10 Dic2014
Il mercenario
Ennio Morricone
Il mercenario (1968)
GDM Music CD 4335
16 brani (13 di commento + 3 canzoni) – durata: 38’ 14’’
Western rivoluzionario di Sergio Corbucci e primo capitolo della sua trilogia “politica”, Il mercenario contiene in nuce alcuni aspetti del successivo, e a detta di molti meglio riuscito, Vamos a matar compañeros (1970): l’incontro tra un peón messicano, incolto ma istintivamente convinto della necessità morale della rivoluzione, e un europeo senza scrupoli che, al contrario, la concepisce unicamente come un affare lucroso; le allusioni alla situazione socio-politica dell’Italia del tempo in procinto di essere investita dall’onda lunga sessantottesca; la presenza, infine, di alcuni lampi di ironia.
Il vero protagonista del film è dunque il Messico con le pulsioni libertarie e le sudate passioni della sua gente. Ennio Morricone coglie questa particolarità e sovrappone alle immagini una partitura dalle forti coloriture folk: episodi come “Il mercenario (sueño mejicano)” di Voltolini-Morricone, ballata popolare cantata in presa diretta con i tipici acuti, “Fiesta (mariachi)”, tradizionale trombettistico, “Canto a mi tierra”, altra canzone con accompagnamento chitarristico eseguita nel medesimo stile della prima, si integrano alla perfezione con le ambientazioni rurali e proletarie. Allo stesso tempo il Maestro mantiene la consuetudine - da lui sperimentata a partire dai western leoniani - di attribuire ai personaggi principali un correlativo oggettivo musicale: la figura di Sergej Kowalski detto «il Polacco» (Franco Nero) é evocata attraverso l’intrigante fischio cromatico (virtuosissima l’esecuzione di Alessandro Alessandroni) e il limpido assolo di chitarra elettrica de “Il mercenario”; la spensieratezza un po’ ingenua del popolano Paco (Tony Musante) si riflette nel festoso tradizionale messicano per ottoni, archi e con i cori de I Cantori Moderni di Alessandroni “Bamba vivace” (usato tra l’altro anche nei titoli di testa e in tutte le scene di battaglia tra rivoluzionari e regulares); il sadismo di Elam (Jack Palance), killer al soldo delle autorità messicane impegnate nel reprimere i focolai di ribellione, é da ultimo appaiato a “Ricciolo” - dal soprannome affibbiatogli per la sua agghiacciante acconciatura - subdola progressione per chitarra acustica, organo e flauto con il tocco etnico delle nacchere.
La partitura perviene però allo zenit emotivo nei due momenti topici del duello e del raggiungimento della piena consapevolezza delle aspirazioni rivoluzionarie. “Libertà” viene infatti scritta per la sequenza in cui i destini di Kowalski e di Paco si separano perché ormai inconciliabili sono le loro convinzioni sulla rivoluzione. «Io ho un sogno» dice il peón al compare e a questo punto inizia un crescendo orchestrale che, guidato dal coro e con un sottotesto etnico (la struttura ritmica richiama un bolero, antica danza spagnola), raggiunge l’estasi eroica nella parte finale. Evidente e tipicamente morriconiana la corrispondenza tra l’andamento a climax del brano (apprezzabile per intero solo su disco) e la tensione ideale rivoluzionaria che si materializza finalmente in una speranza concreta. Irrobustito da una tagliente chitarra elettrica e dall’inevitabile assolo di tromba, il motivo aveva già esordito in precedenza durante la lunga scena del duello, svoltosi in un anfiteatro, tra Paco e Kowalski contro Elam (“L’arena”).
La chitarra classica suonata per seste di “Notte di nozze”, che avvolge con delicatezza la storia d’amore tra Paco e Columba (Giovanna Ralli), la gattopardesca “Fiesta (valzer)” e la percussiva “Il mercenario (suspense)” completano un commento nel quale Morricone miscela sapientemente autocitazionismo, esercizio di stile ed inventiva, sempre però rispettando le esigenze filmiche.
La GDM Music presenta una ristampa della colonna sonora conseguente alla rimasterizzazione dei nastri approntati per un 33 giri coevo al film. Non essendo a tutt’oggi reperibili i nastri originali della session di registrazione, non vi troviamo la solita sezione dedicata agli inediti e la tracklist é dunque identica a quella delle precedenti edizioni del 2002 e del 2008 (quest’ultima pubblicata su licenza dalla giapponese Verita Note).
