Sei vinili di Ennio Morricone
Ennio Morricone
Le pistole non discutono (1964)
GDM LP 6704
Lato A: 7 brani – durata: 15’04”
Lato B: 7 brani – durata: 16’82”
Ennio Morricone
La trappola scatta a Beirut (1966)
GDM EP 6707
Lato A: 5 brani – durata: 10’32”
Lato B: 5 brani – durata: 10’46”
Ennio Morricone
Vamos a matar, companeros (1970)
GDM LP 6702
Lato A: 7 brani – durata: 16’25”
Lato B: 7 brani – durata: 15’46”
Ennio Morricone
Maddalena (1971)
GDM LP 6703
Lato A: 3 brani – durata: 16’60”
Lato B: 3 brani – durata: 22’16”
Ennio Morricone
Il Maestro e Margherita (1972)
GDM LP 6701
Lato A: 5 brani – durata: 13’15”
Lato B: 6 brani – durata: 17’91”
Ennio Morricone
La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza? (1972)
GDM LP 6706
Lato A: 10 brani – durata: 19’05”
Lato B: 10 brani – durata: 12’82”
Il premio Oscar Ennio Morricone è il Maestro indiscusso dei Generi. La sua musica ha accompagnato e sorretto, nella sua lunga carriera cine-musicale, oltre 400 titoli tra pellicole, cortometraggi, spot, teatro, sceneggiati, serie tv e documentari. Il suo tocco indistinguibile, il suo stile ineguagliabile, le sue note assolute hanno commentato film di diverso genere, dal western al poliziesco, dal dramma alla commedia, dall’erotico al comico, dall’avventura alla fantascienza, dal fantasy all’horror, dal thriller alla guerra, etc. etc.
Una buona parte di queste colonne sonore sono state già recensite dalla nostra testata nella loro edizione in CD sia sul sito che sul vecchio cartaceo, quindi vi rimandiamo alle suddette per una disamina approfondita delle partiture.
In questa recensione parliamo di LP colorati ed EP in edizione limitata a 500 copie ciascheduno dal suono nitido e rimasterizzato (non c’è niente da fare, il vinile suona sempre meglio del compact disc checchè ne dicano o pensano in molti!) che sono dei regali preziosi da fare sia a chi colleziona musica per film da anni, pur avendo queste colonne sonore già in CD, sia ad un neofita per avvicinarlo all’arte cine-musicale multiforme morriconiana e al piacere di tenere in mano un 33 giri per la prima volta e gustarne il suono limpido e pulito, seppur parliamo di incisioni fatte nel passato. Morricone, come un altro grande nostro compositore di musica per film, il sempre poco ricordato Maestro Carlo Rustichelli, anch’egli nel curriculum più di 700 colonne sonore di vario genere filmico, ha saputo imprimere, pur mantenendo inalterato il suo stile riconoscibilissimo, ai differenti titoli trattati, di genere in genere, un sound particolareggiato e perfettamente aderente alle immagini di volta in volta commentate musicalmente. Queste sei partiture ne sono la prova, perché attraverso questi quattro generi rappresentativi, in parte, di un’epoca d’oro del nostro Cinema e della sua Musica, si può comprendere appieno quanto eclettismo vi fosse nei pentagrammi morriconiani, quante idee e sperimentalismi dietro ogni nota da elargire all’epopea del vecchio West sia in salsa hollywoodiana (Le pistole non discutono), rivoluzionaria (Vamos a matar, companeros) che grottesca (La vita, a volte, è molto dura, vero Provvidenza?), ad un erotismo spregiudicato e psicologicamente in bilico tra pazzia e autodistruzione (Maddalena), passando per un mefistofelico dramma visionario e sentimentale (Il Maestro e Margherita) e un simil 007 di co-produzione italo-franco-tedesca (La trappola scatta a Beirut). Per uno studioso dell’Ottava Arte e di Ennio Morricone queste scores sono una miniera di leitmotiv bellissimi, incisi geniali, sperimentazioni azzardate e dirompenti, mai scontate e sempre ricche di spunti di discussione e ascolto a più riprese, immergendosi totalmente in suoni che spaziano dal jazz al sinfonico, dal classicheggiante al ballabile, dal percussivo al liturgico, con uso di organico ridotto o pieno orchestrale e musicisti virtuosi, con la loro particolare dote interpretativa (il fischio e la chitarra di Alessandro Alessandroni, la direzione accurata d’orchestra di Bruno Nicolai, altro grande artigiano della film music, il coro stupefacente dei Cantori Moderni di Alessandroni, i vocalismi perturbanti di Edda Dell’Orso, l’armonica di Franco De Gemini, il cantato di Peter Tevis e Lisa Gastoni). Il consiglio che elargisco è quello di ascoltare cronologicamente, partendo dalle OST degli anni ’60 arrivando e finendo con quelle degli anni ’70, questi sei dischi in una sorta di unicum sonoro che, pur districandosi tra i differenti generi di riferimento con approcci sempre diversi e originali, vi farà capire, se ancora ve ne fosse bisogno, quanto profondamente sentito e curato fosse il lavoro di Morricone per qualsiasi committenza affidatagli, senza storcere il naso se il film appartenesse alla seria A, B o addirittura Z.
La forte creatività di questo enorme artista della musica applicata che da un semplice attacco, all’apparenza, degli archi è subito Lui, facendo nascere un tema che inebria, esalta, intenerisce, rallegra, spaventa, seduce e appassiona (tutte sensazioni e sentimenti che prevalgono all’ascolto di queste sei partiture), è il marchio di fabbrica di un’Arte, l’Ottava, che ha reso ancor più importante e famosa un’altra Arte, la Settima, in quella simbiosi musica-immagine meravigliosa e unica, di cui Morricone è uno dei veri Maestri.
Allora, Buon Ascolto!