Intervista ad Alberto Onofri sulla sua creazione “Enciclopedia CAM – Creazioni Artistiche Musicali”
Un collezionista enciclopedico - Intervista ad Alberto Onofri sulla sua creazione “Enciclopedia CAM – Creazioni Artistiche Musicali”
Il perugino Alberto Onofri è un grandissimo appassionato di Musica e di quella ‘Per Film’ nello specifico, con una collezione privata di oltre ventimila vinili, acclusi alcuni LP assai rari e di enorme valore. Per chi, come il sottoscritto, è un incallito collezionista di vinili, CD e qualsivoglia memorabilia legato alla Settima & Ottava Arte, conoscere una persona come Alberto è un godimento unico e prezioso, perché si parla la stessa lingua, non si è giudicati perché (magari) si spendono cifre folli per acquistare un 33 giri, un 45 giri, un compact disc o altro e si trascorrono ore e ore in un mercatino dell’usato o in un negozio di dischi, sempre più merce rara con la sovrabbondanza del mercato digitale liquido imperante e inconsistente che nulla lascerà ai posteri, a differenza di quello che potranno tramandare collezionisti quali Onofri e anche (immeritatamente) chi vi scrive. Onofri in questa chiacchierata amichevole, da veri cultori dell’oggetto fisico e di colonne sonore italiche e straniere, in special modo del passato, ci racconta la sua impresa (perché tale è!) nel mettere, dopo ben 4 anni e mezzo d’intenso operato, nero su bianco una delle più mastodontiche e uniche al mondo “Enciclopedia CAM – Creazioni Artistiche Musicali” in sette volumi, che non poco faranno andare in brodo di giuggiole gli amanti della musica applicata alle immagini, che, lasciatevelo dire, dovranno assolutamente possedere nella propria collezione.
Colonne Sonore: Raccontaci com’è nata in te la passione per la musica per film che ti ha portato a realizzare un lavoro a dir poco monumentale, la prima Enciclopedia sulla celeberrima etichetta discografica CAM che tantissime colonne sonore ci ha donato?
Alberto Onofri: La passione per la musica nasce, insieme a quella per il Teatro e il Cinema sin da giovanissimo. Nel campo musicale, dopo aver imparato a suonare la chitarra, ho cominciato a comprare i primi dischi in vinile genere Jazz e Rock ampliando una collezione già molto cospicua di proprietà familiare. La passione per il Teatro nel quale ho partecipato a numerose commedie dialettali con un gruppo molto importante della mia Regione, mi ha portato ad avvicinarmi anche al Cinema e in particolare alle colonne sonore. Si aggiunga la vicinanza della mia famiglia ai Campi di Foligno e il possesso di tutte le colonne sonore delle più importanti etichette discografiche, in particolare della CAM, compresi dischi inediti la cui numerazione era saltata all’epoca. In altre parole dischi mai distribuiti. Da lì ho cominciato a pensare a riordinare tutti i documenti custoditi dalla mia famiglia sull’etichetta CAM e con l’aiuto di Giuseppe Giacchi, che è la persona protagonista assoluta di questa storia, ho cominciato a lavorare alla produzione di un’enciclopedia.
CS: Quanto la figura di tuo padre ha a che fare con la creazione di questo enorme lavoro archivistico sulle colonne sonore CAM?
AO: La famiglia in genere è stata importante e l’avere avuto la possibilità di visionare tabulati e documenti davvero unici è stato fondamentale.
CS: Parlaci della collaborazione con Giuseppe Giacchi, la reale anima dietro la CAM (ad oggi rammentiamo essere stata assorbita dalla Sugar Records), al quale hai dedicato la tua Enciclopedia?
AO: Giuseppe è stato protagonista perché Lui è la storia della CAM, io ho cercato di scriverla con documenti e con la sua memoria del passato. Avremmo potuto scrivere tante altre cose ma il tempo è stato nemico anche perché sono impegnato nella vita con un altro lavoro e quindi di tempo non ne ho molto. Il periodo del Covid, nella sua negatività, mi ha permesso di dedicarmi all’opera con più tempo.
CS: A che numero ammonta la tua collezione di colonne sonore in vinile e compact disc?
AO: La mia collezione raccoglie la storia della musica e dei supporti musicali. Parto con il fonautografo che è stata la prima apparecchiatura conosciuta atta a registrare il suono. In precedenza, erano stati ottenuti tracciati dei molti vibratori prodotti da diapason e altri oggetti, ma non delle onde sonore che si propagavano attraverso l’aria o altri media. Inventato dal francese Édouard-Léon Scott de Martinville, venne brevettato il 25 marzo 1857. Era in grado di tracciare onde sonore come ondulazioni o altre deviazioni in una linea disegnata su carta o vetro anneriti dal nerofumo. Da intendersi esclusivamente come uno strumento di laboratorio per lo studio dell’acustica che potrebbe essere stato utilizzato per studiare e misurare visivamente l’ampiezza e la forma d’onda sonora delle parole e di altri suoni o per determinare la frequenza di una data intonazione musicale per confronto con una frequenza di riferimento contemporaneamente registrata. Ho uno dei pochi esemplari esistenti del 1860 sotto vetro e con la lastra, anch’essa sotto vetro, dove veniva letto il suono. Poi Fonografi fine ‘800 e grammofoni primi ‘900. I supporti si parte dai 100 giri, 90 giri, 80 giri, 45 giri e 33 giri. In vinile ho oltre 40.000 esemplari.
CS: Oggi come oggi in questo mare magnum di musica liquida dove l’oggetto fisico è sempre più una chimera per i collezionisti come te, me e molti dei lettori che ci seguono da ben 20 anni, pur con il revival del vinile, cosa può significare questo tuo lavoro enciclopedico?
AO: Il lavoro enciclopedico sarà sicuramente uno strumento solo per appassionati e del settore. C’è anche una mia storia nel primo volume dove racconto un pò quello che è stata la mia strada per arrivare fino ad oggi con un lavoro cosi dettagliato.
CS: Quali sono le colonne sonore italiche alle quali sei più legato e perchè? Stessa domanda per quelle straniere?
AO: Italiane, senza dubbio le colonne sonore di Alberto Sordi e Totò. I miei due preferiti. Straniere: Henry Mancini, John Williams, John Barry.
CS: Prima di lasciarci, cosa speri accada una volta che questa Enciclopedia sarà approdata sul mercato librario?
AO: Mi hanno contattato diversi editori ma soprattutto la Sugar di Caterina Caselli, attuale proprietario della Cam dal 2011. Ma non ho mai accettato di lavorare con persone esterne. Il mio lavoro è frutto di una storia di famiglia e il modo in cui è stato scritto sarebbe stato snaturato dalla commercializzazione su vasta scala del prodotto. Probabilmente lo venderò privatamente tramite un sito americano, lo stesso che mi sta curando la stampa degli esemplari di prova e suggeritomi da un giornalista americano mio cliente.