“Una grande lezione di musica per film” – Parte Quarantatreesima
“Una grande lezione di musica per film” – Parte Quarantatreesima
Si continua con le interviste-lezioni di Film Music, da voi lettori sempre più richieste, per venire a conoscenza dell’Ottava Arte ed i suoi segreti compositivi, chiacchierando con alcuni compositori sia italici che stranieri che, per merito delle loro risposte approfondite, tentano di ispirare i futuri colleghi nella musica applicata alle immagini. Ecco a voi la quarantatreesima parte delle nostre oramai rinsaldate Lezioni-Interviste con le abituali sei domande alle quali i compositori, che consultiamo in tutto il mondo, sono pregati di rispondere.
Domande:
1) Che metodologia usate nell’approcciarvi alla creazione di una colonna sonora?
2) Qualora non abbiate la possibilità, per motivi di budget o semplicemente vostri creativi, di usare un organico orchestrale, come vi ponete e quali sono le tecnologie che vi vengono maggiormente in aiuto per portare a compimento un’intera colonna sonora?
3) Descriveteci l’iter che vi porta dalla sceneggiatura alla partitura finale, soprattutto passando per il rapporto diretto con il regista e il montatore che talvolta usano la famigerata temp track sul premontato del loro film, prima di ascoltare la vostra musica originale?
4) Avete una vostra score che vi ha creato particolari difficoltà compositive? Se sì, qual è e come avete risolto l’inghippo?
5) Come siete diventati compositori di musica per film e perchè?
6) Che importanza ha per voi vedere pubblicata una vostra colonna sonora su CD fisico oggi che sempre di più si pensa direttamente al digital download?
Oscar Fogelstrom (compositore di Abomination, L’ipnotista, Aurora e Conquering China)
1) Ovviamente tutto inizia con la comunicazione con il regista, la lettura della sceneggiatura o la visione di una prima parte del film. Quindi rimbalzeranno le idee avanti e indietro e proveremo a restringere le nostre opzioni finché non troveremo una soluzione perfetta per il film in termini di stile musicale, strumentazione/orchestrazione, quantità di musica, tempo/ritmo, ecc. Poi scriverò una o diverse demo, che descrivono i diversi tipi di segnali. Una volta approvati, inizierò a comporre la partitura utilizzando le demo con temi, ecc. Come “modello”. Una volta approvate tutte le indicazioni mi preparerò per la registrazione, a seconda dello stile della partitura, ma a meno che non sia elettronica al 100%, ci saranno sempre strumenti dal vivo in un modo o nell’altro. Si tratta di entrare nella giusta mentalità o stato d’animo, metterò insieme playlist con musica varia e mi immergerò davvero in questo lavoro: non solo film music, ma qualsiasi tipo di musica che abbia davvero la giusta atmosfera. Guarderò anche film che hanno lo stesso stile di quello che sto realizzando per trarne ispirazione.
2) Userò qualsiasi strumento o assumerò persone per finire il mio score. Mi assicuro sempre di pianificare i miei progetti in base al budget. Se la partitura non ha un’orchestra, molto probabilmente avrà sintetizzatori e/o strumenti elettronici o acustici, come chitarre, mandolino, nyckelharpa (strumento tradizionale svedese). Quindi li suonerò io stesso o assumerò un musicista per suonarli.
3) Ho delineato il processo sopra, nella prima domanda. Ma per quanto riguarda le tracce temporanee, non ho davvero problemi con quelle. Se usate nel modo giusto possono essere una buona risorsa per parlare della partitura. Raramente ho avuto problemi con i registi che “amavano” troppo lo score temporaneo. Mi assumono per portare il mio suono e la mia musica al tavolo.
4) Non ho davvero avuto nessuno score super difficile in questo senso. Ma per il film Conquering China ho avuto una divertente sfida in cui volevano che la mia colonna sonora risuonasse sia come la musica del 200esimo secolo dell’Europa orientale che come la musica tradizionale cinese. È stato divertente e penso che abbia funzionato alla grande!
5) Ho lavorato professionalmente con la musica per 20 anni, principalmente come cantautore/produttore di musica pop, ma ho composto e prodotto musica anche più a lungo. Intorno al 2005-2006 ho iniziato ad avere l’opportunità di scrivere musica per tv, pubblicità e cortometraggi. Ho subito sentito che si adattava perfettamente alle mie capacità e che mi piaceva davvero comporre musica per immagini! Questo mi ha portato alla fine a iniziare a scrivere colonne sonore per lungometraggi, serie tv a episodi e altro ancora. La grande “occasione” che ho avuto è stata quando ho realizzato il mio primo lungometraggio nel 2012 con The Hypnotist di Lasse Hallström, che ha finito per essere la candidatura svedese agli Academy Awards 2013.
