21 Ago2012
Emma
Samuel Sim
Emma (id., 2009)
Moviescore Media MMS-09028
28 brani – Durata: 50’09”
Precedenti impegnativi per Samuel Sim, nel confrontarsi con il nuovo adattamento di uno dei romanzi più famosi di Jane Austen. L’ultima trasposizione di Emma (1996, diretta da Douglas McGrath e interpretata da Gwyneth Paltrow) era infatti accompagnata dalla musica di Rachel Portman: uno dei lavori più apprezzati dell’autrice inglese, la partitura vinse l’Oscar come migliore colonna sonora per musical o commedia.
Qui, a distanza di oltre dieci anni, siamo di fronte a una mini-serie per la tv: quattro puntate trasmesse nel 2009, con Romola Garai nel ruolo principale. E Samuel Sim, che ha alle spalle un solido background di musica per produzioni televisive, sa guardare alla storia della Austen con spunti originali. Il raffinato intreccio orchestrale, che cresce con trasporto - ad esempio - in “The Seaside”, non dimentica di assecondare l’ambientazione d’antan che è una delle chiavi di successo degli adattamenti di romanzi d’epoca. Ma sa scuotere la narrazione con toni più vivi e adatti al dramma.
Di drammatico, la storia di Emma ha ben poco. Bella, ricca, intelligente (come la definisce la stessa Jane Austen), la protagonista scoprirà che il suo presunto talento nel combinare matrimoni lascia il tempo che trova e che, dell’amore, sa meno di quanto crede. Dopo aver fallito nel tentativo di far maritare la giovane Harriet al reverendo Elton, non riuscirà lei stessa a invaghirsi del giovane Frank Churchill, che tutti vogliono suo spasimante. L’amore avrà il volto di un caro amico di famiglia…
L’orchestra dà il meglio di sé, con gli archi scatenati, nei “Main Titles”, varia toni e umori facendosi più ammiccante con “Dolls”, e indugia anche a temi più malinconici, come in “The World Has Left Us Behind”.
Il pianoforte, cui spesso viene affidato il canto, in diversi momenti sembra strizzare l’occhio – più che alla Portman – a Patrick Doyle, che nel 1995 firmò la colonna sonora (candidata all’Oscar) di un altro adattamento di un romanzo austeniano, Ragione e sentimento di Ang Lee; si ascolti in proposito “Emma Woodhouse Was Born”. Eppure il piano sa indulgere a sfumature anche più tormentate, capaci di dare alla storia caratteristiche inattese.
Il romanzo è tutt’altro che mesto, eppure l’OST di Sim sa rinnovarlo dandogli nuova linfa.
La melodia degli archi diventa virulenta, evolvendosi dallo slancio orchestrale più sentimentale dell’incipit, in “Frank Is Free”. “Rescued from the Gypsies”, nel suo inizio, sembra quasi la musica di una detective story, che mischia azione e giallo d’epoca: in realtà accompagna solo il momento del salvataggio, da parte di Frank Churchill, di due maldestre ragazze dalle insistenze di un gruppo di zingari.
È interessante come Sim sembri essersi divertito ad amplificare la portata dei sentimenti, dai più allegri ai più tristi, per la traduzione in immagini di un romanzo che si manteneva volutamente fedele a un’ironia ora partecipe ora distaccata.
La malinconia di “A Ball” è sottile e sembra non prendersi troppo sul serio. Le poche note su cui insiste il violino in “Walk of Shame”, invece, sono presagio di un malessere non scevro di angoscia.
Più intimisti, invece, gli efficientissimi “Blind Endeavours” e “Secrets” con il suo incipit da carillon.
Le tinte più accese della soundtrack sottolineano in questa versione di Emma (divisa in quattro puntate) la componente dell’intrigo creato da Jane Austen con il romanzo. Che però, ovviamente, trattava la materia con una leggerezza distesa e divertita. Samuel Sim invece risponde (con efficacia) alle esigenze del mezzo televisivo, che per sua natura deve coinvolgere lo spettatore in modo più immediato rispetto al cinema, e a quelle di un’epoca in cui il pubblico ama riscoprire passioni struggenti sotto le crinoline.
Una colonna sonora che, in ogni caso, brilla d’intelligenza nell’accompagnare lo svolgersi del racconto e che sa vibrare di sensibilità in passaggi d’indiscussa bellezza, come “Lost and Found” e “Donwell Dancing Again”.
Attenzione alle indicazioni dei brani del CD: ne sono segnalati ventotto, mentre il disco ne contiene ventinove. “Emma Woodhouse Was Borne”, infatti, è diviso in due parti, ma indicato come pezzo unico sulla custodia, facendo risultare numeri e titoli sfasati.