09 Giu2014
Gomorra secondo i Mokadelic
Colonne Sonore, in concomitanza con la messa in onda della nuova serie TV, targata SKY, Gomorra, tratta dal bestseller di Roberto Saviano, ha avuto il piacere di intervistare il gruppo romano post-rock Mokadelic (leggi nostra intervista sui generis) che ha curato l’intera colonna sonora del telefilm (Sky Atlantic HD dal 6 Maggio) di Stefano Sollima, Francesca Comencini e Claudio Cupellini. I Mokadelic avevano realizzato per Sollima le musiche del suo film ACAB - All Cops Are Bastards (Premio Internazionale "Sonora - Una musica per il cinema 2012" per la Migliore Colonna Sonora Originale Giovani Compositori), tratto dall'omonimo romanzo-inchiesta di Carlo Bonini. Ed ora per la serie camorristica in questione tornano a frequentare le proprie atmosfere noir elettronico-acustiche non convenzionali, spaziando dal noise al minimalismo, dalla psichedelia all'elettronica, sempre nella propria chiave Post-Rock.
Colonne Sonore: Con ACAB - All Cops Are Bastards di Sollima avevate già sperimentato un nuovo approccio musicale al film di genere poliziesco ultraviolento, e adesso con Gomorra - La serie, sempre di Stefano Sollima, supportato da Claudio Cupellini e Francesca Comencini alla regia, avete sperimentato un altro modo ancora di commentare una serie di genere criminale e violentissima. Quali sono state per voi le differenze palesi di accostamento ai due lavori, uno cinematografico e l'altro televisivo, e come avete evitato il pericolo di cadere nel medesimo uso sonoro degli strumenti?
Mokadelic: Ci siamo avvicinati ai due lavori con il medesimo approccio. Non avevamo mai lavorato per la televisione dato che le precedenti esperienze erano state sempre nel cinema. Da un punto di vista musicale, tutto il processo compositivo è stato impostato per una resa anche in termini cinematografici. Con una certa sorpresa da parte nostra in Gomorra – La serie il lavoro realizzato è stato del tutto in linea con quelli per il grande schermo: stessa cura dei particolari, stessa perizia nel sound design, stessa lavorazione in 5.1 delle musiche. Con questa serie ci si è spinti molto oltre la convenzionalità tipica delle produzioni televisive italiane. In fase compositiva, avevamo la sensazione che le nostre musiche potessero essere poco “televisive”, secondo i canoni tradizionali, allo stesso tempo eravamo entusiasmati dalla carica dinamica ed emotiva che davano alle immagini. L’aspetto di cui siamo particolarmente soddisfatti è stato portare questa esperienza musicale anche nel piccolo schermo.
CS: Qual è stato il vostro rapporto con i tre differenti linguaggi registici di Sollima, che ha anche supervisionato la serie, Cupellini e la Comencini?
Mokadelic: Ci siamo confrontati con Stefano Sollima per la prima volta circa un anno fa e ci ha fatto ascoltare quelle atmosfere di ACAB che sarebbero state più efficaci sulle immagini. Da questo punto di partenza abbiamo intrapreso un nuovo percorso di sperimentazione che abbiamo condiviso con Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Interfacciarci con tre registi differenti è stata per noi un’esperienza particolarmente stimolante. Ognuno ha un suo stile, e ha fatto delle musiche un uso molto personale, coerente con il proprio mood e con quello della serie.
CS: Avete usato il post-rock per commentare Gomorra - La serie visto che rappresenta il vostro marchio di fabbrica musicale, perchè le immagini lo richiedevano o per altri motivi?
Mokadelic: Le ambientazioni sonore psichedeliche e Post sono il primo modo con cui da sempre ci approcciamo alla musica. Anche in questa occasione sentivamo che c’era l’opportunità di fare emergere questa cifra stilistica, per noi così caratterizzante, della quale Stefano Sollima era alla ricerca per Gomorra – La serie dopo l’esperienza di ACAB.
CS: Il vostro lavoro sulla serie di Sky è durato un anno ed ora che il telefilm è in onda qual è il bilancio che ne traete da questo lungo periodo di scrittura musicale?
Mokadelic: Il bilancio è assolutamente positivo, crediamo che Gomorra si possa considerare un bellissimo “caso” nel panorama delle serie italiane e ci auguriamo che possa essere nuovo punto di partenza, soprattutto dal punto di vista del metodo. La cura dei particolari, l’attenzione alla qualità, la ricerca sono stati elementi costanti fin dall’inizio insieme alla passione e al “coraggio” di uno staff molto determinato.
CS: Come si commenta musicalmente una serie senza cadere nella ripetitività compositiva?
Mokadelic: Trattandosi di una serie TV ci deve essere un fil rouge che accompagni lo spettatore nel corso del racconto. L’ampia gamma delle emozioni rappresentate dai personaggi e l’intensità delle azioni sono state tali da ispirarci varie modalità compositive evitando la ripetitività.
CS: E' più facile scrivere per delle sequenze d'azione o per scene emotivamente intense di dialogo, in poche parole preferite commentare momenti introspettivi o dinamici?