Il mercenario (1968)
GDM Music CD 4335
16 brani (13 di commento + 3 canzoni) – durata: 38’ 14’’
Western rivoluzionario di Sergio Corbucci e primo capitolo della sua trilogia “politica”, Il mercenario contiene in nuce alcuni aspetti del successivo, e a detta di molti meglio riuscito, Vamos a matar compañeros (1970): l’incontro tra un peón messicano, incolto ma istintivamente convinto della necessità morale della rivoluzione, e un europeo senza scrupoli che, al contrario, la concepisce unicamente come un affare lucroso; le allusioni alla situazione socio-politica dell’Italia del tempo in procinto di essere investita dall’onda lunga sessantottesca; la presenza, infine, di alcuni lampi di ironia.
Il vero protagonista del film è dunque il Messico con le pulsioni libertarie e le sudate passioni della sua gente. Ennio Morricone coglie questa particolarità e sovrappone alle immagini una partitura dalle forti coloriture folk: episodi come “Il mercenario (sueño mejicano)” di Voltolini-Morricone, ballata popolare cantata in presa diretta con i tipici acuti, “Fiesta (mariachi)”, tradizionale trombettistico, “Canto a mi tierra”, altra canzone con accompagnamento chitarristico eseguita nel medesimo stile della prima, si integrano alla perfezione con le ambientazioni rurali e proletarie. Allo stesso tempo il Maestro mantiene la consuetudine - da lui sperimentata a partire dai western leoniani - di attribuire ai personaggi principali un correlativo oggettivo musicale: la figura di Sergej Kowalski detto «il Polacco» (Franco Nero) é evocata attraverso l’intrigante fischio cromatico (virtuosissima l’esecuzione di Alessandro Alessandroni) e il limpido assolo di chitarra elettrica de “Il mercenario”; la spensieratezza un po’ ingenua del popolano Paco (Tony Musante) si riflette nel festoso tradizionale messicano per ottoni, archi e con i cori de I Cantori Moderni di Alessandroni “Bamba vivace” (usato tra l’altro anche nei titoli di testa e in tutte le scene di battaglia tra rivoluzionari e regulares); il sadismo di Elam (Jack Palance), killer al soldo delle autorità messicane impegnate nel reprimere i focolai di ribellione, é da ultimo appaiato a “Ricciolo” - dal soprannome affibbiatogli per la sua agghiacciante acconciatura - subdola progressione per chitarra acustica, organo e flauto con il tocco etnico delle nacchere.
La partitura perviene però allo zenit emotivo nei due momenti topici del duello e del raggiungimento della piena consapevolezza delle aspirazioni rivoluzionarie. “Libertà” viene infatti scritta per la sequenza in cui i destini di Kowalski e di Paco si separano perché ormai inconciliabili sono le loro convinzioni sulla rivoluzione. «Io ho un sogno» dice il peón al compare e a questo punto inizia un crescendo orchestrale che, guidato dal coro e con un sottotesto etnico (la struttura ritmica richiama un bolero, antica danza spagnola), raggiunge l’estasi eroica nella parte finale. Evidente e tipicamente morriconiana la corrispondenza tra l’andamento a climax del brano (apprezzabile per intero solo su disco) e la tensione ideale rivoluzionaria che si materializza finalmente in una speranza concreta. Irrobustito da una tagliente chitarra elettrica e dall’inevitabile assolo di tromba, il motivo aveva già esordito in precedenza durante la lunga scena del duello, svoltosi in un anfiteatro, tra Paco e Kowalski contro Elam (“L’arena”).
La chitarra classica suonata per seste di “Notte di nozze”, che avvolge con delicatezza la storia d’amore tra Paco e Columba (Giovanna Ralli), la gattopardesca “Fiesta (valzer)” e la percussiva “Il mercenario (suspense)” completano un commento nel quale Morricone miscela sapientemente autocitazionismo, esercizio di stile ed inventiva, sempre però rispettando le esigenze filmiche.
La GDM Music presenta una ristampa della colonna sonora conseguente alla rimasterizzazione dei nastri approntati per un 33 giri coevo al film. Non essendo a tutt’oggi reperibili i nastri originali della session di registrazione, non vi troviamo la solita sezione dedicata agli inediti e la tracklist é dunque identica a quella delle precedenti edizioni del 2002 e del 2008 (quest’ultima pubblicata su licenza dalla giapponese Verita Note).