14 Giu2015
A Little Chaos
Peter Gregson
Le regole del caos (A Little Chaos, 2015)
Milan 399 720-2
16 brani – Durata: 41’17”
Nel 1997 l’attore e regista teatrale Alan Rickman (a tutti noto come il Severus Piton della saga magica di Harry Potter) esordiva nella regia cinematografica con il malinconico ed intimista L’ospite d’Inverno, affidando le splendide musiche al compianto Michael Kamen che con un pianoforte e un tema ricorrente riscaldava l’intera storia in un’ambientazione gelida. Questa volta per il suo film in costume, un dramma velato di commedia, ambientato a Versailles (ma girato interamente in Inghilterra con un piccolo budget), Rickman nella doppia veste di regista e attore (interpreta il Re Sole, Luigi XIV), con Kate Winslet, Matthias Schoenaerts e Stanley Tucci, chiama a vestire musicalmente la sua nuova opera il giovane talentuoso Peter Gregson, qui alla sua prima prova nell’ambito delle colonne sonore.
In realtà questo bravo violoncellista inglese ha già prestato le sue doti da musicista a partiture cinematografiche di diversi compositori connazionali, vedi Max Richter e Joby Talbot; segnalato a Rickman da un amico che aveva collaborato con Gregson per un balletto, il regista e il compositore hanno da subito trovato la giusta direzione per questa vicenda molto teatrale nell’impostazione filmica, narrante la relazione romantica di due artisti paesaggisti di enorme talento impigliati nella costruzione di un giardino nel palazzo del re Luigi XIV a Versailles.
Gregson che dirige l’orchestra e suona personalmente il suo strumento per eccellenza, il violoncello, e il pianoforte, crea un ambiente sonoro il più delle volte rarefatto, di quell’astrattismo per archi in contrappunto e in primo piano, solisti e non, che non appartiene all’epoca del film bensì delinea modernamente i suoi stati d’animo, i pensieri e le contraddizioni. Fin dal primo brano, “Sabine” un tema, quasi un inciso in verità, per violoncello solo e piano in controcanto, sottolinea i sentimenti scissi e stranianti della protagonista interpretata magnificamente dalla Winslet. In “What Happened” gli archi si fanno bruschi e veloci su quel tappeto aereo sintetico per nulla confortante, con la chiusa lasciata al pianoforte. Il breve “This is your Eden” parte tensivo, sospeso tra due mondi, reale e irreale, tra due scelte complicate, anche “The Task Ahead” ha un incipit teso per svelare ben presto le trame sottese e confuse della storia con il piano minimale finale. “Walking Out” profuma di atmosfere desplatiane nel suo inizio compulsivo che si apre ad archi e piano dapprima ariosi poi mesti. Una delicata armonia malinconica accompagna, in un accenno di nuovo tema troppo breve per chiamarlo tale, “From Paris to the Aquaduct”, invece in “It’s a Shrine” compare un leitmotiv disperato per chitarra sola (suona John Gregson). Doloroso “Travelling to Marly” per piano rarefatto su archi contrappuntistici. “The Sluice Gate” da agli archi il compito di far salire piano piano la tensione sempre più fino ad essere aggressivi e perturbanti, con il tema portante sullo sfondo che cerca di farsi strada, soprattutto sul finire del pezzo. “Don’t Ask me” è pura rassegnazione su archi sottesi e altamente drammatici per disvelare qualcosa di positivo nel finire accompagnato dal piano e nuovamente dagli archi in ostinato. In “When You Are Strong Enough” il piano la fa da padrone con il tema secondario che cerca di rasserenare gli animi ma non sempre ciò che appare in realtà è! “Making Love” raffigura la scena d’amore della pellicola sorretta dal pianoforte che canta il leitmotiv principale di una bellezza antica dove la rarefazione, come ampiamente già detto in queste righe, è l’essenza portante di tutta la partitura e qui sontuosamente espressa. “Marie-Claire’s Toys” è tristezza in musica con le sue armonie per pianoforte su effetti sintetici trattenute e quasi soffocate. “The Music Comes From the Heavens”, traduzione “La musica viene dai cieli”, ripresenta il violoncello in controcanto al piano solo in una raffigurazione armonica atmosferica e surreale, con gli archi che appaiono e scompaiono in lontananza, dall’andamento morriconiano, in cui sprazzi di gioia sonora cercano di farsi largo a tratti vincendo sulla nostalgia del tema esposto.
“A Little Chaos”, penultimo pezzo del CD, si apre agli archi in gran spolvero che cantano l’amore in tutti i suoi aspetti, quell’amore che vince quasi sempre sul caos: un brano brioso che contrasta con tutti i precedenti e che tende a sottolineare che tutto è bene quel che finisce bene!
“End Roller” chiude questa OST con il Main Theme per piano e violoncello elettrico in un gioco a due davvero affascinante.
Peter Gregson nuovo autore di musica per film da osservare con attenzione!