Mokadelic: Ci affascinano entrambe questi aspetti perché ci consentono di spaziare in diverse direzioni.
CS: Cosa comporta scrivere musica per una serie dalle molteplici location, differenti personaggi, molte situazioni drammatiche e movimentate, diverse regie e dal notevole budget, come una produzione televisiva americana?
Mokadelic: Facciamo un piccolo elenco: una grande spinta motivazionale, una grande responsabilità, tante notti passate a comporre dopo i lavori “convenzionali”, la voglia di farcela e di vedere sullo schermo la fusione di tutti questi elementi.
Colonne Sonore: Con ACAB - All Cops Are Bastards di Sollima avevate già sperimentato un nuovo approccio musicale al film di genere poliziesco ultraviolento, e adesso con Gomorra - La serie, sempre di Stefano Sollima, supportato da Claudio Cupellini e Francesca Comencini alla regia, avete sperimentato un altro modo ancora di commentare una serie di genere criminale e violentissima. Quali sono state per voi le differenze palesi di accostamento ai due lavori, uno cinematografico e l'altro televisivo, e come avete evitato il pericolo di cadere nel medesimo uso sonoro degli strumenti?
Mokadelic: Ci siamo avvicinati ai due lavori con il medesimo approccio. Non avevamo mai lavorato per la televisione dato che le precedenti esperienze erano state sempre nel cinema. Da un punto di vista musicale, tutto il processo compositivo è stato impostato per una resa anche in termini cinematografici. Con una certa sorpresa da parte nostra in Gomorra – La serie il lavoro realizzato è stato del tutto in linea con quelli per il grande schermo: stessa cura dei particolari, stessa perizia nel sound design, stessa lavorazione in 5.1 delle musiche. Con questa serie ci si è spinti molto oltre la convenzionalità tipica delle produzioni televisive italiane. In fase compositiva, avevamo la sensazione che le nostre musiche potessero essere poco “televisive”, secondo i canoni tradizionali, allo stesso tempo eravamo entusiasmati dalla carica dinamica ed emotiva che davano alle immagini. L’aspetto di cui siamo particolarmente soddisfatti è stato portare questa esperienza musicale anche nel piccolo schermo.
CS: Qual è stato il vostro rapporto con i tre differenti linguaggi registici di Sollima, che ha anche supervisionato la serie, Cupellini e la Comencini?
Mokadelic: Ci siamo confrontati con Stefano Sollima per la prima volta circa un anno fa e ci ha fatto ascoltare quelle atmosfere di ACAB che sarebbero state più efficaci sulle immagini. Da questo punto di partenza abbiamo intrapreso un nuovo percorso di sperimentazione che abbiamo condiviso con Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Interfacciarci con tre registi differenti è stata per noi un’esperienza particolarmente stimolante. Ognuno ha un suo stile, e ha fatto delle musiche un uso molto personale, coerente con il proprio mood e con quello della serie.
CS: Avete usato il post-rock per commentare Gomorra - La serie visto che rappresenta il vostro marchio di fabbrica musicale, perchè le immagini lo richiedevano o per altri motivi?
Mokadelic: Le ambientazioni sonore psichedeliche e Post sono il primo modo con cui da sempre ci approcciamo alla musica. Anche in questa occasione sentivamo che c’era l’opportunità di fare emergere questa cifra stilistica, per noi così caratterizzante, della quale Stefano Sollima era alla ricerca per Gomorra – La serie dopo l’esperienza di ACAB.
CS: Il vostro lavoro sulla serie di Sky è durato un anno ed ora che il telefilm è in onda qual è il bilancio che ne traete da questo lungo periodo di scrittura musicale?
Mokadelic: Il bilancio è assolutamente positivo, crediamo che Gomorra si possa considerare un bellissimo “caso” nel panorama delle serie italiane e ci auguriamo che possa essere nuovo punto di partenza, soprattutto dal punto di vista del metodo. La cura dei particolari, l’attenzione alla qualità, la ricerca sono stati elementi costanti fin dall’inizio insieme alla passione e al “coraggio” di uno staff molto determinato.
CS: Come si commenta musicalmente una serie senza cadere nella ripetitività compositiva?
Mokadelic: Trattandosi di una serie TV ci deve essere un fil rouge che accompagni lo spettatore nel corso del racconto. L’ampia gamma delle emozioni rappresentate dai personaggi e l’intensità delle azioni sono state tali da ispirarci varie modalità compositive evitando la ripetitività.
CS: E' più facile scrivere per delle sequenze d'azione o per scene emotivamente intense di dialogo, in poche parole preferite commentare momenti introspettivi o dinamici?
Mokadelic: Ci affascinano entrambe questi aspetti perché ci consentono di spaziare in diverse direzioni.
CS: Cosa comporta scrivere musica per una serie dalle molteplici location, differenti personaggi, molte situazioni drammatiche e movimentate, diverse regie e dal notevole budget, come una produzione televisiva americana?
Mokadelic: Facciamo un piccolo elenco: una grande spinta motivazionale, una grande responsabilità, tante notti passate a comporre dopo i lavori “convenzionali”, la voglia di farcela e di vedere sullo schermo la fusione di tutti questi elementi.