16 Giu2015
A Prayer for the Dying
Bill Conti
Una preghiera per morire (A Prayer for the Dying, 1987)
Quartet Records QR162
14 brani – Durata: 51’47”
Film action drammatico del 1987, diretto da Mike Hodges (La maledizione di Damien, Flash Gordon) e interpretato dai già citati Mickey Rourke e il compianto Bob Hoskins, nonché un giovane Liam Neeson, annovera le musiche del premio Oscar per la colonna sonora di Uomini veri (1983), Bill Conti (27 nomination e 21 premi nella sua lunga carriera) che oggi ha 73 anni e la sua ultima score risale al 2011 per un cortometraggio. Il compositore italoamericano, nato a Providence in Rhode Island il 13 Aprile 1942, ha fatto la storia dell’Ottava Arte con le musiche della saga di Rocky e di Karate Kid, non dimenticando le superbe partiture per Fuga per la vittoria e la miniserie Nord e Sud, con al suo attivo circa 200 colonne sonore, oggi è ingiustamente lasciato da parte e quasi dimenticato dal Cinema attuale a cui potrebbe dare ancora tanto del suo stile sofisticato tra il pop e il sinfonico, con influenze jazzistiche e classiche molto evidenti. Per questa pellicola criminosa con Rourke pentito terrorista dell’IRA e killer spietato, Conti compone (e anche dirige l’orchestra) un tema intensamente drammatico (“Main Titles”), quasi un’elegia funebre, con reminiscenze celtiche (data l’ambientazione) nell’esposizione principale del leitmotiv, un vero e proprio lamento per arpa, archi e flauto irlandese: Conti stesso rimarca nel libretto del CD che “L’aspetto più importante per me era creare una musica che fosse realmente lugubre e spirituale”.
Nel secondo pezzo, “The Raid”, si viene trascinati da archi, percussioni e un clavicembalo nei territori dell’azione con un ostinato che esplode con gli archi e con l’organo in un crescendo finale drammaturgico e sontuosamente disperato, con una pausa conclusiva in cui fa capolino un tema che in qualche modo ricorda quello nostalgico di Karate Kid. “Graveside Hit”, con archi ondulanti e tensivi e ritmiche alla Commando di James Horner, è un lungo pezzo dove il pericolo degli atti terroristici si fa più tangibile: sul finire appare un tema malinconico e appassionato inframmezzato a ritmi sintetici e archi tesissimi. Traccia quasi horror nel suo incedere maligno iniziale “Martin Waits/Martin’s Confession/Billy & Jenny”, per poi divenire un lamento funereo per archi quando Fallon si confessa al prete, anche “Malachi’s Meeting” parte lenta e angosciosa per archi sovrapposti e tensivi. Il tema parafrasi di quello di Karate Kid si palesa in “Martin Meets Anna/Meehan the Malevolent” in cui a passaggi oscuri si contrappone un leitmotiv orientaleggiante. “Trashing the Church/Da Costa’s Agony/Message for Martin” parte con un rullare di timpani minaccioso per dare spazio ad una viola e violino solisti che cantano un’elegia funebre, un mesto inno contro la violenza repressiva: un tema straziante, nel quale il pericolo è imminente. “It’s All Right Malachi/Malachi’s Murder” si fa minaccioso e compulsivo, un brano orrorifico nel suo procedere stridente e agghiacciante, con l’organo e gli archi che deflagrano nel finale (l’orchestrazione di Conti è magistrale). “Martin & Anna” è un adagio romantico inneggiante la non violenza con il suo cadenzare veloce classicheggiante nel mezzo che lo tramuta in un balletto celtico di una bellezza rara (il brano migliore del CD). “Billy Goes Away” è scisso in due parti, la prima tenue e malinconica per arpa, chitarra e flauto, la seconda tensivamente pericolosa per archi sottesi e sverzate rumorose, quasi a voler simulare una pioggia incessante maligna. “Meehan at Church”, “Meehan Gets Anna/The Boat” e “Martin & Meehan/Martin on the Cross” sono un susseguirsi di passaggi di suspense e tensione, dalle coloriture dark e rari bagliori di luce. “End Credits” chiude la storia con il tema principale che si fa speranzoso per arpa, flauto, archi in un florilegio finale davvero inebriante.