Le regole del caos (A Little Chaos, 2015)
Milan 399 720-2
16 brani – Durata: 41’17”
Nel 1997 l’attore e regista teatrale Alan Rickman (a tutti noto come il Severus Piton della saga magica di Harry Potter) esordiva nella regia cinematografica con il malinconico ed intimista L’ospite d’Inverno, affidando le splendide musiche al compianto Michael Kamen che con un pianoforte e un tema ricorrente riscaldava l’intera storia in un’ambientazione gelida. Questa volta per il suo film in costume, un dramma velato di commedia, ambientato a Versailles (ma girato interamente in Inghilterra con un piccolo budget), Rickman nella doppia veste di regista e attore (interpreta il Re Sole, Luigi XIV), con Kate Winslet, Matthias Schoenaerts e Stanley Tucci, chiama a vestire musicalmente la sua nuova opera il giovane talentuoso Peter Gregson, qui alla sua prima prova nell’ambito delle colonne sonore.
In realtà questo bravo violoncellista inglese ha già prestato le sue doti da musicista a partiture cinematografiche di diversi compositori connazionali, vedi Max Richter e Joby Talbot; segnalato a Rickman da un amico che aveva collaborato con Gregson per un balletto, il regista e il compositore hanno da subito trovato la giusta direzione per questa vicenda molto teatrale nell’impostazione filmica, narrante la relazione romantica di due artisti paesaggisti di enorme talento impigliati nella costruzione di un giardino nel palazzo del re Luigi XIV a Versailles.
Gregson che dirige l’orchestra e suona personalmente il suo strumento per eccellenza, il violoncello, e il pianoforte, crea un ambiente sonoro il più delle volte rarefatto, di quell’astrattismo per archi in contrappunto e in primo piano, solisti e non, che non appartiene all’epoca del film bensì delinea modernamente i suoi stati d’animo, i pensieri e le contraddizioni. Fin dal primo brano, “Sabine” un tema, quasi un inciso in verità, per violoncello solo e piano in controcanto, sottolinea i sentimenti scissi e stranianti della protagonista interpretata magnificamente dalla Winslet. In “What Happened” gli archi si fanno bruschi e veloci su quel tappeto aereo sintetico per nulla confortante, con la chiusa lasciata al pianoforte. Il breve “This is your Eden” parte tensivo, sospeso tra due mondi, reale e irreale, tra due scelte complicate, anche “The Task Ahead” ha un incipit teso per svelare ben presto le trame sottese e confuse della storia con il piano minimale finale. “Walking Out” profuma di atmosfere desplatiane nel suo inizio compulsivo che si apre ad archi e piano dapprima ariosi poi mesti. Una delicata armonia malinconica accompagna, in un accenno di nuovo tema troppo breve per chiamarlo tale, “From Paris to the Aquaduct”, invece in “It’s a Shrine” compare un leitmotiv disperato per chitarra sola (suona John Gregson). Doloroso “Travelling to Marly” per piano rarefatto su archi contrappuntistici. “The Sluice Gate” da agli archi il compito di far salire piano piano la tensione sempre più fino ad essere aggressivi e perturbanti, con il tema portante sullo sfondo che cerca di farsi strada, soprattutto sul finire del pezzo. “Don’t Ask me” è pura rassegnazione su archi sottesi e altamente drammatici per disvelare qualcosa di positivo nel finire accompagnato dal piano e nuovamente dagli archi in ostinato. In “When You Are Strong Enough” il piano la fa da padrone con il tema secondario che cerca di rasserenare gli animi ma non sempre ciò che appare in realtà è! “Making Love” raffigura la scena d’amore della pellicola sorretta dal pianoforte che canta il leitmotiv principale di una bellezza antica dove la rarefazione, come ampiamente già detto in queste righe, è l’essenza portante di tutta la partitura e qui sontuosamente espressa. “Marie-Claire’s Toys” è tristezza in musica con le sue armonie per pianoforte su effetti sintetici trattenute e quasi soffocate. “The Music Comes From the Heavens”, traduzione “La musica viene dai cieli”, ripresenta il violoncello in controcanto al piano solo in una raffigurazione armonica atmosferica e surreale, con gli archi che appaiono e scompaiono in lontananza, dall’andamento morriconiano, in cui sprazzi di gioia sonora cercano di farsi largo a tratti vincendo sulla nostalgia del tema esposto.
“A Little Chaos”, penultimo pezzo del CD, si apre agli archi in gran spolvero che cantano l’amore in tutti i suoi aspetti, quell’amore che vince quasi sempre sul caos: un brano brioso che contrasta con tutti i precedenti e che tende a sottolineare che tutto è bene quel che finisce bene!
“End Roller” chiude questa OST con il Main Theme per piano e violoncello elettrico in un gioco a due davvero affascinante.
Peter Gregson nuovo autore di musica per film da osservare con attenzione!