Pitturamusica & Sud e magia
Luis Bacalov/Ennio Morricone
Pitturamusica (1971)
Cinedelic Records CNSV 01
Lato 1: 5 brani
Lato 2: 4 brani
Egisto Macchi
Sud e magia (1977)
Cinedelic Records CNSV 02
Lato 1: 5 brani
Lato 2: 4 brani
Tre nomi altisonanti per due 33 giri edizione limitata, di cui uno colorato oro, messi alle stampe dall’etichetta italica Cinedelic di Marco D’Ubaldo: i premi Oscar Luis Bacalov ed Ennio Morricone per l’album sperimentale del 1971 ‘Pitturamusica’, pubblicato per la prima volta, ed Egisto Macchi con la colonna sonora per il documentario del 1977 Sud e magia con la regia di Gianfranco Mingozzi. Macchi e Morricone, è ben noto, fecero parte della stessa formazione avanguardistica sperimentale contemporanea, nominata Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, nata nel 1960, di cui il primo fu tra i fondatori; della prolificità di composizioni per il gruppo e per il piccolo e grande schermo i due vinili in questione ne sono una dimostrazione alquanto esemplificativa e pregnante di ciò che vollero esprimere attraverso la cosiddetta musica assoluta (Morricone docet) o contemporanea/concreta i seguenti autori. Bacalov, pur non facente parte del succitato gruppo, con questa sua espressione di scrittura ostica e altamente sperimentativa, nonché, a detta del critico Walter Branchi nel ’71 a commento alle musiche elaborate per l’inaugurazione della mostra pittorica milanese dell’artista Masci, “l’uso non tradizionale degli strumenti ai fini di una ricerca timbrica, l’elaborazione delle voci umane ridotte quasi sempre a puri sintagmi linguistici in combinazioni polifoniche, l’evidenziazione di tutta una serie di suoni-rumori non percettibili se non tramite accorgimenti elettroacustici, etc.”, vi si avvicina parecchio nello stile. Nel vinile che riporta un totale di 9 pezzi Bacalov campeggia con otto tracce ed una del solo Morricone (“Mela”) – oltre a quella intitolata “S.B.” coscritta insieme –, che a questo punto appare soltanto per amicizia e rispetto professionale nei confronti del compositore argentino, naturalizzato italiano e vincitore dell’Oscar per Il postino con il compianto Massimo Troisi. Interpreti di lusso si possono leggere nelle note del disco: Dino Asciolla alla viola, Edda Dell’Orso voce, Franco Tamponi al violino, Sergio Bardotti voce, Bacalov al piano e Morricone ai flauti dritti o tromba, e molti altri. Da come ben delineato poco sopra, non aspettatevi melodie o temi, all’opposto paesaggi di pura sperimentazione che, a prescindere la committenza pittorica, sono astrattismi permeati di arduo ascolto che nella reiterazione del medesimo trovano un’avviluppante melopea d’insieme, che altresì nel concretismo ritmico ed esecutivo dei singoli elementi umani, concatenati da virtuosismo performativo, suscitano interesse prettamente archivistico e analitico, non tralasciando quello meramente collezionistico.
Macchi da par suo, che nel panorama cine-televisivo-musicale ha composto dai primi ’60 ai fine ’80 per registi quali Montaldo, Losey, Taviani, Leconte, Vancini, per il documentario etnografico sul meridione italico (Egisto ha scritto una quantità spropositata di commenti per questo genere visivo) Sud e magia (1977) traccia movimenti leitmotivici di descrittivo lirismo atmosferico (“Tappeto aerofoni”) e contemplativo astrattismo, con un utilizzo di varia strumentazione (corde del pianoforte, vibrafoni, violoncello, arpa, organo, voci, aerofoni diversi, piano preparato), i quali rendono alla perfezione il narrato delle immagini tra esoterismo, tradizione popolare, ascetismo e mitologia arcaica. Incisi tematici estaticamente si palesano in “Pianoforte stoppato” e “Un violoncello magico” o “Organo e corda arpa”, ad ogni modo giocando con i suoni, le sperimentazioni e accenni di leitmotiv eterei il tutto suona moderno e assai rimembrante simili territori sperimentali dei successivi o coevi Tangerine Dream, Popol Vuh, Vangelis.