6) In qualità di compositore emergente di musica per film, è davvero difficile da un punto di vista commerciale pubblicare CD. La maggior parte delle etichette non è interessata a pubblicare CD con compositori meno conosciuti, quindi spesso, sfortunatamente, non hai nemmeno questa opzione. So che i CD sono popolari tra molti fan della musica da film, ma per la maggior parte dei compositori meno conosciuti non è purtroppo un’opzione. Cerco di pubblicare alcuni dei miei album della colonna sonora almeno su Bandcamp, che è più un download digitale esclusivo e da qualche parte tra lo streaming e i CD. Ma posso farlo solo per gli album che pubblico con la mia etichetta.
Carmine Padula (compositore delle fiction Chiara Lubich e Ognuno è perfetto)
1) Solitamente chiedo sempre al regista la sceneggiatura e di poter andare sul set; tutti i temi più ispirati sono sempre venuti in albergo dopo aver vissuto l’intera giornata di riprese o alcuni addirittura proprio durante le riprese che ho prontamente segnato sul mio smartphone.
In linea di massima non ho un approccio standard, ma una volta sposato un progetto mi ci butto a capofitto, anima e corpo.
2) Fortunatamente fino ad ora ho quasi sempre avuto la possibilità di poter registrare la mia musica con organici molto grandi, che naturalmente danno un risultato eccezionale. L’unica volta che abbiamo avuto poco budget, ho registrato delle sezioni molto ridotte, doppiandole più volte ed unendole a campionature orchestrali. Il risultato è stato ottimo, ma la magia dell’orchestra è impareggiabile!
3) Durante e dopo la lettura della sceneggiatura inizio ad immaginarmi come quelle scritte possano trasformarsi in sequenze ed inizio a comporre dei temi che invio al regista; come dicevo prima però i temi più belli sono sempre venuti sul set.
Naturalmente parlare con il regista prima di iniziare il lavoro è fondamentale per capire che tipo di approccio e di “sound” dare al film. Cerco sempre una musica che non sia “commento” ma “protagonista” unitamente agli attori e soprattutto che non sia già “sentita e risentita”, calcolando che ormai oggi molte fiction e film vivono di cliché.
Naturalmente anche il rapporto con il montatore è fondamentale; calcolando che non stiamo parlando con musicisti, cerco di far capire loro quanto sia importante fare squadra e venirsi incontro a vicenda per garantire un prodotto di qualità. Una cosa che chiedo sempre di non utilizzare, sono le famose “reference musicali”, in quanto le ritengo fuorvianti sia per me che per il regista.
4) Si, nel mio primo film, la Serie Tv Rai Ognuno è Perfetto c’era una lunga scena da musicare dove dovevo evidenziare due tipi di amore differente, senza però far pesare troppo questa “differenza”. Dopo molte prove ho avuto letteralmente “l’illuminazione”. Lo ritengo tutt’oggi il brano più bello che io abbia scritto per un film! Se siete curiosi potete sentire questo mio brano dal titolo “Love Theme” online, per l’appunto.
5) Mi ritengo molto fortunato, perché fare questo bellissimo lavoro a 20 anni (ho iniziato a 17, segnando l’esordio più giovane in Rai) è davvero un sogno ad occhi aperti. Ho iniziato a comporre ad 11 anni perché vivevo un periodo molto brutto della mia vita con la perdita del mio caro papà, ma non avrei mai creduto di ritrovarmi, dopo solo nove anni, a questo punto; so solo che quando avevo 17 anni un grande regista (Giacomo Campiotti) con un pizzico di follia decise di affidarmi la realizzazione della sua nuova serie Tv per Rai 1, e da lì è iniziato tutto.
6) Essendo nato nel 2000, nell’era della musica digitale, sono perfettamente cosciente di quanto i CD si stiano avviando al declino. Fortunatamente la mia prima colonna, siccome ha avuto molto successo, è stata pubblicata dalla Rai anche fisicamente ed è stato molto bello ed appagante. Certo, però, che ormai sono rassegnato; oggi siamo nell’era di Spotify e quindi dobbiamo adattarci.
FINE QUARANTATREESIMA PARTE