le lezioni di alcuni musicisti americani (Coltrane, Shorter ed Hancock, in particolare) alla sua formazione nel jazz italiano ed al suo geniale estro compositivo: non dimentichiamo che il “tardivo” arrivo della musica jazz in Italia comportò una “strana” miscela di tradizionale e moderno - tutta italiana per la verità - per cui, nello stesso disco, lo stile New Orleans e quello Cool potevano coesistere con incursioni nell'Hard Bop e spingersi fino al Jazz modale.
E questo puntualmente avviene anche nella musica in questione: nelle prime sei tracce del disco (quelle che riproducono la facciata A del disco originale della C.A.M.) possiamo ascoltare la grande orchestra diretta da Piero Umiliani interpretare - in maniera potente e swingante- il tema principale “Una bella grinta”, caratterizzato dal suono squillante, dal sapore criminale, degli ottoni e da un elegante à solo di vibrafono (probabilmente suonato da Carlo Zoffoli, tra i migliori session men del periodo al vibrafono e marimba, oltre che compositore di library e stretto collaboratore di Umiliani, oppure da Antonello Vannucchi – ndr).
Anche il tiro di “Ballata della Bassa Padana” flirta con il crime jazz americano, ma il gusto per l'arrangiamento ed il suono sono tipicamente italiani.
“Brass fugato” e “Jazz alla Vivaldi” sono brani figli di quella contaminazione tra jazz e musica classica (Barocca in particolare) che caratterizzò la prima metà degli anni Sessanta ed ebbe un grosso utilizzo nelle partiture di tanti compositori per il cinema e la musica leggera: una canonizzazione del jazz criminale, potremmo azzardare, tra contrabbassi, sezioni di ottoni, clavicembalo e flauto.
“Treno di notte” è un blues in minore dal sapore Blue Note, con organo à la Jimmy Smith e splendidi à solo di chitarra e tromba. Chiude questa prima sequenza di brani orchestrali una seconda versione di “Ballata” dal tiro più incisivo.
I successivi sette brani (la facciata B del disco C.A.M.) sono stati incisi, invece, da un quintetto guidato dal sassofonista Gato Barbieri e composto da musicisti italiani: Enrico Rava alla tromba, Franco D'Andrea al pianoforte, Gianni Foccia al contrabbasso e Eugenio “Gegè” Munari alla batteria.
Gato Barbieri ha trascorso in Italia gli anni compresi tra il 1962 ed il 1969, collaborando con Ennio Morricone (suo il solo di “Sapore di sale” di Gino Paoli, arrangiata da Morricone), Giorgio Gaslini e lo stesso Umiliani (in questa OST e nella fondamentale Svezia, Inferno e Paradiso del 1968 – ndr), perciò non stupisce trovarlo al centro di un progetto del genere.
La resa del quintetto è eccezionale: lo stile trasuda da ogni nota e l'esecuzione è davvero impressionante.
I due temi principali vengono destrutturati e ri-arrangiati, grazie alla sensibilità e al suono caldissimo del sassofono del band leader e della tromba “rotonda” di Rava, mentre il pianismo di D'Andrea incalza in maniera efficace la sezione ritmica di Foccia e Munari. Puro jazz feeling.
Dopo lo straziante grido al sassofono di “Lontananza” (con Barbieri accompagnato dal solo contrabbasso) seguono due momenti al limite della pura improvvisazione modale (il fast jazz di “Sequenza Autostrada” e la variazione sul tema principale “Free theme”, con echi del lavoro dell'Art Ensemble of Chicago), una seconda variazione su “Ballata” e la conclusiva “Hammond blues”.
Le bonus tracks, che completano questa edizione, sono alternative takes e variazioni su “Una bella grinta” e “Ballata della Bassa Padana” (sia in organico orchestrale che in small combo) e sugli altri due temi principali (“Jazz alla Vivaldi” e “Free theme”).
In chiusura la canzone dei titoli di testa - “Una bella grinta” (Umiliani/Sanjust) - interpretata in italiano dal cantante americano Don Powell (che collaborò a diversi lavori per cinema e tv con Umiliani, De Masi e Giombini).
Insomma, un ascolto obbligato per gli amanti del connubio Jazz & Cinema.
Una bella grinta (1965)
Digitmovies CDDM240
27 brani – durata: 73’16”
Digitmovies, in collaborazione col Gruppo Sugar, pubblica su CD, in versione completa, la OST di Piero Umiliani per il film Una bella grinta (aka “The Reckless”), diretto nel 1965 da Giuliano Montaldo ed interpretato da Renato Salvatori, Norma Bengell, Antonio Segurini e lo stesso Giuliano Montaldo.
Originariamente la C.A.M pubblicò un 33 giri (CMS 30 -131) contenente tredici tracce in mono, mentre la canzone “Una bella grinta”, interpretata da Don Powell per i titoli di testa, apparve solamente su singolo della Ricordi (SRL 10-380). Nel 2009 la Cinedelic Records ha ristampato lo stesso materiale del 33 giri su CD per la prima volta assoluta, in edizione limitata di 500 copie. La musica contenuta in questa edizione estesa è tratta dai master tapes in mono della session originale, con quasi 30 minuti di contenuti inediti, compresa la rara versione vocale del singolo, il tutto restaurato e ri-masterizzato in digitale.
Ma veniamo ai contenuti dell'opera: cominciamo col dire che ci troviamo di fronte ad uno dei capolavori più puramente jazz, scritti dal Maestro fiorentino.
La qualità della composizione, dell'arrangiamento e dell'esecuzione è altissima, e questo per via di una particolarità della colonna sonora (invero, non rara nel cinema italiano di quei tempi, quando spesso si aveva a che fare con budget ridotti e tempistiche limitate): i due temi principali (“Una bella grinta” e “Ballata della Bassa Padana”) sono stati incisi, in diverse riprese, sia con organico orchestrale largo, che per piccolo combo (il quintetto capitanato da Gato Barbieri, sul quale torneremo a breve); questo comporta – oltre ad una eccezionale resa nell'utilizzo della musica all'interno del film - un'esperienza di ascolto indipendente dalle immagini e di altissimo valore.
Siamo di fronte ad un disco di puro jazz che, solo per la insistita ripetizione dei temi, pur in variazioni di arrangiamento e organico a rotta di collo, si configura anche come una colonna sonora.
Nella scrittura della musica per questo film Umiliani sembra aver unito le lezioni di alcuni musicisti americani (Coltrane, Shorter ed Hancock, in particolare) alla sua formazione nel jazz italiano ed al suo geniale estro compositivo: non dimentichiamo che il “tardivo” arrivo della musica jazz in Italia comportò una “strana” miscela di tradizionale e moderno - tutta italiana per la verità - per cui, nello stesso disco, lo stile New Orleans e quello Cool potevano coesistere con incursioni nell'Hard Bop e spingersi fino al Jazz modale.
E questo puntualmente avviene anche nella musica in questione: nelle prime sei tracce del disco (quelle che riproducono la facciata A del disco originale della C.A.M.) possiamo ascoltare la grande orchestra diretta da Piero Umiliani interpretare - in maniera potente e swingante- il tema principale “Una bella grinta”, caratterizzato dal suono squillante, dal sapore criminale, degli ottoni e da un elegante à solo di vibrafono (probabilmente suonato da Carlo Zoffoli, tra i migliori session men del periodo al vibrafono e marimba, oltre che compositore di library e stretto collaboratore di Umiliani, oppure da Antonello Vannucchi – ndr).
Anche il tiro di “Ballata della Bassa Padana” flirta con il crime jazz americano, ma il gusto per l'arrangiamento ed il suono sono tipicamente italiani.
“Brass fugato” e “Jazz alla Vivaldi” sono brani figli di quella contaminazione tra jazz e musica classica (Barocca in particolare) che caratterizzò la prima metà degli anni Sessanta ed ebbe un grosso utilizzo nelle partiture di tanti compositori per il cinema e la musica leggera: una canonizzazione del jazz criminale, potremmo azzardare, tra contrabbassi, sezioni di ottoni, clavicembalo e flauto.
“Treno di notte” è un blues in minore dal sapore Blue Note, con organo à la Jimmy Smith e splendidi à solo di chitarra e tromba. Chiude questa prima sequenza di brani orchestrali una seconda versione di “Ballata” dal tiro più incisivo.
I successivi sette brani (la facciata B del disco C.A.M.) sono stati incisi, invece, da un quintetto guidato dal sassofonista Gato Barbieri e composto da musicisti italiani: Enrico Rava alla tromba, Franco D'Andrea al pianoforte, Gianni Foccia al contrabbasso e Eugenio “Gegè” Munari alla batteria.
Gato Barbieri ha trascorso in Italia gli anni compresi tra il 1962 ed il 1969, collaborando con Ennio Morricone (suo il solo di “Sapore di sale” di Gino Paoli, arrangiata da Morricone), Giorgio Gaslini e lo stesso Umiliani (in questa OST e nella fondamentale Svezia, Inferno e Paradiso del 1968 – ndr), perciò non stupisce trovarlo al centro di un progetto del genere.
La resa del quintetto è eccezionale: lo stile trasuda da ogni nota e l'esecuzione è davvero impressionante.
I due temi principali vengono destrutturati e ri-arrangiati, grazie alla sensibilità e al suono caldissimo del sassofono del band leader e della tromba “rotonda” di Rava, mentre il pianismo di D'Andrea incalza in maniera efficace la sezione ritmica di Foccia e Munari. Puro jazz feeling.
Dopo lo straziante grido al sassofono di “Lontananza” (con Barbieri accompagnato dal solo contrabbasso) seguono due momenti al limite della pura improvvisazione modale (il fast jazz di “Sequenza Autostrada” e la variazione sul tema principale “Free theme”, con echi del lavoro dell'Art Ensemble of Chicago), una seconda variazione su “Ballata” e la conclusiva “Hammond blues”.
Le bonus tracks, che completano questa edizione, sono alternative takes e variazioni su “Una bella grinta” e “Ballata della Bassa Padana” (sia in organico orchestrale che in small combo) e sugli altri due temi principali (“Jazz alla Vivaldi” e “Free theme”).
In chiusura la canzone dei titoli di testa - “Una bella grinta” (Umiliani/Sanjust) - interpretata in italiano dal cantante americano Don Powell (che collaborò a diversi lavori per cinema e tv con Umiliani, De Masi e Giombini).
Insomma, un ascolto obbligato per gli amanti del connubio Jazz & Cinema.